Sulla prima faccenda mi permetto di fare il troll perché so come funzionano certe robe e quelle due sono due figure dimmerda fumante, a maggior ragione la prima, che arriva da una redazione dove la gente stava fisicamente nello stesso ufficio 8/10/12 ore al giorno.
Sul secondo punto, figuriamoci. Certa roba non è sostenibile sul piano economico, umano e critico. A maggior ragione al giorno d'oggi, dove si pretende una presenza e un'operatività a 360 gradi, tra video, social, twitch e vattelapesca, e anche solo seguire le notizie, i rumor o il sentiment riguardanti un gioco sarebbe un lavoro a parte, mentre perfino l'ultimo dei Gini pretende che si faccia anche analisi tecnica quando pure su console la casistica comincia a diventare robustella.
Contestualmente, i prodotti sono una roba sempre più complessa e indeterminata. Lo diciamo sempre: può capitare che non siano più gli stessi già dopo qualche settimana. E una certa fetta di pubblico chiede, magari, recensioni aggiornate in concomitanza di update significativi quando non addirittura periodiche.
Che fin quando si tratta di quegli uno-due multiplayer o GAAS con cui sei personalmente infognato negli ultimi mesi viene anche facile, ma come si tratta di cose su cui magari eri anche preparato ma hai perso di vista per un po' auguri e buona sgrufolata tra i pareri dei giocatori in cerca di argomenti da rippare.
E nel frattempo sei esposto su un sacco di fronti.
Tutto questo su piattaforme dell'informazione dove tradizionalmente, praticamente ovunque e da sempre, il newser del caso non ha nemmeno la creanza di leggersi la recensione del titolone sparti-acque dell'anno pubblicata sullo stesso sito e preferisce copincollare la notizia a tema dalle solite fonti, andando magari in contrasto con quanto sostenuto dal collega o perdendosi eventualmente un vero scoop che aveva lì già pronto in casa. Che in ogni caso difficilmente avrebbe avuto il coraggio di provare a lanciare. Per cui, figurati, che slancio.
Oltre che non sostenibile, è un sistema rotto, con molte recensioni che fanno meno click del bait n.89 sulla faccenda Microsoft-Activision Blizzard. E spostano poco. Talmente poco che gli stessi produttori è da mo' che si stanno spostando, investendo altrove.
Ma la baracca sta ancora su, perché fa parte di un ciclo di marketing di cui tutte le parti hanno ancora bisogno, fosse anche solo per abitudine o rappresentanza (emblematico il fatto di certi content creator che in video possono pure spaccare tutto, ma se non hanno una roba per iscritto per certi partner commerciali semplicemente non esistono).
Per cui bruciamo il sistema e liberiamo 'sti ragazzi. Oppure, se sono qui per restare ancora, tiriamogli i pomodori, quando dovuti.