Ci sono storie che devono andare in un determinato modo.
Ibra era considerato uno che si vendeva al miglior offerente fino all'arrivo al Milan, poi lì è scattato qualcosa tra lui e il club, l'ambiente, ed è stato amore, che ha fatto un lungo giro per poi ritrovarsi.
Per Calhanoglu il discorso verte tutto dal punto di vista tattico: al Milan da trequartista non è mai sbocciato, troppo poco spazio e gioco troppo corto per uno con le sue caratteristiche. Non era inseribile nello scacchiere del Milan, e infatti le sue prove sono sempre state mediocri, anche perché gli si chiedevano gol e assist che hanno sempre latitato. Per il rendimento dimostrato al Milan, non meritava quell'ingaggio ed è stato naturale lasciarlo andare.
Arretrato a mezz'ala o addirittura a vertice basso, senza la necessità di dover portare i classici "bonus", ha fatto il salto di qualità. E ha trovato una squadra che per struttura fisica sfrutta le sue qualità balistiche da fermo. Bravi i dirigenti dell'Inter a capirlo e a puntarci, bravo anche il tanto vituperato Inzaghi a inserirlo e adattarlo. Evidentemente è un giocatore per caratteristiche perfetto per questa Inter.
Io quello che contesto al giocatore è la modalità di uscita, le dichiarazioni successive. Se ne è andato ai rivali della città per 500.000 euro di differenza, senza riconoscenza a un club che ha sopportato 4 anni di prestazioni mediocri ma che comunque voleva continuare a tenerlo a certe condizioni.
Non deve essersi lasciato bene neanche col gruppo, che l'anno scorso l'ha mandato pesantemente a fanculo dopo la vittoria scudetto (per quanto possa essere stato un atteggiamento censurabile). Poi devono avere risolto privatamente stando alle ultime dichiarazioni del turco, ai posteri dato il rendimento ha fatto bene ad andarsene, ma resta il fatto che non se ne è andato in una maniera elegante.