Autore Topic: La donna nei videogiochi: riflessioni?  (Letto 36341 volte)

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Offline Ivan F.

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #135 il: 27 Apr 2021, 18:30 »
Non è meglio vedere su schermo una donna bella ed avvenente come Quiet?

Sono duemila post che lo dico!  :yes:

Ma questo in senso assoluto.

In senso relativo, è come lamentarsi che in Tre Manifesti a Ebbing, Missouri non ci sia una protagonista figa  :)
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Offline Diegocuneo

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #136 il: 27 Apr 2021, 20:15 »
Bè...lo scollamento con Quiet è l'assurda pretesa di Kojima di fare un personaggio fanservice che ti Rizzi il cazzo ma di infiocchettartelo di giuste motivazioni.
Dai su, è offensivo.
Offensivo.
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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #137 il: 27 Apr 2021, 20:29 »
Sì ma non entriamo nell'argomento del separare l'arte dall'artista con Lovecraft adesso se no non finiamo più. Che poi a riguardo ho raggiunto semplicemente la conclusione che ognuno la vive in maniera personale, se a qualcuno fa schifo il pensiero di fruire qualcosa fatta da una persona che considera orribile lo faccia pure, però non ha il diritto di imporre la cosa (e viceversa). Personalmente mi limito a dire che ascolto Burzum :D

Sul discorso del topic mi limito a dire che concordo al 100% con il compagno Nihilizem.
Con un paio di appunti viste le risposte che sono state fatte: in primis ribadisco quanto detto già da lui, si continua a parlare del discorso come se ci fosse un intellighenzia suprema che impone una qualche forma di censura, quando si parla semplicemente di opinione di gruppi di individui eterogenei. ETEROGENEI. Da qui, di fronte al modo in cui Xibal non comprenda come la stesso gruppo di persone possa affermare cose cose apparentemente contraddittorie, semplicemente non sono le stesse persone. Esattamente come sui social possono coesistere gente che chiede la Snyder cut e gente che giudica Snyder il peggior regista vivente.
Se c'è un colpevole da accusare di fronte a determinati casi di "censura" al massimo bisogna puntare il dito verso il meccanismo dei social che riesce ad amplificare mediaticamente discussioni molto minoritarie e le aziende che decidono di cavalcare l'onda facendo qualcosa di controverso per alimentarle, di certo non la minoranza che scatena il processo. Anche perché sia chiaro: di fronte ad un numero di persone che chiede cose stupide come la rimozione di Pepé le Pew ne esistono altrettante che fanno richieste di stampo fascista opposto. Semplicemente i grandi brand hanno imparato a sguazzare in queste opposizioni polarizzanti facendo attivamente scelte controverse.
Per porla ancora diversamente: se io ho sviluppato un gioco in cui certe razze tribali vengono rappresentate in modo discutibile per una semplice leggerezza davvero pensate che saranno una manciata di commenti negativi sui social a impattare significativamente nelle vendite del mio gioco? Però a questo punto cosa ci perdo ad accontentare le richieste che mi vengono fatte (come hanno promesso gli sviluppatori)? Praticamente per me è un lavoro di marketing gratuito, cavalco e amplifico l'onda mediatica che si è creata senza che io ne avessi controllo e contemporaneamente ottengo una "redenzione" agli occhi di quella minoranza critica. Mi diverte che un caso ESATTAMENTE identico è avvenuto l'anno scorso con il redesign di Sonic nel film, eppure nessuno lì avrebbe mai affermato che si trattasse di censura del politically correct, perché appunto era un istanza di redesign non rivolta verso una qualche minoranza. Ma il meccanismo dietro è ESATTAMENTE IDENTICO. Quando osservate questi grandi cambiamenti fatti in maniera superficiale in una direzione che vi sembra andare verso istanze sociali progressiste non pensatela come un imposizione del politically correct ma semplicemente di quello che si tratta davvero, puro e semplice marketing.


PS Il motivo per cui Quiet fa schifo non è il modo in cui è vestita e si comporta, ma che Kojima abbia avuto pure la pretesa di motivarlo in maniera incredibilmente pretenziosa. Infinitamente meglio Mai Shiranui  ;D
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Offline Il Gladiatore

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #138 il: 27 Apr 2021, 20:36 »
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D

Secondo me il motivo del contendere è il concetto di "icona" spesso utilizzato nel contesto videoludico , che non è assolutamente sinonimo di superficialità. Ma lì il discorso si amplia sul serio e travalica il singolo argomento.

