Nel post da una parte faccio riferimento alla ghirrosità dell'idea. La cosa è duplice, e dato che mi dici che è tutto nuovo per te mi permetto di farti dare una sbirciata al genio di uno delle più grandi menti fotografiche (non solo fotografo) che abbia mai avuto l'italia, ovvero Luigi Ghirri.
1) Dal punto di vista meramente grafico era un maestro delle "cornici". o meglio, delle quinte. Credeva, e non a torto, che l'immagine costruita da più immagini, l'uso di elementi da ponte per il fuori fotogramma (i cosìdetti "ponti"), rendessero l'immagine più gradevole e completa.
L'esempio più semplice, che è un po' l'equivalente del cerchio di giotto, è questo:
Come roba è geniale: sono due immagini, una con ripartizione a metà l'altra a bande sui terzi.
Che poi è un insegnamento stilistico che mi porto appresso da dieci anni e che cerco istintivamente anche in ambiti del tutto diversi dal paesaggio urbano, sopratutto quando non puoi fare a meno di espedienti per isolare il soggetto nel caos (o di mettere ordine al caos):
2) Secondo punto d'ispirazione ghirriana è Atlante. In pratica Ghirri era spesso malato, motivo per cui è morto giovanissimo intorno ai 40. In uno dei suoi stop forzati si fece prestare da tutti gli amici atlanti e mappe, anche astronomiche, e se le fotografò, e creò una sequenza con foto di mappe costruendo, di fatto, un viaggio e un mondo inesistente.
In parole semplici, questo qui nel 1998 ha già reso noi obsoleti con i nostri "mondi virtuali". L'aveva già fatto. Cazzo di genio.