Ma in realtà è l'uomo che non conosce bene come funziona l'universo, non il fotone.
Il paradosso sta nel fatto che, al di là dell'espediente narrativo, lo scrittore stesso non sapeva come si sarebbe comportato il fotone.
Nella realtà il fotone lo saprebbe eccome.
Riguardo la "macchina perfetta", dal momento che potrebbe replicare perfettamente sempre lo stesso lancio la si potrebbe calibrare per far uscire sempre testa o sempre croce, o addirittura per far cadere la moneta di taglio.
Ebbene si, le macchine barano.
Mosè lo lascerei dov'è: nel mondo delle leggende epiche.
E la cosa sorprenderà qualcuno, ma i comandamenti ce li siamo effettivamente scritti da soli.