E si riparte, amici!
Pronti alla #pugna, in direzione #ignoto, alla ricerca di #avventura!
Beh, quasi.
La mia sessione quotidiana, in realtà, inizia con l’hashtag #umarell. Ovvero, con il sottoscritto che, invece di girare posti o schiattare gente, si incammina piano piano verso la banca per andare a versare. Una roba brutta veramente, quasi come andare alla posta di Hollow Knight a ritirare la pensione. Ma c’ho una lucetta d’emergenza ancora da comprare, dopo 7 (sette!) ore di gioco, quindi non rompete…
Risolta la transazione con la Babazza, si pone un problema: non so dove andare. Capisco che Capitanmarkok e Wis non se lo spieghino, perché per loro la mappa è tutta aperta, ma loro non ragionano in termini di videogiocatori svantaggiati, evidentemente. Così, vago per qualche tempo nelle Caverne della Fungia, fino a imbattermi in una bruca (non assicuro sia una bruca) che piange come Messi dopo le partite.
Questa è una missione per l’umarell. Quattro salti ed è andata, sono da lei! E sono sicuro, è un punto di svolta del gioco! Scopro così che si chiama Bretta (Attenzione, è il nome vero: me lo sono segnato, solo per voi, amici), è in chiaro stato confusionale, mi ringrazia qui e lì, ma… non mi molla niente. Niente! Comincio a pensare che questa storia di non battere chiodo inizia a essere fastidiosa, come potrà confermarvi Devil. Insomma, continuo a trovare personaggi e monumenti che dicono quattro minkiate e poi ciaone. Mi volete dare un potere?!
Allora decido di dare una svolta più ragionata alla mia sessione. E facendo appello a tutta la mia scaltrezza, mi metto a studiare bene bene la mappa. Mi accorgo così che in una zona (che qui non rivelo per due ragioni: A. Evitare spoiler, B. Evitare di essere preso troppo per il culo) c’è un buco grosso come una montagna. Ma una roba tipo il traforo del Monte Bianco!
Qui apro una parentesi, perché dobbiamo renderci conto: per esplorare il resto di quell’area (Hint: a che vedere con la religione, ma non per le bestemmie che ci ho lasciato), la prima volta che ci ero arrivato avevo dovuto *aggirare* questo cratere. Per forza, perché altrimenti non sarei passato! Poi me n’ero andato via fischiettando, come un cretino. Fine della parentesi. “Mi chiamo Ivan e ho un problema”.
Comunque, il traforo è una zona non troppo difficile, dove si scende e si scende. Tranne un punto, dove trovo un’uscita a destra. Entro, cambio schermata, muovo un passo, e una suora maledetta aziona una leva e mi chiude una porta in faccia. Rimango interdetto. Poi (sentite il genio) tento il trucco più antico del mondo (ho detto il trucco, non il mestiere): esco e rientro! Non funziona. Strano.
Mi trovo costretto a scendere ancora, ma mai scelta fu migliore: perché alla fine trovo tre sorelle (due delle quali sono chiaramente Grazia e Graziella, non so la terza), che mi chiudono dentro e mi vogliono menare. Ora, capisco che non ci crederete, ma ci resto secco solo una (1) volta prima di riuscire a stramazzarle. Quindi imbocco la porta e…
Sono commosso, amici. Mi ritrovo chiaramente a Termini, dove s’incrociano linea A e linea B. Voglio dire, c’è un casino pazzesco, passano continuamente metropolitane (questi sembrano vermi) e per terra è pieno di scarrafoni. Sembra proprio Termini, con solo meno scippatori cingalesi (Top Dogg, dici che questa cosa è un po’ razzista?).
Nemmeno due scippi, comunque, che incontro subito Necrosfinter. Che si sta cagando sotto così forte che nemmeno fischietta. Non solo, mi svende letteralmente la mappa (38 scarpe… che non è nemmeno il mio numero) e mi suggerisce di darmela a gambe, perché “questo luogo è pericoloso”. Oh, ciccio, io sono stato all’Ikea sabato pomeriggio, ti pare che mi spaventano due scarrafoni?
Il problema, qui alla stazione Termini, diventa presto uno: prima di arrivarci ho seccato le Grazielle, andando avanti accumulo parecchie Geox e non salvo da un pezzo. Insomma, c’ho un desiderio recondito di panchina che nemmeno Malesani. Ma non sarò inutilmente epico: dopo aver stretto lo sfintere un paio di volte, che mi stava investendo la metro, ci arrivo, a una panchina, e sono quasi felice.
Ora spengo, mi dico. Non può andare meglio di così. Ma la mappa mi frega. A sinistra c’è un percorso strano, che si chiama (nome vero, spoiler!) “Linea Dismessa”. E l’avevo detto che era Termini! Qui prima trovo un rave di Patrizi Roversi inutili, che secco facile facile. Poi ci sono questi vermi volanti che cagano scarrafoni che mi fanno impazzire. Chi è che diceva che i nemici sono meravigliosi? RBT?
Ovviamente, io sono uno stratega, quindi scopro presto che la strategia migliore è correre forte forte urlando “Ciaone!”. E meraviglia della meraviglie, arrivo alla fine del percorso. Entro in un vagone sgarrupato (non si nota la differenza dalla Linea A di Roma, in realtà) e dentro trovo… un biglietto Metrebus!
E ve l’avevo detto che era Termini!
Spengo. E la prossima sessione, per la prima volta, so esattamente dove devo andare. Poi sicuro non succede niente, che qui non si batte chiodo, ma almeno non sembrerò più Totò Schillaci nella stagione 90/91.