Premetto che non ho giocato molto quest’anno (tanto per dirne uno, mi manca Uncharted Lost Legacy da giocare (in realtà pure da comperare)). Ecco, comunque, la mia lista per quest’anno.
-Miglior Gioco dell'Anno
Horizon: Zero Dawn. Senza dubbio alcuno. Il connubio tra tribalità e scienza, tra mitologie primitive e spiegazioni tecnologiche di un mondo ormai non più a misura umana, unita alla possibilità di cacciare ed abbattere sauri giganteschi, vere e proprie forze della natura, con un combat system che dovrebbe essere preso ad esempio da CHIUNQUE realizzi giochi su tutto l’orbe terracqueo, lo fanno assurgere a titolo migliore definitivo.
Sarebbe stato IL capolavoro se solo la cura riposta nei combattimenti coi sauri fosse stata messa anche nei combattimenti cogli umani.
Fortunatamente per noi, l’ipotesi di un Horizon 2 è tutt’altro che peregrina.
Sperando solo che non ci mettano troppo a realizzarlo.
Nioh. Nonostante una narrazione poco coinvolgente, il combat system è uno dei migliori per quanto riguarda l’arte dello swordmanship, con una completezza e varietà che non si vedeva dai tempi di Bushido Blade.
Mass Effect: Andromeda. Nonostante lo sviluppo travagliato e le critiche (anche prevenute e pretestuose a parer mio (grafica al lancio a parte)) del lancio, s’è dimostrato un buon titolo sci-fi, con una storia abbastanza interessante, narrata in maniera sufficientemente coinvolgente ed articolata.
E poi c’è Peebee. PeeBee!!!
-Miglior Comparto Visivo
GT Sport
Scelta difficile, ma vince anche se per poco (e pure un poco a malincuore): nonostante ci siano dei trucchetti sgamabili a macchine ferme, in movimento è qualcosa di pregevole, da un senso di presenza in pista notevole.
Runner up: Horizon: Zero Dawn.
-Miglior Comparto Sonoro
Non saprei, la musica è la prima opzione che abbasso a livelli inimpercettibili (mi distrae, specie nei giochi sportivi).
-Miglior Storia/Narrazione
Horizon: Zero Dawn.
La storia in se e per se non è proprio proprio inedita, ma è sufficientemente avvincente, raccontata bene con una narrazione non convenzionale che mischia le azioni/rivelazioni al PG colla scoperta di vari frammenti di dati sparsi per il mondo (che si legano indissolubilmente alla voglia di scoprire se in quella casettina che si vede laggiù, al limitare della pianura, mezzo sepolta dalla vegetazione, ci possano essere segreti da essere scoperti).
-Miglior Personaggio
Peebee (ME:A): i suoi dialoghi a bordo del Nomad con gli altri PG (specie con Cora e Vetra) valgono il costo del gioco.
-Sorpresa dell'Anno
Pillars of Eternity: Complete Edition (PS4): nell’anno domini 2017 non avrei mai pensato che potesse essere pubblicato un titolo che mi riportasse indietro ai fasti di Baldur’s Gate. Eppure PoE:CE riesce nell’intento, anche se con qualche magnagnuccia che rende un pochino poco user friendly la navigazione nei vari menu.
Runner up: Final Fantasy XII: the Zodiac Age.
- Delusione dell'Anno
Qui la scelta è stata ardua.
Da una parte c’era Watchdogs 2, senza dubbio peggiore del titolo precedente. Ma le mie aspettative su questo titolo eran talmente basse che, seppur ampiamente disattese, non son comunque bastate a fargli vincere questa categoria (d’altra parte, aspettandosi un gioco da 5 ma avere uno da 3 non è grave come aspettarsene uno da 9 ed avere, invece, un gioco da 5).
Quindi, bando alle ciance, e fiato alle trombe: il vincitore è (rrrrrrrruuuummmmmmmmmble. Tchishhn!)
Zelda: Breath of the Wild.
La novità della libera deambulazione ovunque fin dall’inizio (anche se, in effetti, altri titoli in passato avevan permesso questa libertà di girovagare (il più vecchio che riesca a ricordarmi al quale abbia giocato con una simile libertà è Ultima VI)) con una fisica verosimile (anche se la possibilità di scalare pareti del 9 grado senza nessun equipaggiamento specifico un po’ inficia la bontà del sistema fisico) non basta a compensare i difetti di questo titolo:
-storia debole, mal scritta (a livello di sceneggiatura), poco articolata (praticamente 1 main quest e 4 side quest)
- personaggi abbastanza stereotipati e tratteggiati con una punta di umorismo che, in quel contesto, li adombra con un filino inoino di vena grottesca
- sistema di danneggiamento delle armi implementato in maniera piuttosto dubbia: capisco la volontà di non far fossilizzare il giocatore su una sola arma, ma la metodologia scelta fallisce nello scopo in quanto non permette un ricambi adeguato alle situazioni di combattimento che si incontrano man mano del gioco, ottenendo come risultato la mortificazione dello swordmanship
- sistema di crafting anacronostico: non è pensabile ne perdonabile che si debba entrare ed uscire dal menu ogni qual volta si debba creare UN SOLO oggetto.
- mondo enorme ma vuoto contenutisticamente (no, i Kurogo NON sono un efficace metodo per far trovare qualcosa di divertente da afr fare al giocatore man mano che esplora il mondo (personalmente, dopo averne trovati più di un centinaio, penso che li abbiano aggiunti in un secondo momento, quando si sono accorti che un mondo così ampio risultata un po’ troppo vuoto e poteva rendere la deambulazione da A a B noiosa))
- boss poco impegnativi (basta schiantargli un po’ di frecce esplosive sul ghigno e vanno giù senza quasi colpo ferire (con buona pace del “obblighiamo il giocatore a sperimentare varie armi”)).
Come si suole dire, la montagna che ha partorito un topolino.
-Giochi piu attesi nel 2018
Dragon Quest XI
Ni no Kuni 2
Red Dead Revolver 2
Ci aggiungerei anche il desiderio di un bel gioco di tennis.
E, magari, di un titolo Gundamico pari a “Target in sight” o “Senki 0081”, che tutti questi titoli button mashing senza un briciolo di attitudine al pensiero avrebbero anche stufato.