Il punto è proprio l’abitudine a giocare le partite con questa pressione.
La squadra che ha vinto l’Europeo era un gruppo di giocatori su cui nessuno puntava nulla e a cui non si chiedeva niente, e che tra meriti e botte di culo è andata ampiamente sopra le aspettative.
La partita più difficile è stata quella con l’Austria forse, dove si partiva favoriti e si doveva essere propositivi e fare gol, e invece siamo rimasti in piedi grazie a Donnarumma e un fuorigioco millimetrico. Quarti - Semifinale - Finale tutte su supplementari…
Da quando si è iniziato a giocare col peso di essere campioni d’Europa e dover dimostrare di averlo meritato, è stato un crollo verticale, culminato nelle sfide dentro / fuori con Svizzera e Macedonia.
Ieri sera c’erano giocatori che sentivano una pressione addosso infinita, inspiegabile come dopo 20 minuti erano già disperati di non essere ancora riusciti a segnare e giocavano come se fossero i minuti di recupero finali. Gente abituata alle grandi competizioni sopporta ed è abituata a questo tipo di pressioni, con la consapevolezza di essere giocatori di alto livello: io capisco che il valore dei giocatori non sia quello dei bei tempi, ma davvero non è sufficiente a battere la Macedonia?
Mancini ha le sue responsabilità comunque, doveva avere l’intelligenza di schierare e chiamare chi era più in condizione, serviva gamba e freschezza, non intesa. Parla di “miei ragazzi” ma la Nazionale non è sua, è di tutti, la gratitudine non esiste in questi casi e aveva il dovere di far giocare chi lo meritava.
Ma additare lui come principale responsabile sarebbe limitante e ingeneroso, perché il risultato di ieri sera è l’ennesimo frutto di un calcio, quello italiano, malato su tantissimi livelli: giudiziario, economico, burocratico, politico, di programmazione, che va rifondato. Eppure il discorso di Gravina era tutto un “io”, “io”, “io”, roba a cui non potevo credere. L’Europeo è stato un puro caso.
E non che il calcio a livello mondiale stia meglio, per tutti i motivi esposti da Raven e anche altri.