Presente.
Da un lato comprendo la visione di Cryu sull'insistere dell'autore su determinate tematiche che segnano ogni sua produzione, ma è vero che in quest'ultima si nota come l'istanza primaria sia molto più intima, e il discorso sull'elaborazione del sè e del mondo vengono filtrate attraverso il setaccio potente e doloroso del lutto, di quelli che ti inseguono per tutta la vita.
E questo è quanto sedimenta e poi continua a riaffiorare, almeno in me, dopo la visione, un senso potente e doloroso di perdita e di rassegnazione ad andare avanti come si è, esattamente come la terra continuerà a girare anche senza di noi.
Lo sviluppo è il medesimo di tanti altri, Howl in primis, i topoi anche (il castello/tempio/labirinto interiore, la multidimensionalità, la figura del mago/architetto, logica e geometricamente ordinata, che cerca il filtro del sentimento/sofia, lo psicopompo alato...), quindi ravvisare quell' "avvitamento" di cui sopra ci sta, ma trovo che il velo di malinconia che ne permei tutta l'estensione, culminando proprio nel finale rispetto alle opere passate, dia a questa la cifra di testamento che agli altri, probabilmente per fortuna, manca, ed è proprio quest'ultima cifra a rendermelo particolarmente caro, e soprattutto ancora vivo dentro, rispetto alle opere passate che, in qualche modo, si prestavano maggiormente ad una dissezione distaccata, pur apprezzandone le qualità artistiche indubbie.
Sicuramente l'opera più "gotica" dell'autore, per qualche motivo mi ha trasmesso emozioni simili a quelle provate con "Anima persa" di Risi...