Sono punti di vista, dài.
« Ultima modifica: 27 Apr 2021, 20:49 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Gaissel

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #139 il: 27 Apr 2021, 23:47 »
PS Il motivo per cui Quiet fa schifo non è il modo in cui è vestita e si comporta, ma che Kojima abbia avuto pure la pretesa di motivarlo in maniera incredibilmente pretenziosa. Infinitamente meglio Mai Shiranui  ;D
Sì. Lo ha scritto anche @Diegocuneo con altre parole, ed è proprio questo il punto.

La differenza tra "L'origine del mondo" di Courbet e la figa spalancata di Jenna Jameson (estremi, iperbole) sta nel come/quando/perché. Ovvero tecnica & gusto estetico, momento storico e ragioni culturali.
 Il soggetto è lo stesso, il risultato molto diverso.

Ovviamente interpretare queste variabili è esercizio complesso e in ultima istanza soggettivo, ma fa piacere leggere una convergenza di opinioni da parte di persone che ritengo dimostratamente tutto fuorché bigotte, sul fatto che Kojima metta in scena la seconda istanza spacciandola per la prima.

Come avevo già avuto modo di annotare all'epoca nel topic in cui la discussione su Quiet aveva preso piede, Kojima adotta spesso un registro pornografico a prescindere dal contenuto, anche quando nell'atto non si scopra un centimetro di pelle. Ovvero: insistenza forzata nei tempi e nei modi su dettagli plastici, di estrema apparenza e poca sostanza, che solleticano la gratificazione più puerile dello spettatore a discapito di quella più emotiva o intellettuale.
Lo puoi fare con il sesso come con la violenza, con il sangue, l'adrenalina, il dolore, la rabbia, la paura, l'estasi: il risultato non cambia.

Tornando a bomba: due tette di per loro non sono niente, né nel bene né nel male. E' l'uso che ne fai, che sancisce la differenza. Puoi usarle per stimolare reazioni complesse e interessanti (anche erotiche, ovviamente), oppure estremamente banali. Nessun problema nel secondo caso, purché si manifesti e venga riconosciuto come tale.

Se tale banalizzazione, però, dovesse pesare su chi le tette le porta su di sé, e deve confrontarsi ogni giorno con la messa in vendita della propria immagine a mezzo strumenti di propaganda di consumo (che questo sono, tra le altre cose, cinema e videogame), varrebbe la pena perlomeno ascoltare i loro argomenti.
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Offline mog_tom

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #140 il: 28 Apr 2021, 08:07 »
la società progredisce dal punto di vista della giustizia sociale

Ecco, questo mi pare un buono spunto.
Sono più propenso a ritenere "giustizia sociale" qualcosa come un equo processo per le strage ferroviaria di Viareggio, rispetto a una cura ormonale pagata con soldi pubblici, o sapere chi si scopa il protagonista di un videogioco e perché non si scopa chi si sarebbe scopato 20 anni fa.

Che poi Ivan non ritenga figa Frances McDormand, è profondamente disturbante.

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Offline Diegocuneo

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #141 il: 28 Apr 2021, 08:10 »
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D


Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh


due tette di per loro non sono niente, né nel bene né nel male. E' l'uso che ne fai, che sancisce la differenza. Puoi usarle per stimolare reazioni complesse e interessanti (anche erotiche, ovviamente), oppure estremamente banali. Nessun problema nel secondo caso, purché si manifesti e venga riconosciuto come tale.

Se tale banalizzazione, però, dovesse pesare su chi le tette le porta su di sé, e deve confrontarsi ogni giorno con la messa in vendita della propria immagine a mezzo strumenti di propaganda di consumo (che questo sono, tra le altre cose, cinema e videogame), varrebbe la pena perlomeno ascoltare i loro argomenti.
Assolutamente.
Difatti ,coi distinguo del caso, tendo sempre ad ascoltare chi si lamenta di qualcosa. Perchè magari ha ragione e io non posso capire. Poi magari non sono d'accordo però in prima istanza meglio ascoltare, viviamo tutti realtà differenti.


Detto ciò: qualcuno che tira fuori qualche bell'esempio di donna nei vg? Nulla di incredibile eh, ma di notevole. A me non dispiace per nulla Sadie in Red Dead Redemption 2. Perchè comunque non è solo il personaggio forte. Ci arriva abbastanza piano ad esserlo ma comunque anche quando ci arriva mi sembra pur sempre una femmina e non una che si è trasformata in maschio.
« Ultima modifica: 28 Apr 2021, 08:17 da Diegocuneo »
Sono un cretino,di classe,infima. Ni.

