Il che è ironico, se me lo permetti, visto che il salto da SMW a Super Mario 64 è stato in fin dei conti figlio di un ulteriore salto tecnologico, lo stesso che secondo te non serve.
(ne approfitto per una precisazione: non credo di aver detto che il salto tecnologico non serve, semmai che possa essere secondario come importanza rispetto ad altre cose che reputo vitali in un videogioco)
E' quello che intendo dire. Secondo me, "lamentarsi" che non vi sia mai più stato un salto pari a quello dal 2D al 3D è come lamentarsi che al cinema non vi mai più stato un salto pari a quello dal muto al sonoro. [...] Semplicemente vi sono traguardi tecnologici che superano in entità tutti gli altri, per la loro stessa natura.
Sì, questo lo condivido.
Tuttavia il discorso cinematografico è interessante per imbastire un parallelo: la mia attuale visione del problema infatti mi porta infatti ad un paragone di natura leggermente diversa.
E allora rilancio: pensare che i miglioramenti tecnologici di per sè consentano la creazione di videogiochi migliori è come dire che la "vecchia" trilogia di Star Wars sta sotto alla "nuova"-prequel grazie all'uso massiccio, in quest'ultima, della computergrafica.
Più in generale, oggi disponiamo di tecnologia in abbondanza a prezzi tutto sommato ridicoli (ho un'età che mi consente di ricordare il glorioso Commodore64 a circa 800mila lire: il prezzo di Playstation4 in vendita da stanotte, e tralasciamo l'inflazione!) ma è l'uso che se ne fa a determinare la mia generale (in)soddisfazione.
Mi reputo un tipo abbastanza pragmatico, ragion per cui, con anni di percentuali stratosferiche di mirabilanti promesse che NON si sono concretizzate, faccio fatica a non mostrarmi insofferente di fronte all'ennesimo giro di marketing.
Ad esempio...
Quanto al discorso dell'avanzamento tecnologico, non lo collego a discorsi sulla risoluzione o sul framerate. Voglio dire, è chiaro che se un gioco è a 1080p/60fps va benissimo
...il framerate.
Ignoriamo pure il salto, abbastanza inutile, all'alta definizione (intendiamoci, ormai l'HD è tra noi e ce la teniamo, ma chissà quali meraviglie avrebbero potuto sfornare macchine di classe PS3/360 se avessero dovuto gestire "solo" i pixel delle TV a definizione standard), ma il fatto che ancora oggi il puntare su un frame rate elevato sia una questione ludico-filosofica più che strettamente tecnica dovrebbe dirla lunga su quale sia il reale impatto sui videogiochi della tecnologia, e soprattutto i limiti che
il mercato impone a quest'ultima.
Insomma dal mio punto di vista non c'è il minimo dubbio che tra risoluzione e frame rate il parametro che ha un
concreto riscontro pratico/ludico (e che quindi, idealmente, produttori e consumatori dovrebbero pretendere) sia il secondo.
Ma quasi sempre quello che fa vendere più giochi è il primo.
Mi riferisco piuttosto ad elementi come la fisica, l'Intelligenza Artificiale, la credibilità di mondi e personaggi, la persistenza delle azioni del giocatore nel mondo di giocatore, la possibilità che si crei un gameplay emergente grazie ad una più rifinita definizione delle regole intorno alle quali è costruito un gioco.
[...]
Mi piacerebbe che fosse così semplice (e tralasciamo il fatto che io NON sono convinto che la strada per dei giochi migliori sia quella di creare delle simulazioni quanto più possibile realistiche: perchè a ben pensarci è questo che "chiedi") ma la realtà delle cose è che dobbiamo scontrarci con due problemi enormi.
Il primo è quello dei costi: tutte queste cose hanno un prezzo, e per quanto ci scappi sempre il ritocchino verso l'alto dei giochi e/o altri strumenti per monetizzare con facilità, non è realistico pensare che li si possa far crescere all'infinito. Il mercato ha pagato a carissimo prezzo i forecast fuori dal mondo di tanti, troppi dirigenti: questa strada porta verso il collasso del sistema.
E poi il secondo, quello forse più di peso: ammesso e non concesso che si riesca a rifinire meglio i giochi come desidereresti, ce l'abbiamo un'utenza sufficientemente ampia che giustifichi questo tipo di investimento? Questo anche senza tener conto del livello del videogiocatore medio in caduta libera (cioè signori, qui abbiamo giochi con un livello di sfida che quasi si completano da soli, altro che maggiore complessità / realismo... o ancora, che senso ha sviluppare un'AI super-affinata, in un mondo che spinge sempre più sulla connettività online e che quindi può offrire degli avversari
umani con immane facilita?)
Non lo so, forse il mio modo di vedere le cose risente dell'età (40 anni, di cui oltre 30 spesi appresso a questo fantastico passatempo) ma in tutta onestà trovo ci si concentri troppo su aspetti del videogioco che reputo secondari, tralasciandone altri a mio parere molto più sostanziali... e si finisce così per riproporre sempre la solita minestra, solo un pelino abbellita esteticamente.
La domanda è allora: dobbiamo forse restare tutta la vita con il VIC20?
Chiaramento NO. Tuttavia, ribadisco, negli ultimi anni trovo che gli sforzi profusi sul versante tecnologico non siano stati proporzionali alle ricadute sul piano meramente ludico. Ho bisogno di giochi che sappiano stupirmi un po' più spesso, l'orgasmo per gli occhi è, appunto, un orgasmo: e dura poco.