Autore Topic: [PC][PS4][XO] Resident Evil 3 Remake + REsistance... Corri! Scappa!!!!!  (Letto 27790 volte)

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Offline Il Gladiatore

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Io ho appena passato

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Le parti con Carlos sono più vicine al gameplay del remake del due, recuperando quel tipo di esplorazione progressiva in ambienti mappabili. In un caso proprio letteralmente. Carlos è un gran bel personaggio da action movie anni '80 e le parti a lui dedicate mi sono piaciute molto.
Poi, per quel che ho sperimentato fino a questo momento, le boss fight sono migliori qui che nel gioco precedente. Più interpretabili, prestazionali e davvero divertenti.

Non so, forse c'è questa aura da "gioco minore" ma a me sta piacendo davvero molto. Più focalizzato, action, diretto e gustoso, sembra un arcade Capcom con gli zombie con una realizzazione estetica ineccepibile.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline teokrazia

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Non so, forse c'è questa aura da "gioco minore" ma a me sta piacendo davvero molto. Più focalizzato, action, diretto e gustoso, sembra un arcade Capcom con gli zombie con una realizzazione estetica ineccepibile.

A me piace un sacco che vada in una direzione sua, rispetto al 2 Remake. E, non ricordandomene un cacchio e basandomi su quel che mi è stato detto, anche rispetto al 3 originale, a quanto pare. Anche se capisco che la mancata re-immaginazione di certe sue location, situazioni o mostri possa lasciare l'amaro in bocca agli estimatori [e forse anche a me, se me li ricordassi :D].

E a me quest'aura di gioco minore che gli ronza attorno, vuoi per la percezione indotta da circostanze esterne, vuoi per il fatto che in effetti parte dalla 'base pronta' del 2 Remake, me lo rende particolarmente simpa.

Ne avrei ancora voglia e avevo tutto l'appetito di rifarmelo a Nightmare, ma dopo un paio d'ore ho abbandonato, perché l'azione impostata a quella maniera fa emergere dinamiche e spigoli che non mi scendono proprio giù. Non lo trovo stimolante, divertente o sfidante, lo reputo - seriamente - una perdita del mio tempo, che preferisco buttare nerdandomi su altro.

Con i personaggi ero partito senza aspettative particolari e son rimasto contentone. La già piacevole vicenda personale di Jill nell'originale è stata revampata in chiave moderna in modo per me in buona parte riuscito*. Carlos come dici te è un buddy anni '80 veramente in parte, con uscite sfiziosissime, e la dinamica che si crea tra i due mi ha adeguatamente appassionato. Nikolai chettelodicoafare.

Il giorno che non mi ricordo più un cacchio mi ci faccio volentieri una nuova run. :yes:

*però, porcozzio, che pena...
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Qui sì che si merita la definizione in negativo di roba minore, vuoi ideologicamente, vuoi per realizzazione :/

Offline Il Gladiatore

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*però, porcozzio, che pena...
Quello è davvero l'aspetto che mi piace di meno ed è ironico, pensando al fatto che il gioco prende le mosse proprio da quel concetto. Temo sia prevalsa l'istanza cinematografica da gente che purtroppo non è Naughty Dog. Per fortuna non toglie e non mette, alla fine.

Io sto giocando a Normale perché ho accettato sulla fiducia la sua natura rigiocabile per cui, in futuro, vorrò proprio verificare il suo spirito da esperienza arcade.
La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Macca

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Sarò Pippa io, ma con il timer a sei ore non l'ho ancora finito. Sei ore davvero belle, per altro. Domani mi sveglio presto e chiudo. Per ora, bel gioco. Forse il miglior Re3 di sempre.
The World's Not Set in Stone

Offline Mr.Pickman

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Mmmh, vediamo:
- Carlos
- Nikolai
- la grafica
- a volte anche l'atmosfera
- a volte anche la musica
- gli hunter
- il dodge più colpo a seguire
- una boss fight
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- i vari redesign di Nemesis
- certe trovate di messinscena
- quando si apre e torna a fare il Resident, qua e là, sebbene con un'incisività annacquata dagli inchiostri infiniti
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- il remixaggio di nemici, oggetti e velocità di crociera di Nemesis in Modalità Incubo, per quel che c'ho giocato. E contento per chi c'avrà voglia di sopportarsi jappo mongolate come l'essere rimpallato tra attacchi e prese di più nemici, venendo sdrumato senza poter far nulla. O la fisica di gioco inconsistente e inaffidabile, quando messa seriamente alla prova. O un Nemesis dai comportamenti così finti, contraddittori, fini a loro stessi e in definitiva incapaci di tradurre il suo concept in interazione e quindi esperienza a tutto tondo, con un analfabetismo di design che reputo semplicemente inaccettabile, come il peggio di Resident Evil 5. O mostroni tanto cari in termini di realizzazione estetica e moveset ma tanto lammerda nell'averci  concretamente a che fare, con quel sapore dimmerda in odorino dei Souls quando non funziona un cazzo. Così per fare anche alcuni spoiler sulle altre categorie :pray:

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Offline teokrazia

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Forse il miglior Re3 di sempre.

