Che poi non è che sia sta bellezza la Stone, ma con quei fari ti ipnotizza.
La scena della sigaretta è una cosa fuori dal comune, sprizza Norton da tutti i pori.
yep, ha un pò della ranocchia ma nel complesso un pò attizza ;D
Anzi, espando su Norton:
bravissimo attore (il personaggio intendo, che si dice rispecchi lui), ma che ridicolo ormai: sgonfiato, con la panzetta da alcolizzato, arrogante. Capisco in passato ma mi chiedo come faccia ancora ad attizzare la platea femminile.
Poi mi vedo la scena della sigaretta, del suo essere se stesso solo quando recita: me lo volevo fare anche io. :D
Non c'è niente da fare, quando uno è un grande si vede.
sul finale qual è la vostra interpretazione? E avete letto qual era l'idea originaria di Inarritu? :)
Secondo me lui salta e tutto il resto e' la sua immaginazione.
L'idea originale mi sembra assai peggiore del vero finale.
Qual è l'idea iniziale? Io il finale l'ho visto (per ora) come un riconoscimento della sua bravura e dei suoi sforzi da parte della figlia, se non erro è lei che lo vede volare.
Da rivedere, comunque.
Qual è l'idea iniziale?
Cameo di Johnny Depp che sente la voce di Jack Sparrow, in analogia al protagonista del film che sente la voce di Birdman
Io pensavo che sarebbe finito quandolui si spara sul palco e parte l'applauso del pubblico. Sarebbe stato un bel finale secondo me.
Bel film comunque.
Io pensavo che sarebbe finito quandolui si spara sul palco e parte l'applauso del pubblico. Sarebbe stato un bel finale secondo me.
Bel film comunque.
imho con un finale così sarebbe stato troppo banalotto anche se d'impatto, mentre invece con il finale in ospedale e la questione "sièspiaccicatosull'asfaltoohapresoilvolosulserio" ha mantenuto tutto quell'aspetto grottesto-onirico onirico del film collegandosi anche ad un dialogo dello spettacolo teatrale dove si racconta che un personaggio era talmente fallito da non essersi nemmeno riuscito ad ammazzarsi sparandosi in bocca, se non ricordo bene.
si tutto sommato hai ragione, però durante la visione per un attimo ho davvero pensato che il film finisse a quel punto.
Invece il finale ambiguo è come se sancisse la natura filmica del tutto, ovvero questo è un film che parla di gente che fa film, ma allo stesso tempo è un film a sua volta, quindi può anche succedere che il tipo alla fine abbia volato davvero. Insomma rientra bene nel discorso dell'incontro/scontro tra realtà e cinema che permea un po' tutto il film.
Premetto che ieri non l'ho visto esattamente da lucido. Tutt'altro.
Io l'ho visto da un milione di prospettive, veramente, ci ho letto veramente tanti sottotesti, tante cornici narrative e trovo ci siano molteplici chiavi lettura.
Nel farlo, però, probabilmente mi sono perso i significati più evidenti.
Provo a formulare un pensiero sul significato, per me:
Noi pensiamo di conoscerci, di sapere che posizione abbiamo in questo universo. Ci facciamo un'idea di noi che molto spesso è sbagliata.
Questo perchè continuiamo a mentire.
Mentiamo agli altri e in particolare a noi stessi. Non riusciamo a farne a meno. Mentire a noi stessi ci porta delle false realtà, pensiamo di essere speciali, di avere qualcosa in più degli altri, di avere "poteri" non comuni. Pensiamo di poter controllare questa cosa, crediamo di poter decidere deliberatamente se mentire o meno. Ma non è così. Spesso pensiamo di dirci la verità. Ma non è così.
La conseguenza è che, facendo così, non sappiamo niente di noi. Non riusciamo a capire nè gli altri, e questo porta malintesi e conflitti, nè noi stessi.