Offline Laxus91

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #142 il: 28 Apr 2021, 08:38 »
La mia intelligenza è offesa con Ellie/Abby e la loro scrittura adolescenziale da telefilm pomeridiano di Italia 1 mascherata da kolossal dell'emotività (il famoso "effetto Bocelli" del videogioco, già lungamente sofferto altrove) e che interrompe colpevolmente quell'eccellente gameplay, al massimo Quiet sarà quello che è e fa pochi danni...  ;D


Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh

É un punto di vista, come ben anticipato!
Per me Abby ed Ellie funzionano nel 2 in maniera duale, a differenza del primo capitolo che era sostanzialmente un viaggio 'romantico' pur nella disperazione di una condizione generale drammatica (e poco originale, narrativamente, ma raccontanta con un gran stile) che coinvolgeva Joel ed Ellie, spero non sia spoiler dire questo oppure edito, il 2 invece parte da tematiche molto diverse, diciamo ancor meno rassicuranti ma perfettamente lecite nel contesto.

E quelle stesse tematiche, così come determinate mini-forzature negli eventi di gioco (perché si, a questo giro ho avvertito un pò la mano del burattinaio che fa avvenire determinati plot point 'perché si') in realtà sono puramente funzionali a mostrare cosa? Di volta in volta lo stato d'animo dei personaggi in campo, rappresentato tramite espressività facciale, anche linguaggio del corpo (ci sarebbe una bella disanima da fare ma temo di far spoiler, il corpo ha un ruolo chiave per me) e sempre con uno stile che nel bene e nel male contraddistingue ND.

Perché dicevo del duale? Perchè narrativamente è come se Ellie ed Abby seguano dei percorsi differenti, uno
Spoiler (click to show/hide)

Personalmente visto che si parlava di punti di vista, ciò che ho adorato di Tlou 2 è il gameplay (che ad ora per me non ha eguali nel genere per possibilità, esecuzione, dinamismo action/stealth) molto più del primo capitolo e molto più della narrazione del 2 che pur ho preferito a quella del primo capitolo.
Questo perché ho sempre stimato il primo capitolo e riconosciuto i suoi meriti ma non mi conquistò al punto da considerarlo un nuovo paradigma, al contrario mi basta pensare a cose come la gestione dell'IA nica umana o meno di Tlou 2 per avere ben pochi dubbi.

Tlou 2 per me è un'opera di ingegno umano e un esempio di possibilità di coniugare fran giocabilità con valori produttivi enormi e cura dei dettagli maniacale oltre ad essere un gioco che non si ripete come capita a molti OW ma è una vera avventura lunga e corposa e diversificata area per area, e limitatamente a quanto ho giocato la miglior esclusiva ps4 (ma il mio cuore va a GoW per miei gusti e per come son fatto come giocatore)

Ps: comunque a me Quiet non ha mai trasmesso il fastidio e l'offesa di cui ho sentito parlare.
Non per difendere o cosa (anche perchè non la inserisco nei miei pg femminili personalmente)a ad esempio quando si parla di 'giustificazioni' cdi essa nel contesto, bisogna essere onesti e ammettere che pur con premesse e preferenze differenti stiam parlamdo di un autore che non si è fatto problemi a 'giustificare' robe assurde e paranormali di personaggi assurdi con le sue supercazzole, in particolar modo da MGS 2 in poi.

Poi se mi si parla di gusto allora convengo, avendo parametri di giudizio personali è chiaro che ci sta il non apprezzamento di Quiet piuttosto che di altri, ma si si parla di giustificazioni diciamo che lei non è stata un caso isolato nella serie
« Ultima modifica: 28 Apr 2021, 08:42 da Laxus91 »

Offline Il Gladiatore

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #143 il: 28 Apr 2021, 09:00 »
Sai che ne parlate spesso e io non l'ho giocato? :(
Ellie/Abby è così male? Finale a parte, a me il primo The LAst of Us sembrava  mediamente ben scritto.
Puoi approfondirmi un po' senza spoiler eccessivi?
Se si può in poco eh
Guarda, il topic ufficiale è davvero pieno di queste riflessioni, con giocatori abbastanza polarizzati in questi termini, anche se i detrattori sono in minoranza. Per quanto mi riguarda, di solito, quando trovo una cosa desolante sotto il livello di guardia tendo non parlarne troppo per non infastidire quelli che magari vogliono confrontarsi nel merito di un gradimento e desiderano ulteriore approfondimento.

