Mi sono messo in pari dopo tre settimane, e... Ho sempre meno parole.
Enorme gratitudine a Lynch per regalarci un simile distillato di bellezza.
La nonscialanza con cui continua a cavalcare registri apparentemente inconciliabili come fossero vacche da monta, l'equilibrismo pazzesco con cui sfida il rischio costante del ridicolo, del ridondante, del tedioso, sovvertendoli e ribaltandoli...
Riesce a farmi ridere di gusto e commuovere a un battito di fotogramma, a volte nello stesso impossibile momento. Riesce a fottersene del ritmo e delle esigenze strutturali tipiche della serialità... E' tutto un cliffhanger e niente lo è, chisselincula l'intreccio, il mistero, c'è tutto ma non conta niente, è parcellizzato e destrutturato a un punto tale da venire ridefinito in negativo e in positivo, viva il racconto e sticazzi del racconto; la serialità, sai che c'è te la dilato fino a mostrarti che si smaglia sotto i tuoi occhi.
Bestemmio fortissimo per l'assenza dei recap ad ogni inizio episodio, e poi ringrazio per la scelta, coraggiosa come tutto il resto.
E gli attori, da cui cava continue interpretazioni tra il sublime e l'imbarazzante, verissimi e maschere, sopra le righe al limite del ridicolo e così intensi.
Tra le altre cose, mi sembra che stia dando una lezione grossa così a tanto post-post che ci ha messo un decennio scarso a diventare stantia dottrina e maniera, e ci riesce con quella leggerezza che può avere solo chi dà lezioni senza neppure volerlo, con un'alzata di spalle e il puro piacere di fare ciò che si sente necessario.
E tutto questo da un settantenne (?) saggio e giovanissimo insieme. Alla fine è Lynch sospeso nel tempo, che ci parla da un'altra dimensione. E le parole non servono.