 :D :D :D

Michele, non c'hai detto la cosa più importante: classic Jill or default Jill?
Ma soprattutto: chi spende più dal parrucchiere Jill o default Carlos?


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Non ce la posso fare. :cry:



Offline Mr.Pickman

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Michele, non c'hai detto la cosa più importante: classic Jill or default Jill?
Ma soprattutto: chi spende più dal parrucchiere Jill o default Carlos?


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Offline Macca

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Michele, non c'hai detto la cosa più importante: classic Jill or default Jill?
Ma soprattutto: chi spende più dal parrucchiere Jill o default Carlos?


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Non ce la posso fare. :cry:
Carlos è sicuramente uno che ci tiene. Ha pure le punte dei capelli schiarite. Jill sembra più tipa da tinta in casa.
The World's Not Set in Stone

Offline Il Gladiatore

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Finito a livello Normale, una run puramente conoscitiva rispetto a quello che il gioco ha da offrire. E sì, il counter delle ore mostra 6 ore ma nulla che spaventi, poche ore di questo gioco sono più significative di 50 all’interno di qualche open world dozzinale. Credo sia il modo migliore per approcciarsi mentalmente a questo RE3R, in particolar modo per quelli che lo scorso anno hanno gridato al capolavoro per il remake del secondo episodio. Questo gioco non ambisce alla ridefinizione, non punta a ritagliarsi uno spazio all’interno della storia dei videogiochi. Non vuole più gloria né riconoscimenti che vadano oltre il semplice divertimento e la tridimensionalizzazione narrativa di quella celebre notte a Raccoon City. È una costola presa e fatta sviluppare come organismo proprio e dotato di dignità.

E appunto non è un problema, anzi. Il grande pregio di RE3R è la filosofia complementare a quanto esperito lo scorso anno giocando a RE2R. Quello era un survival horror vero e proprio, soprattutto se giocato a livelli di difficoltà superiori. Risorse limitate e mappatura mentale degli ambienti per schivare, scappare, pianificare, improvvisare, la vera meccanica enigmistica del titolo, ma sorta di partita a scacchi con costi e benefici.
Ecco, chi abbia in mente questo modello nobilissimo potrebbe rimanere scottato da RE3R però sarebbe ingiusto. Potremmo parlare di un action-survival in cui gli elementi di sopravvivenza e di incertezza vengono ridotti di frequenza e importanza per allestire un titolo tiratissimo, senza momenti morti e pieno di variabili interessanti. Sono 5-6 ore, sì, ma sono proiettate in avanti, senza indugi e senza tentennamenti. Ci si sono luoghi che richiedono di girare lì intorno per risolvere spiacevoli incombenze legate a porte da aprire e oggetti-chiave da trovare ma il gioco ama non attardarsi. E detta un ritmo forsennato.

Non si esplora troppo quindi, la strada è sovente una, chiara e scandita. Non sono presenti troppi enigmi cervellotici, anche la maggior parte è relegata a stanze limitate di cui si diceva prima per spezzare l’azione. RE3R può davvero sembrare il fratello minore della saga, come probabilmente lo era 20 anni fa. E magari è vero, io stesso ho voluto provare questo titolo contro le brutte sensazioni e le prime recensioni tiepide. Il fatto è che credo molto in Capcom, soprattutto quella degli ultimi anni, capace di capitalizzare su franchise noti grazie a una benedetta revisione di contenuti ed estetica. Questo è dire che dopo il remake integrale dello scorso anno questo titolo necessitava di una natura del tutto diversa. Quindi un confronto diretto con il predecessore è senz’altro naturale e tutto sommato anche giusto.