Dopo aver detto la mia di solito non scrivo più però se vuoi recuperare la mia posizione coincide esattamente con quella di @xPeter, oltre al tema sollevato da molti sulla dissonanza ludo-narrativa, di un gioco che poi brilla per gameplay.
Tendendo all'obiettività, probabilmente esistono pochi giochi con la cura e la qualità del comparto narrativo-audiovisivo di TLOU2, però la qualità dello stesso si misura con tue esigenze di videogiocatore, il tuo vissuto, la tua formazione, il tuo gusto e all'idea di videogioco come medium in evoluzione, qualsiasi cosa significhi. Io parlavo di "effetto Bocelli" (caro a @Nemesis Divina  ;D ) perché, a mio modo di vedere, all'interno del contesto videoludico trama e pretesto sono quasi sempre intollerabili/scadenti e per me non è mai stato un problema, non l'ho mai vista come una finalità del videogioco ma come un'aggiunta a esso. Lo sa bene Nintendo, che usa il videogioco per raccontare storie e non il contrario. Non dico che non esistano giochi con una narrazione interessante, anzi, ne ho in mente parecchi ma purtroppo le esigenze di mercato hanno creato un filone a me poco congeniale che poi vedi descritto nella mia firma. Personalmente opto per il modello "simbolico". Anche questo è un buon argomento per un topic.
Per questo un titolo come TLOU, che di per sé può essere anche accettabile, sembra rifulgere come un buon esempio di scrittura quando, nella mia idea, è semplicemente un Bocelli che, non essendo una cima in musica lirica, si mette in un contesto di musica leggera e appare una divinità.
Tutto questo, ovviamente, è del tutto soggettivo e non preclude alcun genere di approccio.

Citazione
Detto ciò: qualcuno che tira fuori qualche bell'esempio di donna nei vg?
Contavo di scrivere qualche piccola monografia, credo sia un modo concreto e interessante di contribuire al topic. Il problema sono le tesine della maturità degli studenti da correggere, una riguarda proprio la figura della donna nel '900, i casi della vita, speriamo ci sia Morrigan di DarkStalkers.  ;D
« Ultima modifica: 28 Apr 2021, 09:05 da Il Gladiatore »
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline slataper

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #144 il: 28 Apr 2021, 09:34 »
Al volo e senza pretese analitiche mi vengono in mente Elaine (Monkey Island), Clementine (The Walking Dead), April Ryan (The Longest Journey), Kate Walker (Syberia).
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Offline Laxus91

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #145 il: 28 Apr 2021, 09:51 »
Per un attimo leggendo di tesine di maturità da correggere ho pensato ti stessi riferendo a noi come alunni e tesine come nostri post  :D
Follia e insensatezza mia, lo so!

Comunque io ne avrei una, probabilmente non molto citata o ricordata ma è presente e ha avuro dei cameo in alcuni videogiochi legati a Capcom e a me ha sempre affascinato molto, è uno di quei personaggi apparentemente semplice ma con una caratterizzazione che mi è rimasta impressa.

Io l'ho conosciuta con Project X Zone e solo in seguito recuperando Cyberbots ma potrebbe esservi nota anche per altri titoli in cui appare, credo ad esempio alcuni marvel vs capcom, facciamo che la nomino ed eventualmente mi dite voi

Devilotte



         

Che poi non so voi ma io ad esempio non trovo affatto sottovalutabile i temi musicali dei personaggi, se ne potrebbe parlare ad esempio citando FF VI e come riesca a caratterizzarli in dolcezza, eroismo ecc magari anche attraverso la musica (rimanendo sul femminile, riascoltatevi il tema di Celes o Rachel, magari solo facendolo vi torna in mente la caratterizzazione impiegata per quei meravigliosi sprite 2D).

E in questo caso mi ha colpito molto il suo tema (questo é quello relativo al suo mech):

TFP Link :: https://m.youtube.com/watch?v=P4EmDySV8ww

Offline Kairon

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #146 il: 28 Apr 2021, 10:54 »
Il mio preferito rimane Millenia di Grandia 2.
Come protagonista non mi viene in mente nessuno migliore di Abby di TLOU2

Offline xPeter

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #147 il: 28 Apr 2021, 14:27 »
@Il Gladiatore
Gladia ogni tanto ho ancora dei flashback della trama di TLOU2, tipo il cane reduce del Vietnam; uno shell-shock da dissonanza ludo-narrativa, dialoghi da fiction RAI adolescenziale, imperscrutabili processi decisionali dei personaggi, credibilità della distopia ultraviolenta compromessa da stridenti incursioni di un politically correct che a sua volta cade nei tipici cortocircuiti...


