Finito in un paio di giorni, in un tour de force che non facevo dai tempi di Shadow of Colossus.
Il complimento principale è che quando il gioco ti lascia giocare è l'esempio migliore di narrazione videoludica. Il sistema di combattimento semplice ed essenziale ma stiloso è notevole. Ottima l'idea degli episodi, però ricordava talmente tanto Alone in the Dark che un po' rovinava l'atmosfera. Apprezzabile la storia, specie i manoscritti, ma veramente troppi troppi troppi riferimenti a roba di King. Quando gli autori vanno per i cazzi loro tirano fuori roba sensazionale (il concerto, picco di game design del gioco) quindi è il caso che credano di più in loro stessi: il caro vecchio Stefano Re negli ultimi anni si è rincretinito peggio di Frank Miller.
Difetto principale è il passo indietro che il gioco compie ogni volta che appaiono le bande nere (maledette, disgraziate, orripilanti bande nere) sia perché il resto dell'avventura mostra che non ce n'è bisogno, sia perché Bioshock, Assassin's Creed, Darkness, King Kong e Dead Space hanno dimostrato che non ce n'è bisogno.
Barry è la migliore spalla di tutti i tempi.
Lo millerò volentieri.