Quattro mesi fa ordino un computer portatile su Gearbest. È per un regalo di fine anno scolastico, che sarebbe stato di lì a due mesi; mi dico: vuoi che non arrivi in due mesi?
Passa una settimana dall'ordine, e il computer risulta sia disponibile sia non spedito.
Saranno intasati in magazzino, mi dico.
Passano due settimane dall'ordine, e il computer risulta ancora disponibile ma non ancora spedito.
Saranno molto intasati in magazzino, mi dico.
Passa un mese dall'ordine, e non mi dico più niente. Scrivo al servizio clienti ("cordialità") chiedendo lumi. Mi rispondono di pazientare perché c'è un problema col colore del computer che ho ordinato, e mi offrono due alternative: cambiare colore o farmi restituire i soldi. Sono fiducioso: cambio colore, purché sia già disponibile in magazzino. Mi assicurano che lo spediranno con la massima celerità.
Ora, l'incipit di codesto racconto è: quattro mesi fa ordino un computer su Gearbest. La prima risposta dell'assistenza è di un mese successivo all'ordine, cioé di tre mesi fa. Chissà se nel frattempo il computer è arrivato?
Chissà?
Chi lo sa?
Lo so io; lo sapete voi; lo sanno i santi del calendario. Tutti.
Il computer non arriva.
Un paio di settimane dopo la "massima celerità" arriva un messaggio dall'assistenza. Mi riferiscono che il servizio tecnico ha rilevato una caratteristica che non era stata dichiarata nella scheda tecnica al momento dell'ordine: l'uso di un monitor esterno è possibile solo se il computer è collegato all'alimentatore; voglio mantenere l'ordine oppure riavere i soldi?
Faccio due conti. Ormai questo regalo è saltato, lo gestirò in altro modo. Adesso è una sfida tra me e il disservizio clienti.
"Mantengo l'ordine, grazie".
Sono pronto a perdere il computer.
Sono pronto a perdere i soldi.
La domanda è: sono pronti i loro santi del calendario?