(https://blog.screenweek.it/wp-content/uploads/2016/12/the-oa-logo-copertina.jpg)
Firmata da Brit Marling e Zal Batmanglij, registi visionari di Sound of My Voice e The East, arriva una serie intensa e ammaliante incentrata sui temi dell'identità, dell'interazione umana e del confine tra la vita e la morte. La serie originale Netflix The OA è un'odissea in otto capitoli prodotta in collaborazione con Plan B Entertainment, Netflix e Anonymous Content. Questa serie innovativa offre agli spettatori un'esperienza unica, che reinventa il formato narrativo di lunga durata.
The OA | Trailer ufficiale (https://www.youtube.com/watch?v=CD6LHngvQJo)
Non vorrei sperarci troppo ma mi sembra una sorta di Stranger Things ambientato ai giorni nostri...
Netflix nell’annunciare la serie sui social ha anche scritto: “Trust the unknown,” ossia fidati dell’ignoto, cosa che fa pensare quindi alla volontà del servizio streaming di non rilasciare dettagli aggiuntivi sulla serie.
...con una spruzzata di X-Files.
(http://www.famouspictures.org/wp-content/uploads/2013/06/I-want-to-believe-X-Files-UFO.jpg)
Esce venerdì 16 dicembre.
Ieri l'ho finita. Mah.
Finale abbastanza d'impatto per il tema, ma il finale di stagione in sé non mi ha convinto e, anzi, m'è sembrato un po' una minchiata.
Lo psicologo che compare a casa di OA senza alcun motivo e solo per dire quel paio di battute mi è sembrato decisamente fuori posto. Ho trovato forzata anche tutta la parte del ristorante e narrata malissimo la parte dell'arresto. Il tizio col fucile che rimarrebbe imbambolato davanti ai 5 che fanno i minchioni mi sembra irrealistico: va lì per fare una strage e alla fine non ammazza nessuno perché si trova 5 tizi che ballano il nuovo tuca-tuca?
Con il colpo di scena (o forse meglio dire di spugna) finale si è lasciata aperta qualsiasi porta, qualsiasi spiegazione, qualsiasi sviluppo. Mi sembra poco per una stagione che, di fatto, è stata interamente cancellata dall'ultimo episodio.
Finita ieri sera.
Ecco le mie considerazioni.
Una serie sicuramente non perfetta ma molto molto interessante.
Conoscevo gia' il lavoro di Brit Marling avendo visto e apprezzato Another Earth ma non sapevo cosa aspettarmi da The OA.
Le serei cambia molto con la quinta puntata, il dubbio se sia tutto una presa per il culo, causato principalmente dalla danza, sale forte e rimane fino alla meta' dell'ultimo episodio.
Ci sono sicuramente momenti poco perfetti: Steve che una vola "salvato" da Betty rimane li' tranquillo senza che i genitori battano ciglio, Elias che si presenta cosi' senza motivo a visitare la casa (anche se ovvio che la causa scatenante sia stata probabilmente il non presentarsi di Prairie al loro quotidiano incontro), Hunter che non piazza un microfono nelle celle e il tempismo tutt'altro che perfetto della scena in cui Alfonso trova i libri.
Un paio di episodi sono anche molto lenti, 5o e 6o.
Ma una volta fatto nostro un bel leap of faith la serie funziona e fa emozionare. Sicuramente non era facile rimanere entusiasti dopo che la prima scena della danza pero' ecco io ci ho dormito sopra e stamattina mi sono svegliato capendo che la serie e' basata sul credere quando la propria vita manca di qualcosa.
I genitori di Prairie credono di poter avere una vita migliore adottando questa bambina cieca, tutti i prigionieri credono in qualcosa di migliore per la loro vita e per questo si fanno convincere da Hunter a seguirlo e le cinque cavie di Prairie anche loro non hanno niente da perdere: Steve e' violento, Alfonso e' povero e immigrato, Jesse e' invisibile, Buck e' in un corpo che non sente suo e Betty e' sola. Poi ovviamente c'e' Prairie che probabilmente ha veramente inventato molte delle cose che ha raccontato.
La location, questa triste citta' americana che non ha un passato e tantomeno un futuro, e' fondamentale per raccontare queste difficolta' nel rimanere ancorati al proprio quotidiano e il ragazzo che si presenta a scuola con il mitra, anche se senza volto, rappresenta in un modo diverso una conseguenza di questa difficolta'.
Una seconda serie potrebbe aggiungere molto, personalmente mi piacerebbe molto vedere la stessa storia raccontata dagli altri prigionieri.
Che poi oh c'e' Sharon Van Etten quindi va bene tutto alla fine: https://www.youtube.com/watch?v=hYgyQ20TJAs
Conoscevo gia' il lavoro di Brit Marling avendo visto e apprezzato Another Earth ma non sapevo cosa aspettarmi da The OA.
Guarda Sound Of My Voice, cosí sulla fiducia senza leggere/vedere nulla, probabilmente ti verrà spontaneo un '' ah....''
Scritto e diretto dal duo.
