Visto Grimgar (Hai to gensō no Grimgar)
Partenza con il botto, con innumerevoli spunti a dir il vero, che poi dimentica puntualmente, man mano che la serie procede. Come capita spesso con questi prodotti derivativi. Scommetto che la light novel è minuziosa e dettagliata, mentre le 12 puntate, scappano letteralmente via, pure se sono fatte da A1-Pictures, che offre una certa eleganza, specie nei BG. Trattasi di isekai realistico, ma poi non troppo, direi piuttosto "semi-realistico". Il senso della serie, in ultima analisi, è interessante, scava che ti scava.
Si tratta di un isekai che offre - o almeno ci prova - a costruire un'indagine introspettiva, profonda dei diversi personaggi coinvolti, con dinamiche non troppo dissimili da quelle di un gruppo di amici "costretti" a collaborare per sopravvivere. Per certi versi mi ha ricordato i gruppi scolastici che si formano per costruire un progetto comune, come una ricerca di scienze o di storia. Il senso è circa quello: sono costretti a lavorare assieme per sopravvivere ma ci sono tensioni tra loro. Anche se non sono mai spiegate benissimo.
Tanto per dire il protagonista è un po' un segaiolo mentale: si convince di tensioni e incompresioni da semplici battute, ma ok. Non sono giappo, quindi se mi danno dell'incapace, non mi deprimo.
Mi verrebbe da paragonarlo a
Darling in the Franxx, se non fosse che quest'ultimo è un gioiello di introspezione a paragone di questo. Grimgar sembra un po' il cugino sfigato che vedi a Natale, quello che durante la cena ti racconta le stesse cose dello scorso Natale e tu per cortesia, non glielo fai notare.
È una serie carina, ma più di carina non me la sento di bollarla, onestamente.
Diciamo che, sebbene "grossomodo" ha risposto alle mie aspettative di trovarmi a faccia a faccia con un isekai pseudoreale non mi è sembrata particolarmente ben costruita e ben sviluppata, e le premesse c'erano...gli spunti che butta nel mucchio sono innumerevoli e tutti ugualmente interessanti: il mondo, le gilde, i mostri, gli altri gruppi di avventurieri, le ricompense, il Re Immortale (?), la luna rossa...
La serie si focalizza su un gruppo di avventurieri, ovviamente ragazzini iper-stereotipati, alle prese con i primi passi in un mondo fantasy e fin qui, niente di nuovo. Ci sono cose come il tizio grosso ama cucinare e la bambina timidina è una maghetta eh. Fino alla fine, non ci sono sussulti, se non un paio.
Carina l'idea che si ricordano vagamente del mondo dal quale provengono (cioè il nostro eh) ma sta cosa viene dimenticata praticamente alla seconda puntata, fatto questo che impedisce moltissimi spunti interessanti anche visivi, a dirla tutta. I ragazzi hanno uno sviluppo sulle prime reale, dove in 5 non riescono a tener testa ad un goblin, poi verso fine serie, ovviamente maturano con un boost piuttosto telefonato. Naturalmente, quando il gruppo troverà la sua sinergia caratteriale e di coesione, ciò sarà inevitabilmente collegato alla loro capacità combattiva e strategica che li renderà dei tank.
Ultima nota, personalmente l'eccidio dei mostri nelle serie, è molto ben fatto. I combattimenti sono reali e disperati tanto quanto basta, spesso il nemico non vuole morire ed esattamente come loro, combatte con tutte le forze residue. Allo stesso modo, i nemici non faranno mai cose spregevoli o detestabili, fatto questo che crea una certa situazione distopica...se ammazzi un goblin mentre dorme, sei un po' in difetto come "eroe"...mah, questa cosa è un po' stata sdoganata da Goblin Slayer...ma c'era una motivazione alla base.
In
Goblin Slayer i goblin erano una pericolosa minaccia per tutta la razza umana, in Grimgar sembra che si facciano i cazzi loro e vengano massacrati perché ritenuti deboli e semplici da sconfiggere.
In definitiva, isekai con premesse reali che perde un po' il filo perché non racconta gli innumerevoli spunti che mette sul piatto. Ed è un peccato.