That’s the point. Il reboot di TR non sarebbe il gioco che è, se Uncharted non fosse esistito all’epoca.
Sì, certo. Ma per quanto mi riguarda questo è un male, poiché il superiore richiamo commerciale e di pubblico del gioco ND ha decretato il destino di Lara. Naturalmente, trattandosi di multinazionali che devono fatturare, le ragioni economiche determinano anche la logica di una simile scelta. Però, ecco, si vede.
Perdonami, ma la tua idea seminale a me sembra un presupposto assurdo.
Era evidente da subito che TR2013 non avesse gameplay da spartire con la serie classica... e sapevamo tutti che il gameplay della serie classica - già molto mutato nella trilogia Legend/Anniversary/Underworld - non aveva un luogo nel panorama AAA del 2013, come non lo ha tuttora.
E non trovo (più) un motivo per giudicare un gioco sulla base di ciò che NON è. La gente che continua a dire “nessun nuovo Paper Mario è nello stile di Il Portale Millenario, ergo fa cagare a prescindere” e mi ignora un bijou come Color Splash mi fa bollire il sangue.
Perché assurdo? E poi non è manco un presupposto, è un ragionamento sugli effetti. Parti da quello che dice Hob, Uncharted deve fare l'Uncharted e TR deve fare il TR. Semplice. Che non avesse nulla a che spartire con la serie classica io non potevo saperlo prima di giocarci e, per citare quello che scrive Xpeter qui sopra, io mi sono trovato con un mediocre clone di un gioco che ha una meccanica di gioco (ma anche una filosofia) antitetica a TR, ossia Uncharted. Non è che io voglia lo stesso gioco di 20 anni, io vorrei un gioco che, con tutti i guadagni della modernità, conservi il senso di quell'esperienza. Che, a meno di smentite, si basa sulla dilatazione del tempo, sull'osservazione, su ritmo compassato e sulla risoluzione di problemi ambientali. Certo, il videogioco moderno è più serrato nei ritmi e meno esigente in termini di pensiero laterale, ma i Souls hanno dimostrato che anche un videogioco con richieste importanti in termini di impegno, tempo e difficoltà può ambire a vendite milionarie. TR reboot è davvero un gioco pigro in questo senso, poco coraggioso e del tutto derivativo.
Quello che dicevo anche nei post precedenti è proprio questo: grave aver sputato su TR 2013 per ciò che NON era, portando i dev a sviluppare i due sequel... ancor più lontano dalle origini, trasformando TR in un’insalata di AAA games dei poveri, tanta parte di questi giochi deriva da altre produzioni più vendute e Metacriticate.
Domanda: perché la gente c'ha sputato sopra? Perché non capisce questo raffinato pezzo di software? Oppure perché TR ha una storia, una tradizione e determinati aspetti che lo qualificano come oggetto peculiare rispetto a qualsiasi altro gioco? Ego, quello che sto provando a dirti (nel mio pensiero e quindi non credo di vederla come te) è che TR 2013 è comunque piuttosto mediocre in quasi ogni comparto (pensa a come si sono espressi utenti come Teokrazia, The Metaller, Xpeter e molti altri), con eccezione della realizzazione tecnica e artistica. Da quel gioco partono i problemi, da quell'impostazione si determinano i collezionabili acefali, le risorse asfissianti, i documenti chilometrici, lì nasce la filosofia delle tombe avulse con enigmistica raffazzonata, ovvio l'esplorazione fatta a corridoi era una caratteristica già presente nei precedenti 3 e qui viene solo organizzata per zone. Anche la celebrata parte shooter, ecco..Decente, apprezzabile se vuoi, ma è poca cosa rispetto a tutto quello a cui si è dovuto rinunciare. Sì, è peggiorata nei seguiti (tanto) ma è davvero un feedback che il giocatore consapevole di TR non poteva non fornire. E' tutto sbagliato, un coacervo di elementi mediocri atti a creare un'esperienza del tutto snaturata.
Poi, per coerenza, potrei dirti che Rise e Shadow per derivazione fanno ugualmente "specie" a causa della successiva ibridazione con l'open world e sono dispostissimo a dirlo, ma è un prezzo che sono disposto a pagare per strappare l'ammissione che il problema sia il 2013 e le sue scelte scellerate.