Batman: AA è un prodotto di difficile valutazione. Non nego di aver avuto seri problemi a farmi un’idea quantomeno sommaria dell’ultimo titolo dedicato al Cavaliere Oscuro.
Ma andiamo per gradi:
Tecnica: incredibile. Il numero di poligoni ha del sensazionale, il character design è ottimo e nel complesso siamo tutti d’accordo sulla fisicità dell’UE3 (ormai il motore grafico più usato in questa generazione). Piccole cadute di stile (gli sprite 2D delle piante che neppure in Tomb Raider su PSone, uniti ad un certo irrigidimento nei volti) non evitano tuttavia la promozione assoluta.
Sonoro: la partitura musicale, vagamente ispirata alla soundtrack di TDK, fa il suo lavoro a livello “ambientale”, non proponendo vere e proprie tracce ma piuttosto un continuo sottofondo musicale che aiuta ad immergere nell’atmosfera di gioco. Il doppiaggio in inglese è superlativo (Mark Hamill è sempre il numero uno quando si tratta di doppiare il Joker), mentre in italiano siamo un passo indietro ma pur sempre a livelli altissimi (complice il duo Balzarotti/Peroni, direttamente dal cartoon anni ‘90).
Giocabilità: Qui entriamo in un campo minato. Ma badate bene: in Batman AA si gioca e tanto. E’ solo che il titolo tende a prenderti per mano troppo spesso. Il sistema di combattimento è semplicistico ma efficace (fondato molto sui contrattacchi) e quando meni le mani senti DAVVERO di darle ai tuoi avversari (chi ha giocato Indiana Jones e la Tomba dell’Imperatore ha capito la sensazione che si prova). Stesso discorso per il fattore stealth, basilare ma perfettamente strutturato. Il tutto sa darti le giuste soddisfazioni verso la metà del gioco, quando hai mano gli quanti elementi del gameplay in grado di renderti l’esperienza più varia possibile (armi, abilità, power-up). Tuttavia, è impossibile non scrollarsi di dosso quella sensazione “alla BioShock”, in cui credi che tra una sequenza narrativa e l’altra tu sia in solo un tramite tra l’attuale splendida locazione e la successiva. Le decine di documenti, dialoghi e file audio da recuperare sono messi li per creare companatico, per farti immergere in contesto narrativo prima che ludico.
Batman AA è quindi vittima del suo tempo, un’epoca in cui la giocabilità è spesso sacrificata sull’altare dell’ennesimo tasto da premere al momento giusto, dell’hint che appare sul monitor ogni qualvolta passi a miglior vita o del checkpoint messo a due passi dal precedente.
Ma dopotutto, poco importa. L’ultimo titolo Eidos è uno dei pochi tie-in che non sa di esserlo, un prodotto altamente ben confezionato che è impossibile resistergli. Ed anche solo per questo, c’è da essergli enormemente grati.