Parallelamente questo mentirci porta alla sofferenza. Il nostro mondo di scontra con la realtà, riceviamo dei feedback dalle altre persone che ci feriscono profondamente perchè tradiscono cosa pensiamo di noi. Questo si legge molto bene nelle parole ricevute dalla figlia, o anche quando il protagonista mostra il fazzoletto autografato a Mike, il quale ne sminuisce l'importanza e il "significato", che gli aveva creato attorno il protagonista.
Sono parole che ci fanno vacillare, ci fanno svegliare un attimo, fanno crollare il nostro mondo, quelle che pensavamo essere delle certezze, ci portano sul'orlo della disperazione (quante volte il protagonista si è suicidato nel film? diverse). Ma poi si decide di continuare a vivere, e l'unico modo per farlo è continuare a mentirsi, creare nuove menzogne. Pensiamo sia l'unico modo di andare avanti. Si riprende la ricerca per trovare dei riscontri sul fatto che siamo forti, che siamo speciali, che abbiamo qualcosa in più degli altri. Cerchiamo nuovamente un riscatto, ma continuiamo a cadere perchè continuiamo ad alterare la nostra realtà.
Non a caso per esprimere un messaggio del genere si è usata come ambientazione il teatro, dove per via della recitazione la realtà si mischia con finzione, la recita, la continua menzogna.
Edit: sul finale qual è la vostra interpretazione? E avete letto qual era l'idea originaria di Inarritu? :)
Credo che tutto il film sia giocato sull'idea della repressione coata di se stessi per inseguire un ruolo che non appartiene, che sia nella vita o nella sua principale fonte di ispirazione, il cinema/teatro, in un bel parallelismo citazionistico con analoghe tematiche de Gli Incredibili.
La sintesi finale Thomson la ottiene proprio portando a teatro quella violenza che fino a quel momento il suo alter ego gli aveva chiesto con tanta forza, ma che lui si rifiutava di considerare perchè vissuta come parte integrante dell'antitesi al sogno di teatro inseguito, e il volo sulla cittadina nel suo impalpabile senso di liberazione ed illuminazione sul da farsi successivo è esplicativo, come dimostrato poi dalla lusinghiera recensione del critico-arpia.
Riggan si spara in testa, ma il proiettile distrugge solo il naso, regalandogli un volto nuovo e una nuova vita...coincidenza o semplice applicazione di quelle cose che solo lui può fare (metaforiche o meno) e che nessun altro degli idioti pronti a giudicarlo là fuori si sognano?
Tutti gli uomini sanno recitare, tranne alcuni attori, facendo propria questa massima di Gassman il personaggio di Keaton smette di fingere di essere quello che non è e paradossalmente diventa un grande attore e un bravissimo mentitore, lasciandosi alle spalle quel cimitero sabbioso di meduse e menzogne su cui aveva costruito lo sfascio delirante della sua vita, per librarsi verso il sogno di recitare se stessi senza il bisogno opprimente di soddisfare qualcuno "per essere amati" (mai vista una allegoria più pungente e visivamente efficace di un pubblico di fan delusi, del suo alter ego Birdman che, assiso sul trono, esprime il suo dissenso con la composta concentrazione tipica di chi, nella migliore delle ipotesi, trovi un senso alla propria vita solo in quegli istanti), al suono del più soave: "Addio e vaffanculo" che si sia mai ascoltato al cinema.
In fondo è un film di denuncia del cinema facile, dei botti, della volgarità, e insieme della pretenziosità di chi si colloca senza credenziali in un emisfero diametralmente opposto.
Veramente questa è la denuncia in bocca al critico cinematografico, unico personaggio del film pronto a cambiare idea proprio per una manciata di sangue servitagli ad arte. Ma credo che la definizione "Quella che sembra abbia leccato il culo ad un barbone" sia la sintesi più arguta del personaggio. Proprio per questo, secondo me, Hugh Jackman ha capito tutto del film...
In fondo è un film di denuncia del cinema facile, dei botti, della volgarità, e insieme della pretenziosità di chi si colloca senza credenziali in un emisfero diametralmente opposto.
