Dopo l'enorme successo del primo capitolo, traianato da uno statuario VanDamme (Guile) e dalla capacità recitativa della allora non ancora anziana Kylie Kylie Minogue (Kammy) il mondo si è reso conto che ancora molto era da raccontare, quindi ecco un secondo capitolo, non collegato al primo se non per la cura certosina con cui ricostruisce i pathos e l'atmosfera che permea tanto la serie digitale quanto le pellicole.
Il cast brilla tanto per caratura quanto per impegno recitativo ed agonistico: Krystin Kreuk, star della serie Smallville da vita ad una Chun Li tanto bella quanto credibile, pregevole il desiderio della giovane attrice di non utilizzare controfigure nemmeno per gli stunt più complessi, demandando unicamente alla sua atleticità stupenda e sinuosa le scene di azione, invero assai complesse alle volte. Risulta assolutamente credibile ed espressiva pur nei momenti più impensabili.
Il cast è coadiuvato da un ottimo Chris Klein (OZ di American Pie) assolutamente a suo agio nei panni di un agile investigatore della squadra speciale; la sua parte è tanto importante per l'economia del film quanto ben recitata.
I villain sono come ci si aspetta un impareggiabile Mr Bison magistralmente interpretato da un sontuoso Neal McDonough, e un potentissimo Balrog (Michael Clarke Duncan) che questa volta risulta inserito tra le schiere dei villain, al contrario di quanto visto nel precedente lungometraggio. Compare anche uno stupendo Vega.
Unica nota dolente del film è l'apporto di Robin Shou, se riusciva ad essere credibile in Mortal Kombat, oggi, 28 anni dopo, risulta lento ed impacciato, assolutamente non all'altezza della parte affidatagli.
Forse nel suo caso sarebbe stato d'uopo assegnarli una contrafigura anzichè puntare alla perfezione stilistica: la scelta di utilizzare solo gli attori nel suo caso non ripaga delle fatiche per scegliere sempre l'inquadratura migliore onde far trasparire questa scelta, le scene in cui compare sono rozze, lente e poco affini al clima di sublime coreografia che invece permea le scene in cui lui non compare. Davvero un peccato.
La trama è assolutamente incisiva e praticamente mai scontata: in soldoni si tratta di un continuo capovolgimento di elementi dati per scontati, forieri di tematiche e sottotesti assai pregevoli.
Il twist del padre morto, che in realtà non era morto, ma poi muore, è un qualcosa di sublibe e metareferenziale ai massimi assoluti.
Una piccola perla di cui troppo spesso si sente parlare, per ora.
Infatti ho deciso, tanto reputo meritevole l'opera, di farmi carico delle spese di distribuzione per le sale italiane, restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti.
Nel mentre, guardatelo, perchè solamente con visioni ripetute e approfondite si possono cogliere tutti i presizioni riferimenti che impresiziosiscono questo film.