La così detta "opinione pubblica" non è mai stata a maggioranza favorevole al mandare armi al regime ucraino, né tanto meno a sanzionare la Russia. E non solo in Italia. Adesso non se ne parla più perché, vista l'evidente sconfitta militare e viste le catastrofiche conseguenze economiche, provano a far finta di nulla mettendo la polvere sotto al tappeto. Ma non ci riusciranno perché, e rispondo così alla domanda postami da Void ieri pomeriggio, l'impoverimento e la deindustrializzazione europee sono oramai partite e stanno manifestando i loro effetti.
ieri ho postato i dati tremendi del crollo delle produzioni industriali italiane e tedesche (ed anche francesi) e perciò partiamo da queste con questo grafico (dove per altro si evince che in Italia siamo persino messi un po' meglio):
Il disastro è frutto di varie cause tutte più o meno interconnesse:
1)le politiche di austerità perenne imposte dai trattati UE che distruggono la domanda interna dei singoli paesi producendo deflazione salariale
2)l'inflazione importata dagli USA (qui il discorso è lungo e complesso, ci vorrebbe un post a parte)
3)le sanzioni che avrebbero dovuto "mettere in ginocchio la Russia in un mese" in realtà hanno tagliato i nostri ponti commerciali e diplomatici con la stessa, mandando in fumo vent'anni di investimenti e provocando danni per miliardi e miliardi di euro
4)la questione energetica. Qui la faccenda ha vari risvolti, proviamo a sintetizzarla in poche righe. La Germania (ma anche l'Italia, seppur in misura minore) negli ultimi vent'anni hanno galleggiato grazie alle importazioni a basso costo di energia proprio dalla Russia. Auto-tagliandosi queste opportunità il prezzo dell'energia per le nostre imprese e per le nostre famiglie è schizzato alle stelle (i prezzi stavano aumentando già prima della guerra, ma la guerra ha dato un'accelerazione mostruosa ed insostenibile) facendo aumentare l'inflazione in maniera drammatica (inflazione energetica già spinta dalle folli politiche finto-green dei certificati verdi UE, per altro). Quando Ucraina e Norvegia, su mandato anglo-americano, hanno fatto saltare il North Stream, è apparso chiaro a chiunque che la partita più importante era proprio quella energetica: tagliare i ponti fra Europa e Russia avrebbe consentito all'anglosfera di riaffermare il proprio dominio sulle colonie europee evitando che si creasse un blocco euro-russo che potesse indebolire ulteriormente la loro egemonia già morente (ricordate cosa dicevano al pentagono? "USA dentro, Russia fuori, Germania sotto") e contemporaneamente mettere fuori gioco un pericoloso concorrente industriale: nello stesso periodo infatti gli USA hanno approvato l'IRA che è stato un atto di protezionismo e contemporaneamente di attacco economico proprio nei confronti delle colonie, che infatti hanno protestato ma senza che nessuno oltreoceano se le sia cagate, giustamente) ed hanno imposto alle colonie di comprare a prezzi folli il loro merdoso GNL che nessuno voleva (ed il settore stava crollando). Secondo le analisi di Bloomberg, dal febbraio 2022 e per i successivi venti mesi, l'Europa ha speso, rispetto a prima, 185 miliardi di euro in più per il gas ed il maggiore beneficiario sono stati proprio gli USA che hanno visto cresce le loro esportazioni per 53 miliardi (secondo posto UK con +27 miliardi e poi, indovinate un po'? La Norvegia con +24 miliardi). Tutto ciò ha anche un altro scopo: gli USA sono un paese fratturato socialmente con disuguaglianze mostruose, cresciute in maniera abnorme dopo la sbornia della globalizzazione e delle delocalizzazioni. hanno quindi disperato bisogno di re-industrializzarsi per non deflagrare ed ovviamente si stanno re-industrializzando sulle nostre spalle.
Sostenere senza ragione il regime ucraino in una guerra che solo un folle avrebbe potuto pensare di poter vincere ha letteralmente distrutto i nostri interessi nazionali e popolari e questo, prima o poi, lo paghi e anche duramente. La protesta degli agricoltori che sta investendo la Germania è solo una prima avvisaglia, nei prossimi anni ne vedremo delle belle.
Il crollo dell'egemonia anglo-americana apre tante incognite ma potrebbe anche essere l'occasione giusta per un paese come il nostro per riconquistare la propria sovranità e la propria autonomia. Ma ciò non avverrà perché non abbiamo forze politiche (nemmeno "nascenti", quelle in parlamento sono irrecuperabili) pronte a far propria questa battaglia, che per me è la madre di tutte le lotte politiche.
Come finirà? Difficile dirlo, ma quando un'egemonia crolla è sempre una buona notizia.