Quando il Wii U fu annunciato, penso che anche il più inveterato dei fan Nintendo capì di trovarsi di fronte ad un Gamecube piuttosto che a un Wii. Io pensai di trovarmi davanti la classica console che, a fine ciclo, avrebbe venduto 25, magari 30 milioni di unità. Il fatto che le vendite segnino un risultato così basso, sinceramente, mi ha stupito.
Mario Kart Wii ha venduto 35 milioni di copie, poi abbiamo i 32 milioni di Wii Sport Resort e i 28 di New Super Mario Wii. Anche volendo bollare i primi due come "titoli per casual", il dato che mi ha sempre stupito di più è come il Wii sia andato e venuto come un'onda. Dei 28 milioni di giocatori "esposti" al gameplay di un Mario 2D, quanti - che non fossero già fan Nintendo - ne sono rimasti così conquistati da volere il bis?
Quello che ricavo da questo scenario è che il gameplay non conta, che un bel gioco non fidelizza il cliente. Alla fine sono rimasti i soliti noti. 10 milioni di fedelissimi è una stima fin troppo ottimistica, secondo me: lo zoccolo duro conta almeno un paio di milioni in meno, e non fa che ridursi per motivi anagrafici (o di aspettativa di vita, in certi casi: i nintendari non diminuiscono per via delle sirene dei titoli AAA, ma per gli infarti e gli ictus che ti prendono a una certa età).
New Super Mario Bros U ha venduto 4.75 milioni di copie, un calo quindi di quasi 23 milioni di copie dal predecessore. Al di là dei gimmick, al di là di AssCreedCallofDutytuttiuguali, è questa incapacità di bloccare l'utente solo con la bontà dei propri giochi a offuscare il futuro di N ai miei occhi.
Si riduce tutto davvero a un problema di marketing sbagliato, o al solito stanco discorso della massa pecorona mangiamerda?