L'invito è poi al recupero anche di I Origins e The East
Mamma mia, lo sapevo mi sarei pentito.. :D
Sei ad un livello un pò troppo alto per me, e lo dico con sincerità, senza falsa modestia o ironia. Mi piace leggerti proprio perché mi devo sforzare per capire bene quello che intendi dire. Ho dovuto rileggere il tutto un paio di volte. Bellissima interpretazione del tutto, che condivido, soprattutto nell'ultima parte, quella più bella della storia, ma anche quella che mette più in difficoltà, perché ti fa "interagire" con la storia anche solo mettendoti di fronte al bivio di credere o non credere.. I punti interrogativi che lascia aperti sono vari, e non vedo l'ora di vedere cosa hanno studiato per la seconda stagione.
al di la' del fatto se sia vero o meno tutto ciò raccontato da Prairie, mi domando, perché quello dell'Fbi era nella casa la notte che c'è entrato Alfonso? Era lì perché Prairie non era andata all'incontro? Oppure è stato lui a mettere i libri sotto il suo letto per farla in qualche modo passare per pazza? E il fatto che per due volte viene fatto il quinto movimento e per due volte subito dopo qualcuno muore è un caso o vuol dire qualcosa? E Prairie alla fine, quando apre gli occhi e vede la luce bianca, è veramente in un'altra dimensione o più semplicemente in un ospedale psichiatrico?
Spero si mantengano su questo livello anche per la seconda stagione..
I punti interrogativi che lascia aperti sono vari, e non vedo l'ora di vedere cosa hanno studiato per la seconda stagione.
Ti dirò: per quanto mi riguarda, sono stato soddisfatto dalla serie così com'è. Ma sono pronto a vedere la seconda stagione, curioso di vedere come indirizzeranno l'opera.
Riguardo gli interrogativi, lì per lì non ho trovato questioni aperte e anzi, la storia mi è sembrata non solo coerente ma pure chiusa. Dovrei rivederla per rispondere alle domande puntuali che fai sotto spoiler; tuttavia, considera che fai domande in cui escludi il tuo spirito di osservazione, e penso sia questo te le faccia percepire aperte. In particolare, per questa:
E Prairie alla fine, quando apre gli occhi e vede la luce bianca, è veramente in un'altra dimensione o più semplicemente in un ospedale psichiatrico?
Per risponderti riprendo il filone portante dell'opera, la sua metareferenzialità.
Consideriamo le voci narranti e i personaggi relativi.
Prima Prairie: la ragazza rapita. Missione: scappare. Effetti collaterali della missione: riprendere l'uso della vista, aiutare gli altri rapiti a evolvere. Conoscenze acquisite: la morte è un processo, non una fine.
Seconda Prairie: la ragazza fuggita. Missione: ricongiungersi con Homer. Elementi necessari allo scopo: formare un gruppo che comprenda la storia della Prima Prairie per aiutare la Seconda Prairie a evolvere. Conclusione della missione: morte della Seconda Prairie.
Voce narrante: Prairie regista. Missione: far evolvere lo spettatore.
Più che cercare risposte, qui dobbiamo porre le giuste domande; e tenendo presente quanto sopra:
A chi si rivolge Prairie quando apre gli occhi nella stanza di luce e pronuncia: "Homer"?
Vado avanti. Per ora è Martyrs 2008 scevro della parte horror.
In realtá è horror puro ma edulcorato al massimo per essere presentabile al grande pubblico. Gente prigioniera in quel modo per anni si sarebbe ridotta peggio degli animali.
Mi sta piacendo ma in generale meno della prima parte. Mi sembra si sia andati un pelo oltre con le robe di fantasia e si è perso quel bilanciamento delicato che la prima serie aveva tra il credere o non credere alle storie di OA e alla parte paranormale dei suoi racconti.
Esattamente, diciamo che sono andati parecchio oltre, anche come stile... dove la prima era decisamente minimal, ora abbiamo 'ste atmosfere alla Matrix dove ci hanno buttato dentro di tutto.
Sempre curatissima eh, ma non sai più a che credere.
Emblematica la scena:
con la medium, ero convinto fosse una supercazzola della tipa per truffarli, ci stava... ed invece no, ci mancava solo la tavola ouija e liberi tutti.
Poi vabè, app criptiche, polpi parlanti, case coi puzzle della settimana enigmistica, alberi senzienti (ma quest'ultima parte forse erano allucinati...), pure i cubi robot costruiti come nulla fosse.
Insomma, ha perso quella sobrietà e latoccopiano-ismo della prima stagione a favore degli svarioni più disparati che il più delle volte sono abbastanza sterili, meri esercizi di stile.
Si, la segui, continui... ma ti rimane un gran bel "bah" stampato in faccia da inizio a fine serie.
Insomma, è la classica stagione da "sai che fico se -inserire supercazzola a caso- e poi -supercazzola ancora più supercazzolante-... windblowing ah!??!!!" che quando la vedi pensi "eh vabè, son bravi tutti così".
Insomma, non dico che siamo dalle parti di Lost ma con questa stagione la strada tracciata è quella a mio avviso.
p.s. quoto anche @eugenio quando parla di "incrina la sospensione dell'incredulità", è proprio quello il problema principale... non ci credi più, hanno esagerato... quando nella prima stagione avevano fatto un bellissimo lavoro nel farti risucchiare in quel mondo.