Comunque anche solo per il gameplay degli encounter gli perdoniamo tutto, da una vita non si vedeva una simile cura nelle dinamiche action/stealth e nella resa dei conflitti a fuoco. E poi effettivamente si può scindere la scrittura sconfortante dalla bontà di regia, performance degli attori e scenografie, sempre apprezzabilissime.
« Ultima modifica: 28 Apr 2021, 14:54 da xPeter »

Offline Laxus91

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #148 il: 28 Apr 2021, 14:53 »

Comunque anche solo per il gameplay degli encounter gli perdoniamo tutto, da una vita non si vedeva una simile cura nelle dinamiche action/stealth e nella resa dei conflitti a fuoco. E poi effettivamente si può scindere la scrittura deprimente dalla bontà di regia, performance degli attori e scenografie, sempre apprezzabilissima.

Ecco questo quoto tanto al di là delle preferenze personali, se le critiche sono ben dirette non c'è nulla di male nell'avere posizioni differenti, trama e scrittura possono non piacere o esser ritenute sotto standard  auspicabili, l'importante è intendersi e distinguere opportunamente (è anche stata accennata prima tale distinzione)

Comunque, è arrivato il momento di calare l'asso:



Sul gioco si possono fare mille analisi di pregi e difetti ma sull'operazione di re-design e caratterizzazione estetica (con qualche rara caduta e con una differenza anche marcata nella cura di personaggi principali rispetto ai secondari; poi sulla caratterizzazione caratteriale e resa dei dialoghi ci sono un pò di criticità in più e, ad esempio, ho preferito Aerith a Tifa da quel punto di vista) fatta con questo titolo si è segnato un prima e un dopo, una tale lucidità e maestria nel recupero e trasposizione di quei personaggi con questo character design per me non ha eguali nella generazione in corso, un fattore non ignorabile nemmeno da chi non ha apprezzato il gioco.

E diciamo anche che alcuni temevano in redesign maldestri e non fedeli, sezioni di gioco e outfit censurati.
Sono invece riusciti a fare un lavorone invece sull'estetica di quasi tutti i personaggi (altri cone Jessie sia nel design che nella vicenda hanno assunto anche un ruolo più importante), ho citato loro due perché sono un esempio di tecnologia al servizio della visione artistica, se avessi giocato FF 7 originale al D1 (lo ho fatto in seguito) e avessi provato ad immaginare una reinterpretazione tecnologica futura di quei design non avrei saputo far di meglio
« Ultima modifica: 28 Apr 2021, 14:55 da Laxus91 »

Offline Xibal

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Re: La donna nei videogiochi: riflessioni?
« Risposta #149 il: 28 Apr 2021, 16:53 »

Sul discorso del topic mi limito a dire che concordo al 100% con il compagno Nihilizem.
Con un paio di appunti viste le risposte che sono state fatte: in primis ribadisco quanto detto già da lui, si continua a parlare del discorso come se ci fosse un intellighenzia suprema che impone una qualche forma di censura, quando si parla semplicemente di opinione di gruppi di individui eterogenei. ETEROGENEI. Da qui, di fronte al modo in cui Xibal non comprenda come la stesso gruppo di persone possa affermare cose cose apparentemente contraddittorie, semplicemente non sono le stesse persone. Esattamente come sui social possono coesistere gente che chiede la Snyder cut e gente che giudica Snyder il peggior regista vivente.
In realtà è esattamente quello che ho detto quando ho fatto l'esempio del redneck che si lamenta degli hippie, senza accorgersi che chi gli ha sempre dato ciò che voleva, lo considera nè più nè meno un acquirente della medesima merda.
Solo che, poi, entrano in gioco gli schieramenti, e il redneck afferma che la colpa sia di un manico di gay sinistrorsi saliti al potere a forza di farsi fellatio a vicenda nelle sale ovali del potere, mentre il militante LGBT si scaglia contro le lobby di redneck che giocano a trivellare petrolio a colpi di GAU8.
La verità è che potrebbero essere vere entrambe le visioni, ognuno cerca di ottenere quello che desidera, e qualcuno scopre che l'unica via sia avere il potere per farlo, diventando una massa che si lamenta su un social, o un AD che quella massa la vuole accontentare/pilotare (il marketing è anche, e soprattutto, questo), ma le due masse trovano catarsi nel nobilitare se stesse, e salvarsi l'anima, additando tutta la responsabilità di come vada il mondo alle macchinazioni dell'altra.
In questo senso, dunque, il discorso che il mondo muti ed evolva, che faceva Nihilzem per affrancare il discorso dalla polarità di cui sopra, è bello e giusto, ma il minimo comune denominatore è che cambia solo il modo di fare mercato, non lo scopo, che come dicevi tu, è il mercato...
"Hai mai visto un italiano tirare i fili?"
"Solo in un teatro delle marionette" (Red Dead Redemption 2)