Ed essendo io molto attratto e mio agio con declinazioni più action e prestazionali, alla fine di questa esperienza, (da ripetere più avanti a un grado di sfida superiore), ho apprezzato RE3R in un modo peculiare. Forse perché più assimilabile a un gioco arcade teso e galvanizzante, con un turbinio di nemici e situazioni da risolvere sparando e distruggendo. Forse perché i suoi personaggi sono bidimensionalmente stupendi. Forse perché è profondo senza essere pesante. E forse perché si presta a una gioiosa rigiocabilità. Ha qualcosa degli anni ’80 questo gioco, una sorta di frullatore di un pugno di pellicole che ha caratterizzato quel decennio. Si vede già in Jill, donna di inusitata bellezza (peccato il nasone alla Glenn Close ma in Capcom tra Trish, Lady e compagnia hanno un brutto rapporto coi nasi!), la figura della poliziotta fisicata e cazzuta che non si spaventa per la minaccia ma minaccia a sua volta e affronta la situazione come una novella Ripley. E del comprimario etnico e sexy Carlos, da caratterizzare con due schermate e due battute per essere già convincente e risolvere situazioni spinose. E Nemesis, in cui possiamo trovare un po’ la summa della cinematografia di James Cameron, terminator implacabile da un lato e xenomorfo di Aliens dall’altra. E in effetti, a momenti e a fasi diversi, è proprio Aliens Scontro Finale il film più citato dal gioco, con precise citazioni.

Nemesis è davvero l’aspetto più controverso di questo gioco. Memori di Mister X e della (parziale) operazione che ha visto svellere i pattern comportamentali e deambulativi era lecito aspettarsi, da un gioco basato sul concetto di caccia e fuga, un incremento esponenziale del principio di aleatorietà. Chi non ha favoleggiato di una città totalmente percorribile con un nemico implacabile e risoluto, una nemesi appunto, capace di sbucare fuori senza limiti, schermi e barriere tipiche del videogioco? Se certe cose non sono state possibili anni fa sarebbe lecito aspettarsele dopo 4 generazioni di console e incremento del calcolo computazionale. In special modo nell’era dell’open world.
Beh, è un po’ il contrario. Nemesis è una presenza sì costante ma di fatto è il filo rosso che unisce le ambientazioni del titolo e che ne punteggia le diverse fasi. Si comprende dalle sue apparizioni, in cui il giocatore è chiamato a districarsi tra sequenze calcolate e misurate per essere spettacolari, nel tentativo di comprenderne i trigger nodali e risolvere il tutto in modo palesemente scriptato. Beh, il problema è che la mia amata Capcom non è Naughty Dog e manco qualcuno di un po’ più giù, per cui questi disimpegni hanno un sapore un po’ retrò da quicktime event un filo più interattivo ma ugualmente rigido. Diverso è quando lo stesso Nemesis di presenta in precisi momenti della storia in arene più circolari e con un’attrezzatura esponenzialmente più letale. Si tratta di momenti galvanizzanti e molto superiori al modello precedente di boss che caratterizzava RE2R. Oltre a questo, altre creature più o meno mostruose si pongono tra Jill e la salvezza e davvero qui il gioco dà il meglio di sé.

In questa temperie il gioco non lesina di far divertire il giocatore in un modo diverso. Munizioni in quantità, armi particolari e potenziabili, strumenti d’ingaggio diversi e strumenti situazionisti per far esplodere la situazione nel peggior modo possibile ed ottenere l’effetto più cinematograficamente pregno. Praticamente gli zombie sono la cosa più tranquilla che possa capitare e devo dire che il gioco non ci fa neanche troppo affidamento. Invece ci sono delle piacevoli variazioni sul tema “mostro mutante”, dalla taglia piccola alla grande. E alcuni graditi ritorni del bestiario tipico della saga. La differenziazione con il passato si comprende nel momento in cui il gioco tende a incentivare la lotta, lo scontro a viso aperto. Non s’innesta nella tradizione di Resident Evil 4, il suo DNA proviene dal remake del 2, eppure ha una filosofia più militare e votata alla rimozione del nemico quanto e ove possibile.

Con coinvolgimento e divertimento, io trovo che questa riproposizione capcomiana della serie stia producendo una serie di giochi perfettamente a fuoco e assolutamente necessaria alla corrente generazione videoludica. Ritengo che non sia solo un sentiero da esplorare proficuo e meritevole di attenzione ma che debba essere continuamente battuto con nuove prospettive tecniche. Nel passato ci sono molte cose da recuperare e mi riferisco soprattutto a quelle esperienze non perfettamente compiute che meriterebbero un trattamento rinvigorente al pari del qui presente RE3R, il cui gioco originario, in effetti, era un po’ un incompiuto, nonostante fosse dotato di qualità e intuizioni non da poco. E il recupero integrale di queste preziosità, considerate in senso orizzontale per nuova estensione e verticale per incremento tecnologico, non possono che proporre all’attenzione contemporanea alcune stagioni che hanno reso un grande servizio al videogioco.