Veramente questa è la denuncia in bocca al critico cinematografico
E' proprio il critico a ricadere suo malgrado in questo peccato (darsi un tono senza merito alcuno). Peccato in cui forse incappa anche il protagonista, ma che almeno dal canto suo ci prova finché non torna a ricadere nella -diametralmente opposta- tentazione originale.
scusate i tanti edit :-[
Altro retroscena, cheppoi è anche lo stesso che ha fregato Nemesis:
entrambi credevamo di andare a vedere un film di supereroi ahahahahahha. Ed entrambi eravamo convinti che lo fosse fino a mezz'ora dalla fine x°°°D.
Questa particolarità al contrario della precedente mi ha fatto parecchio piacere.
Il problema è che divergiamo proprio sul nodo della questione ovvero il piano sequenza come protagonista nella narrazione..non volevo fare il criticone snob ma m'è uscito fagocitato il post, dato che il film non mi è "arrivato".
Parliamone, i piani sequenza non sono tutti uguali, se fosse stato, che so, tipo quello della rissa in Oldboy sarei stato d'accordo con te.
Ma in Birdman la telecamera si muove in, con, e tra protagonisti e scenari, li segue, li precede, butta un'occhio negli angoli e anima gli ambienti trasformandoli nel sesto personaggio (la carrellata nel corridoio che pian piano svela l'origine del rumore di sottofondo in un vecchio aspirapolvere abbandonato acceso...), ma soprattutto scandisce il tempo vitale degli attori, non a caso l'unica dissolvenza multipla la abbiamo nel momento di incoscienza di Riggan, quando sono sogni e ricordi la materia ripresa, mentre il presente è continuamente osservato e testimoniato, a risottolineare ancora come solo la finzione cinematografica, e con essa i suoi errori di superinterpretazione, consenta stacchi dall'oggetto di cui vuole parlare, aggiustamenti, correzioni e quindi la possibilità di alienarsi dal proprio sè reale momentaneamente e di mentire e mentirsi (l'attore migliore del gruppo è l'unico che recita solo fuori dal set ed è se stesso sul palco), ma la genuinità del quotidiano, quella da recuperare per poter dire davvero di essere bravi attori, cioè recitare se stessi, consente solo un unico, continuo piano sequenza.( che si interrompe una volta che Riggan si sia liberato dalla trappola finale, in precedenza magnificamente sintetizzata dalla moglie: "Hai sempre confuso l'amore con l'ammirazione"
.
Per quel che mi riguarda questo film è uno dei pochi, e classici, esempi in cui la tecnica registisca non può e non deve essere scissa da soggetto e sceneggiatura perchè ne rappresenta essa stessa , oltre che voce narrante, parte del narrato...
Visto, mi è piaciuto molto. Del regista mi fidavo, dato che 21 grammi è uno dei miei film preferiti.
Fino a due terzi del film lo avrei considerato un film pressoché perfetto, un capolavoro. In pratica fino alla scena del dialogo al pub con la critica cinematografica
. E, per il significato che stavo dando io al film, dopo quella scena sarebbero potuti comparire i titoli di coda e avrei trovato il film pienamente compiuto.
Ciò che accade dopo, invece, non l'ho apprezzato. Il ritmo cala drasticamente, gli eventi risultano in qualche modo ridondanti e "inutili" sia per quel che riguarda lo sviluppo del protagonista sia per il film nel complesso. Ho avuto la forte percezione che il regista non sapesse più come fare a chiudere il film. E che, non sapendolo chiudere, lo abbia allungato, annacquando quel bellissimo spaccato del mondo dello spettacolo che veniva fuori nella parte precedente.
Questa delusione non è, tuttavia, tanto forte da avermi rovinato il film. Solo che avrebbe potuto essere un capolavoro ed invece si perde un po'. Succede. Complimenti lo stesso ad Inarritu.
Visto oggi, gran film.
