Ho iniziato a vedere Mr. Nobody [...]
Visto.
Sono certo di non aver colto il punto centrale del film. Sicuramente, un po' per mie lacune; altrettanto sicuramente, per una visione d'insieme a tratti fuori fuoco, più spesso zigzagante. Inizia come fantascientifico, vira sulla commedia drammatica, riprende come thriller, ritorna alla commedia - questa volta sentimentale, però - e infine, conclude spernacchiando lo spettatore.
Segue un possibile sviluppo di dialogo tra il film e me stesso.
- Ahah, tu credevi che fosse Nemo il protagonista della narrazione, vero?
- Beh, non è che lo credevo: me l'hai mostrato tu, così.
- Invece, no! La protagonista della narrazione è la narrazione stessa.
- Ah.
- Non avevi capito che Nemo fosse un simulacro per indicare nessuno, cioè tutti?
- Veramente, sì.
- ...ah.
- È che hai spostato continuamente l'oggetto del discorso, usando registri stilistici diversi e sforando la quarta parete con citazioni da bignami della fisica che lasciano il tempo che trovano.
- Non solo! Ho anche identificato le possibilità di scelta di Nemo coordinando: i colori nella fotografia, i costumi dei personaggi, i caratteri dei simulanti.
- Bravo.
- Grazie.
- Resta il fatto che non si capisce dove tu voglia andare a parare.
- Ovvio! Perché tu cerchi un tema portante, mentre io ti offro una pluralità di scelte - come quelle che ha Nemo - che tu non sai o non vuoi cogliere!
- Veramente, una la colgo.
- Prego.
- Fai il furbetto.
- No! Io sono un film complesso, che richiede capacità critiche e analitiche alla portata di pochi eletti.
- Bene. Auguri.
Insomma. Per chi vuole perdersi nei meandri delle spiegazioni, troverà ampi spazi con questo film. Tuttavia, usando termini introdotti da Umberto Eco, direi che questa è un'opera sgangherata ma non sgangherabile; da cui la possibilità di darne forma compiuta solo nella propria testa, rimuovendo selettivamente dei passaggi ed enfatizzandone altri. Poiché, nel tourbillon temporale delle scene, nel continuo alternarsi tra soggetto e oggetto, nell'uso dichiaratamente scorretto dei personaggi, di tutta la complicazione messa in scena rimane un dubbio: che il regista tenesse più a fare un patchwork che non a usare il patchwork per donarci il suo messaggio.