Mi rendo conto che una riflessione di questo genere potrebbe minare alla base il presupposto di ogni pulsione artistica, vale a dire la creatività. In effetti ricorrere al passato per ripresentarlo in modo diverso è davvero il modo migliore per denunciare una radicale crisi di idee e penurie di stimoli. E sarebbe vero. Se non sbaglio però, Capcom si sta muovendo in due distinti modi, a sottolineare come la creatività in sé consista sempre nell’ispirazione del passato e dalla ricerca dell’innovazione. Da una parte abbiamo questa attualizzazione del franchise alla luce della rivoluzione di RE4 ma conservando lo spirito da survival. RE2R è stato davvero un bel gioco e questo RE3R non è stato da meno, nella sua piccola specificità. Adesso toccherebbe a Code Veronica, un gioco per me piuttosto irrisolto all’epoca, a metà tra mondi non ancora perfettamente conciliati. Sarebbe una bella sfida per Capcom, quel titolo avrebbe bisogno di una rivisitazione. Dall’altra abbiamo una sperimentazione che lega classico e radice stessa dell’horror con esperienza soggettiva e personale, RE7 (mai troppo lodato per me, soprattutto in VR) e il prossimo 8 che sembra muoversi nello stesso solco.
Ma a questa Capcom, tutta gameplay, divertimento e grazie estetica, non si può che tributare tutto il plauso possibile e fiducia incondizionata per il futuro.

Quindi RE3R andrebbe comprato. Al primo abbassamento di prezzo però.  ;)

La paura è di passare per non esperti, di non comprendere il medium che si sta evolvendo etc. (...) è figlio dell'immotivato senso di inferiorità che spinge il videogiocatore alla spasmodica ricerca di qualcosa che giustifichi il videogioco come se il gameplay da solo non bastasse più." (Fulgenzio)

Offline Laxus91

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Mi hai messo una voglia matta di comprare RE3..

Ma io devo prima giocare il 2, anche per la loro diversità voglio seguire il percorso standard 'cronologico' e non scombinarlo

Offline Lord Nexus

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Se vuoi il cronologico devi iniziare da RE3.  :whistle:
(•_•)      \(•_•)      (•_•)
<) )╯      ( (>       <) )>

Offline Laxus91

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Pardon, cronologico nel senso di ordine di uscita dei giochi!

Offline Asher

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A sto punto però se li devi giocare, comincia dal 3 che ha effettivamente più senso.
⚙ Gaming set:
- 🕹Sony PS5 | 🖥LG Oled55G1 | 🎧Logitech G Pro X2 | 🎮DualSense Edge | 🥽PS VR2 | 🎮PS Portal | 💻Lenovo Legion 5 (GTX 2060) | 📟Asus Modem-Router DSL-AX82U | 🔻Nanoleaf Shapes | ⚙

Offline Laxus91

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Potrei ma voglio seguire il percorso di questa Capcom, dove posso lo faccio con qualunque serie, seguo sempre rigidamente l'ordine di uscita dei titoli di ogni serie, e qui anche voglio passare prima dal remake del 2
« Ultima modifica: 11 Apr 2020, 17:50 da Laxus91 »

Offline teokrazia

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Forse perché i suoi personaggi sono bidimensionalmente stupendi.
Ha qualcosa degli anni ’80 questo gioco, una sorta di frullatore di un pugno di pellicole che ha caratterizzato quel decennio.

 :yes: :yes: :yes:


Con coinvolgimento e divertimento, io trovo che questa riproposizione capcomiana della serie stia producendo una serie di giochi perfettamente a fuoco e assolutamente necessaria alla corrente generazione videoludica. Ritengo che non sia solo un sentiero da esplorare proficuo e meritevole di attenzione ma che debba essere continuamente battuto con nuove prospettive tecniche. Nel passato ci sono molte cose da recuperare e mi riferisco soprattutto a quelle esperienze non perfettamente compiute che meriterebbero un trattamento rinvigorente al pari del qui presente RE3R, il cui gioco originario, in effetti, era un po’ un incompiuto, nonostante fosse dotato di qualità e intuizioni non da poco. E il recupero integrale di queste preziosità, considerate in senso orizzontale per nuova estensione e verticale per incremento tecnologico, non possono che proporre all’attenzione contemporanea alcune stagioni che hanno reso un grande servizio al videogioco.

:yes: :yes: :yes:


Adesso toccherebbe a Code Veronica, un gioco per me piuttosto irrisolto all’epoca, a metà tra mondi non ancora perfettamente conciliati.

Unpopular opinion...

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E l'operazione mi farebbe troppo contento, a prescindere dai risultati, già con il solo annuncio.



Cmq, scherza scherza, me lo son finito una seconda volta, sempre ad Hardcore, con lo stimolo della mod in prima persona. <3


@Laxus91 come gli originali, 'sto 3 è prequel [e anche sequel, vabbuò] in senso proprio del 2. Ergo, voler passare prima per il 2 è la cosa giusta da fare anche in fatto di fruizione  :yes: