Quantum Conundrum - Impressioni dopo metà gioco
Undici anni, e non sentirli. Beh, quasi...
Quantum Conundrum è un puzzle in prima persona diverso dagli altri. Perché qui non c'è solo riflessione, e quella non manca, ma un ritmo di gioco che a volte diventa persino frenetico.
Cominciamo con un punto fermo: la qualità degli enigmi è buona, a tratti molto buona. I quattro poteri a disposizione (non vi spoilero quali sono, pensa, perché persino dopo undici anni sono un ometto scrupoloso!) sono spassosi e ben integrati per creare situazioni sempre interessanti.
Detto questo, per diversi enigmi è necessaria un'abilità manuale da parkour. Non dico che sia un Mirror's Edge puzzle o un Super Meat Boy in prima persona, ma un paio di volte mi sembrava di stare in Matrix, porco il mondo!
Dopo aver capito cosa fare, e dopo averlo fatto, sembra tutto più semplice, ovvio, eppure alcuni passaggi risultano un pochicchio sfibranti. Ma giusto un pochicchio, niente di serio.
La grafica cartoon, con queste ambientazioni che sembra, boh!, Team Fortress 2, mi sembra ormai fuori tempo massimo, ma quantomeno scorre via veloce. La narrazione del professore non è malvagia. Ho letto giudizi negativi in giro, ma rimane sempre gradevole e mai sopra le righe, secondo me.
Al momento ho superato il 50% del gioco, arrivando all'inizio della fase 3. Credo sia l'ultima, prima di una sezione finale. Cosa posso dirne, undici anni dopo? Beh, mi sento di promuoverlo. Non entra finora nell'Olimpo degli FPP, ma siamo comunque su un livello medio piuttosto alto.
Per un appassionato, è sicuramente da provare.