Allora, parliamo fuor di metafora.
Uscire dall’euro unilateralmente equivarrebbe a sfasciare non solo l’Ue ma anche il sistema finanziario globale. Perché ridenominare 2500 mld di debito (a cui va sommata la parte scoperta di disavanzo Target 2) in lirette svalutate, equivale a fare default, e il sistema non può assorbirlo. Collasserebbe. Ci siamo? Quindi si tratta di fare una rivoluzione, soli contro tutti.
Ora, tu non ti aspetti che la rivoluzione la faccia un qualsiasi politico col culo al caldo, vero? Magari uno che ha le palle lo trovi anche, ma l’entourage nel suo insieme? Finisce come con Varoufakis, che è stato liquidato dal suo vecchio amico Tsipras. O se sei in Italia, al posto di quello con le palle hai l’ottuagenario svitato, con un piano in venti slide che fa ridere i polli (Savona). Quindi serve uno sprone piuttosto deciso, che vada oltre dei post sui forum online, tipo rispolverare la vecchia bandiera a cinque punte. E mettersi l'elmetto. Una ‘accelerazione’, come la chiami tu.
Condividi l'analisi? Nel caso scusami se non ti seguo, ma io sono un tipo tranquillo, mi prendo l'austerità. E a dirla tutta, non mi piace neanche tanto l'idea di vedere il 30-40% dei miei risparmi evaporare nottetempo. E che il mio Paese sia di nuovo conteso tra questa o quella grande potenza come durante la guerra fredda.
E' un'ingiustizia, sì. Ma che vuoi farci? Il mondo è una merda, si diceva.
Al di là del fatto che occorrerebbe, per avere un quadro completo ed obiettivo, calcolare quanta ricchezza è stata distrutta o non è stata creata con trent'anni di deflazione salariale e deindustrializzazione (alla quale sommare quanta se ne distruggerà o non se ne creerà in futuro se si prosegue su questa strada), per quanto mi riguarda è folle pensare che una rottura dei trattati ed un ritorno alla legalità democratica sia una passeggiata o non abbia conseguenze.
Ma non c'è alcun bisogno di stelle a cinque punte o bombe, c'è, molto banalmente, bisogno di politica e politica la ritorni a fare tramite l'
intellettuale collettivo (per usare la definizione di Gramsci) che si chiama partito e che è la cinghia di trasmissione fra società e istituzioni.
La distruzione dei partiti ha portato al famoso "pilota automatico" citato da Draghi: indipendentemente da chi vince le elezioni, l'azione di governo è la medesima. E questa, di fatto, è una sospensione della democrazia che vale ben di più del potenziale 30% di svalutazione di un'ipotetica nuova Lira.
Ma non solo: continuare a tirare la corda, significa che, prima o poi, questa si spezzerà e potrebbe pure portare a conseguenze inaspettate. Perché è sulla povertà e sulla rabbia che prendono corpo le svolte autoritarie. Chi ci assicura che l'UE ci metta a riparo da tali tentazioni? Ungheria e Polonia parlano chiaro in tal senso.
Il precario che lavora a 700 euro al mese, il disoccupato di lunga data che campa con la pensione della madre, il fattorino che sgobba a cottimo, l'operaio cinquantenne licenziato perché la ditta delocalizza in Romania, la madre o il padre separati che sbarcano il lunario facendo lavoretti a nero, il trentenne con genitori non autosufficienti che è costretto a tenere a casa perché non può pagare i 2700 euro di retta delle RSA private (visto che non esistono quasi più quelle pubbliche), il manovale che va a lavorare a nero con la febbre a 40 perché se si ferma non ha la malattia e viene licenziato ed ha l'affitto da pagare e la famiglia da mantenere, chi è costretto a finire i risparmi perché deve pagarsi cure che il SSN, devastato da anni di tagli, non può più garantirgli: non sono situazioni marginali, sono la stragrande maggioranza attuale di questo paese, quello reale. I 4300 miliardi di risparmio privato non traggano in inganno, perché l'Italia è una polveriera e questa crisi causata dal coronavirus può portare a conseguenze inevitabili, magari non immediate, ma di sicuro nefaste se non gestita in maniera democratica e di radicale discontinuità politica.
Ecco, io invece di aspettare le camice nere in strada, preferisco continuare a fare politica, a costruire una via alternativa. Non lo faccio certo con i post sui forum di videogiochi, ma lo faccio da quasi quindici anni tutti i giorni per strada e dentro le istituzioni (a partire da quelle, locali e piccole, nelle quali ho l'onore di ricoprire, momentaneamente, un ruolo). Non sono da solo, siamo sempre di più, siamo piccoli e frammentati ma risoluti. Sarà un percorso lungo, difficile e probabilmente non ne vedremo i risultati, ma va iniziato e portato avanti ed è questo che ho scelto di fare.
Ultima cosa sulla politica estera: siamo una colonia USA dal 1943, adesso siamo anche una colonia tedesca, ma abbiamo una posizione geografica grazie alla quale saremmo sempre di più al centro delle nuove rotte commerciali mondiali. Ecco perché per l'Olanda (e la Germania), siamo concorrenti da indebolire mentre per Cina e USA un prezioso alleato da coccolare (la Russia non esiste, è un paese povero che in questo gioco ha sì un ruolo ma non certo rilevante come gli altri due). Giocarci bene questa carta sarebbe, ad esempio, la cosa più sensata da fare.
Invece c'è chi vuole vendere proprio porti ed aeroporti (cioè le strutture strategiche in quest'ottica) ai nostri diretti concorrenti.
https://www.agi.it/politica/news/2020-03-28/coronavirus-pegno-palazzi-potere-zanda-7948358/