Al di là delle performance notevoli del cast e del piano-sequenza di quasi due ore (ok, con la tecnologia attuale dissimulare gli stacchi è più facile di un tempo) è una satira ben scritta che dipinge il mondo surreale dello showbiz in maniera decisamente originale.
Mi è piaciuto come si giochi sul dubbio reale/irreale e come vengano messe alla berlina le idiosincrasie di attori e critica. Non ho visto alcun trailer se non di sfuggita, quindi non so come è stato presentato al pubblico. Suppongo che una fetta di pubblico si aspettasse davvero un superhero movie, e la cosa è paradossalmente divertente.
Visto anch'io ieri sera.
Credo che Inarritu generalizzi la cosa, non soltanto agli attori hollywoodiani, ma anche a ciascuno di noi. Il film parla delle certezze che abbiamo di noi stessi, di come mentiamo a noi stessi dicendoci di essere speciali. E a volte queste certezze vengono meno nel momento in cui riceviamo opinioni contrastanti (Vedi Gwen Stacy che azzera le convinzioni del padre, vedi Norton che sminuisce le convinzioni di Keaton basate su un foglio di carta "scritte da un ubriacone"). Infine ignoriamo tutto "addio e vaffanculo", e spicchiamo il salto per diventare quel che abbiamo sempre desiderato essere.
Mi è notevolmente piaciuto tanto, affascinato dall'inizio alla fine. Immensi Keaton e Gordon. 9 su Trakt.
La scena con i botti è addirittura spiegata dal dialogo, quando Birdman dice che la gente vuole solo film, appunto, con botti ed effettoni. Come tutto il film è satira, è una presa per il culo, ma è anche il momento di svolta del protagonista, che nella sua lucida follia capisce cosa deve fare per diventare "immortale". Morire, appunto.
Ci sono molte possibili interpretazioni del film e del finale, ma se ci fai caso il piano sequenza si interompe solo dopo lo sparo. Cio' divide l'epilogo dal resto del film, portando alla possibile ipotesi che l'ultimo atto possa non essere reale.
Mha alti e bassi. Ben fatto si ma mai coinvolgente
La cosa che mi piace è la ricorsività del personaggio di keaton, cioè nel senso che anche se estremizzato potrebbe essere la sua biografia.
Edward Norton sempre ottimo, emma stone sembra un personaggio dei fumetti e zach gralicomecazzosichiama finalmente in un ruolo decente
divino il bacio lesbo della watts, crispio avrei visto per un'ora solo quello
Alla fine si, bel film, anche se devo ancora elaborare. Averci portato il piccolo di dieci anni è un crimine contro l'umanità, porello :D
L'idea è originale e la presa per il culo agli attori che esordiscono in costume perché così hanno visibilità assicurata, così come per i critici impietosi verso quelli che dopo tentano la conversione.
Che poi l'equazione non è sempre esatta. Mi viene in mente a caso il peggior batman di sempre con clooney e il tentativo di nolan di portare autorevolezza dall'altra parte.
Perché pensavano fosse un film sui super eroi invece è il film anti-marvel per eccellenza. Che in effetti sti film hanno cominciato a frantecare al pari di quelli di animazione tant'è che un ragazzino quelli vuole vedere. It's a true story
Certe cose sono nonsense tipo i poteri reali che ha il protagonista nel film, acquisiti dopo la caduta di un meteorite nel mare e un bagno tra le meduse.
Certe cose sono nonsense tipo i poteri reali che ha il protagonista nel film, acquisiti dopo la caduta di un meteorite nel mare e un bagno tra le meduse.
Ma in realtà non credo che il protagonista abbia "i superpoteri", solo che il film, per marcare il fatto che la gente si considera spesso e volentieri speciale, mette in atto questo teatrino dove lui crede di essere in grado di fare quel casino. E' tutto nella sua testa.
Si ha un senso, perchè quella cosa avviene in un momento di sbrocco dopo che la moglie lo lascia come racconta lui stesso