Double Fine sta diventando una delle mie software house preferite.
Questo The Cave è un altro piccolo gioiello, scritto con eleganza, assemblato con arguzia, pieno di ironia ma, soprattutto, di una grottesca amarezza di fondo.
Gilbert ha ideato la sua personale metafora della caverna, come un viaggio nella coscienza di ciascun personaggio. Splendido.
Ora, andando a spalare il letame dal fondo della caverna, il gioco rende assai meno di quanto dovrebbe per un paio di motivi: è un esercizio che richiede impegno quasi fisico, oltre che intellettuale.
(Sì, questo motivo ne vale due)
Nello specifico:
1. Il movimento dei personaggi nello scenario è troppo poco fluido per un gioco che richiede di viaggiare avanti e indietro per luoghi che, a volte, non sono piccolissimi.
2. È un gioco che richiede di viaggiare avanti e indietro.
Capisco che veniamo da avventure grafiche in cui tornare alla stessa location cinquanta volte, ma rendere tutto più leggero avrebbe giovato.
Di nuovo nello specifico, alcuni interventi che forse sarebbero stati utili:
1. Possibilità di chiamare a sé gli altri due personaggi.
2. Minimappa stilizzata da far apparire in sovrimpressione con SELECT.
3. Velocità di movimento leggermente aumentata e di salita/discesa da scale/funi molto aumentata.
Detto questo, dopo averlo finito con cavaliere, zoticone e gemelli, ho fatto quello che non credevo, e l'ho rifinito con scienziata, esploratrice e viaggiatrice del tempo.
Bello bello bello.
Faticoso.
In sostanza, richiede un investimento di energie, ma ripaga molto.
Ho apprezzato più degli altri i livelli dei gemelli, della viaggiatrice nel tempo, della scienziata. Anche l'esploratrice, poi il cavaliere. Zoticone troppo frammentato, per quanto valido.
Se penso che era a un dollaro su PSN statunitense, piangono gli angeli.
Ron Gilbert. Bravo.