Qualche tempo fa ho comprato questa Collection per i motivi che penso abbiano spinto molti di noi a farlo: titoli classici, per la prima volta in HD, portatili e “stanziali”, in un’edizione fisica che li racchiude tutti.
Li avevo già spolpati tutti all’epoca delle loro uscite (eccetto Mario 64 che giocai attorno al 2000) e tutti completati due volte e con tutte le stelle. Posso dire, insomma, di conoscere bene questi giochi, eppure rigiocarli nel 2021, anche solo parzialmente, è stato molto interessante. Da tempo rimuginavo e volevo scrivere un po’ di pensieri al riguardo.
Come molti, a questo giro ho cominciato da Sunshine, che non aveva mai avuto alcuna riedizione. Ho ottenuto una sessantina di stelle e l’esperienza è stata a tratti traumatica.
Premetto subito che la grafica, la direzione artistica ed i controlli reggono ancora oggi e, giocando, non si può non pensare a quanti passi in avanti siano stati fatti nella realizzazione di un platform tridimensionale rispetto a Mario 64. Insomma, credo che il valore storico del titolo sia da sottolineare ancora oggi.
Però. Però l’esperienza complessiva è spesso poco divertente. E non solo perché siamo nel 2021, lo era anche all’epoca, ma il contesto storico faceva sì che fossimo più propensi a deglutire cose che oggi proprio non vanno giù.
I problemi sono principalmente strutturali, di level design e di disequilibrio nella qualità dei contenuti ludici.
Cominciando da questo disequilibrio: inizio a pensare che sia la cifra dei Mario 3D puri, dato che di contenuti altalenanti ne abbiamo sia nel 64 che in Odyssey. Penso a roba come “fai una gara di Bob con un pinguino” (64) o “porta un frutto fino all’uovo di Yoshi per poter accedere alla seconda parte della missione” (Sunshine). Perdite di tempo figlie dell’esigenza di allungare il brodo di giochi diventati improvvisamente troppo costosi e lunghi da produrre, in pratica problemi figli dell’epoca storica dell’avvento della tridimensionalità. Ma Sunshine aggiunge altro al mix: una certa dose di mondi poco interessanti e il noto problema strutturale delle missioni da svolgere in una sequenza prestabilita. Per andare sul concreto: i mondi in Sunshine sono 7 (pochi) e se alcuni sono molto riusciti e danno la sensazione di spazi da esplorare e in cui immergersi (le colline, il porto, la baia dei Noki), altri sono letali nella loro banalità e/o nella frustrazione prodotta da alcuni dei loro contenuti ludici (l’hotel, il luna park). Ad esempio, la missione nell’hotel con Yoshi mi ha quasi fatto lanciare lo Switch dalla finestra, ma ce ne sono altre*. E quando trovi un contenuto ludico scarso o frustrante, le scelte per cambiare direzione non sono poi molte, dato che le missioni, in ciascun mondo, sono sbloccabili solo in una rigida sequenza.
(*il boss Boo nel casinò, le gare a bordo delle seppie, dove se tocchi un ostacolo crepi e vieni buttato fuori dal mondo di gioco, ecc ecc)
E questo mi porta a Mario 64 del quale, a questo giro, avrò giocato solo una ventina di stelle. Come mai, nonostante l’arcaicità, Mario 64 mi pare che tuttora funzioni meglio di Sunshine? In una parola: per la varietà. Non solo il 64 ha più mondi, cosa che permette al giocatore di cambiare spesso scenario e rinvigorire la sua voglia di esplorare, ma la maggior parte di essi sono grandi spazi da esplorare senza limiti. Le cui missioni possono cominciare con un proposito, ma concludersi con un altro. Insomma, molto lontano dalle soluzioni ineleganti alla Sunshine, tipo quella del mondo del luna park, dove le prime missioni si svolgono solo nella piccola e poco interessante spiaggia antistante al parco giochi.
Certo, alla luce di questi due giochi, mi viene la voglia di rivalutare tantissimo Odyssey (che non amo), dato che è certamente il più divertente e moderno della linea evolutiva “3D pura”. Poi, però, penso a quali Mario ci sono stati tra il 2003 e il 2021, e penso semplicemente che Odyssey abbia fatto ciò che doveva. Un grande conseguimento, ma non un conseguimento epocale, ecco.
E quindi, Galaxy, del quale a questo giro avrò fatto una cinquantina di stelle. Come mi piace spesso sottolineare, Galaxy non è un gioco perfetto. Penso che molti dei successivi Mario, a partire dal seguito diretto, abbiano perfezionato e rifinito, risultando persino più divertenti. Tra i difetti si segnalano: l’inizio lento pieno di cutscene, i troppi i npc con cui parlare, i livelli gimmick con i controlli di movimento (la manta…brrr…), la natura un po’ spezzettata del ritmo (“passa al planetoide successivo appena avrai ucciso tutti i nemici di questo”), e se ci penso ne trovo altri.
Eppure, rigiocandolo, ricordo chiaramente perché questo gioco è e sarà a lungo considerato il miglior Mario 3D e uno dei migliori giochi della storia, “il nuovo Mario 64”, “il nuovo Ocarina”, “il nuovo Prime”, “una rivoluzione di quelle che accadono ogni dieci anni”. Perché in termini di puro divertimento lo scarto che si è avuto da Sunshine a Galaxy è qualcosa di difficilmente quantificabile a parole, qualcosa di mai visto. E come si spiega? Si spiega nella (quasi) completa negazione della tridimensionalità, dei suoi ritmi blandi e allungati, della sua difficoltà di navigazione e controllo. Tutto in Galaxy è pensato per aiutare il giocatore a sapere sempre cosa fare e dove andare, senza perdersi, senza dover lottare con controlli e telecamera. Tutto è pensato per negare le diradate geometrie dei mondi 3d marieschi, con le loro “quest” da risolvere, e riappropriarsi, invece, del concetto di corsa a ostacoli dei Mario 2D. Corse a ostacoli piene di piattaforme mobili, interruttori, nemici e, in una parola, ritmo. Il risultato è che il gioco, al di là delle occasionali missioni meno ispirate è davvero divertentissimo, sì, anche nel 2021. Semplicemente pazzesco. E le idee, gli elementi ludici, i tasselli che costituiscono i livelli sono talmente tanti, riusciti e originali che tutti i Mario 3D successivi ne attingono come si fa con un dizionario quando si deve scrivere un testo. Ed è questo il motivo, in ultima analisi, per cui i successivi Mario 3D sembrano tutti un po’ già visti e quindi, nella testa degli appassionati, il migliore in assoluto rimane sempre lui: l’incredibile Mario Galaxy.
Insomma, indugiare nuovamente sulle “origini” dei Mario 3D è stato davvero interessante.
Per quanto mi riguarda, se dovessi esprimere una classifica di “valore storico” di questi giochi, sarebbe: Mario 64 (inventore della piena tridimensionalità, e non solo del platform 3D come sostengono alcuni) > Galaxy (Mario 3D che si riappropria del course design degli episodi 2D) > tutti gli altri.
Se dovessi, invece, esprimere il mio gradimento, la classifica della qualità dei titoli insomma, sarebbe:
3D World/Land > Galaxy 1 e 2 > (Bowser’s Fury)* > Odyssey > 64 > Sunshine
*per motivi strutturali: è chiaro che essendo una sorta di DLC è difficile da comparare ai giochi “main”.