Non mi è chiaro se, in questo caso, la concorrenza sarà un vantaggio per lo spettatore.
Immagino che aumenteranno gli investimenti per la produzione di contenuti, quindi saremo sommersi dall’intrattenimento, ma a quale costo? La “necessità” (tra molte virgolette) di abbonarsi a più servizi perché alcune tipologie di contenuti inizieranno a frammentarsi?
Inoltre, doversi spartire gli abbonamenti (nell’articolo spiega che sembra esserci posto solo per due servizi dominanti, gli altri resterebbero marginali) sarà un vantaggio o uno svantaggio per gli investimenti di ciascuno?
Cos’è accaduto con il calcio in Italia?
Questi ultimi due anni abbiamo dovuto saltare di palo in frasca per vedere le partite, mi sembra senza alcun vantaggio in termini di costi. Al contrario. Può essere un caso simile?
La concorrenza è un caposaldo, ma in alcuni settori una bilanciata concentrazione di risorse (capisco che sembri un ossimoro, ma in realtà non lo considero tale) non porta a una più veloce evoluzione dei servizi, perché permette ai mono/duopolisti di investire massicciamente e rientrare con più probabilità degli investimenti?
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