Ho "finito" il gioco, ovvero sono arrivato ai titoli di coda... al che il gioco mi dice che per la patente Elite devo finire tutte le gare di Paradise City. Ovvero 110 gare. Praticamente sono più di quelle che ho vinto per il completamento di base del gioco! Adesso, capisco la struttura a cipolla, ma mi sembra un po' eccessivo mettere più extra che gioco normale. E soprattutto non ho molto apprezzato il dover ricorrere tutte le gare e gli eventi che avevo già completato in precedenza, molti dei quali tra l'altro piuttosto simili tra loro. Il gioco è di per sé ricchissimo di contenuti e cose da fare, non c'era proprio bisogno di questo "colpo basso".
Se nell'articolo per TFP avevo illustrato la filosofia alla base del gioco, adesso posso anche darne un giudizio, e sinceramente mi sono trovato benissimo nel caos istituzionalizzato di Criterion. Il problema di dover attraversare tutta la città per affrontare le ultime gare, che molti oppositori del gioco avevano brandito a suo tempo, di fatto non esiste, perché si può finire il gioco senza doverle fare tutte. Il problema rimane per i completisti che vogliono il 100%, ma solo per le ultimissime gare, e poi si sa che i completisti sono disposti a fare cose ben più noiose e umilianti che non guidare 2 minuti fino alla linea di partenza una manciata di volte. Anche il problema del restart non l'ho sentito, una volta entrato nell'ordine di idee di Criterion: dove sta scritto che devo per forza rifare subito la gara^ Partecipo a una competizione che mi riporti indietro e ci provo dopo.
La città aperta è poi un valore aggiunto. Hanno fatto un lavoro urbanistico incredibile, inserendo salti, rampe e scorciatoie ovunque. Ci sono dedali di passaggi segreti lunghissimi e tortuosissimi. La cità non è enorme ma densissima, dopo 15 ore si continuano a scoprire nuove cose. E man mano che si impara a conoscere la città, le Stunt Run diventano più esaltanti e si incominciano a inanellare combo usando le rampe sparse ai quattro estremi della metropoli. Non ho mai giocato ad una simulazione di skate, ma immagino che le cose funzioni più o meno allo stesso modo, e in Burnout la trasfusione di meccaniche funziona davvero bene.
In ultimo le Road Rules, un'idea semplice ma riuscitissima. L'integrazione nel gioco è perfetta, e sono un ottimo diversivo agli eventi principali. Lo Showtime è meno bello dei Crash, visto che in questi ultimi le macchine erano disposte con un disegno alle spalle e si doveva agire come in un puzzle, mentre adesso è tutto più casuale ed estemporaneo, ma è la soluzione migliore in rapporto alla filosofia del gioco, che non prevede compartimenti stagni o interruzioni del flusso di gioco. D'altra parte, però, l'elemento strategico risiede ora nella scelta dei punti migliori in cui cercare di dar vita a incidenti colossali.
Considerando poi le aggiunte e le novità in arrivo nei prossimi mesi, Paradise diventa all'istante un punto di riferimento per il genere d'appartenenza. Era anche ora, visto che l'ultimo giro di boa nel genere risale a Gran Turismo.