Penso si possa dire senza essere additati come putiniani che le amministrazioni ucraine hanno fatto poco, da Poroshenko in poi, per acquietare gli animi delle regioni russofone, evitando di lasciare facile campo alle politiche aggressive di Putin.
Negli accordi di Minsk, se non erro, erano previsti referendum nel Donbass. Si fossero fatti o, ancora meglio, fosse stata garantita d'ufficio un'autonomia regionale sicuramente sentita da una grossa fetta della popolazione, si sarebbe quantomeno tolto dalle mani al macellaio Putin un facile pretesto.
Se non è stato fatto, é perché la retorica nazionalista poco si presta, storicamente, alla ripartizione del potere.
Da qui a scrivere certe corbellerie come quelle lette poco sopra, ovviamente, ce ne passa parecchio.
Diciamo, più blandamente, che il nazionalismo cieco e la retorica fanno danni a prescindere. Soprattutto perché confliggono assai facilmente con gli altri nazionalismi e le altre retoriche.
Detto ciò, lunga vita all'Ucraina filoeuropeista e democratica, e che finiscano il più in fretta possibile le orrende dittature russa e cinese. Per il bene loro e dell'umanità tutta.