Possiamo dire che Greta Thunberg fa il paio con Ocasio-Cortez per il primato mondiale di slogan facili?
TFP Link :: https://www.francescocosta.net/2019/03/14/greta-thunberg/
No, davvero. Due le tesi principali dell'articolo:
1) i Paesi in via di sviluppo (Cina, India, Africa, a detta dell'autore) sono oggi i primi responsabili del riscaldamento globale;
2) è colpa loro se non sono stati fatti progressi negli ultimi venti anni.
1) Qui l'autore non considera almeno tre cose fondamentali (per i volenterosi, tutti i link sono in inglese):
- Cina e India hanno una popolazione di quasi 3 mld di persone, e le
quote di CO2 pro-capite sono ben inferiori a quelle dei Paesi avanzati (in media, uno statunitense emette il doppio di un cinese e quasi il decuplo di un indiano);
- in termini di
emissioni cumulate negli anni, gli USA sono saldamente in testa oggi e verosimilmente per molti anni a venire;
- l'
output industriale cinese (2016) è stato di $4.566 mld di cui $2.342 esportati, mentre quello USA è stato di $3.602 mld di cui soli $1.620 mld esportati: la Cina ha esportato di più degli USA sia in senso assoluto che in rapporto alla produzione industriale totale, quindi una parte maggiore delle emissioni industriali sono addebitabili a prodotti consumati da Paesi terzi (se delocalizzi la produzione in Cina, delocalizzi anche l'inquinamento connesso).
2) Falso, o quantomeno, vero solo in minima parte. Se proprio dobbiamo cercare un colpevole principale, io guarderei piuttosto agli USA. Gli USA hanno abbandonato il pur modesto Protocollo di Kyoto nel 2001 e con Trump si sono sfilati dall'ancora embrionale Accordo di Parigi pur mantenendo un
peso rilevante nella definizione dello stesso (in ottica contenitiva se non disfattista: vedi il
rigetto dell'ultimo rapporto ONU-IPCC sul clima * e, proprio in questi giorni, il
rifiuto di supportare la ricerca su tecnologie di assorbimento di CO2). Coerentemente, a livello interno l'agenzia per la protezione ambientale USA, già poco incisiva, è stata praticamente azzoppata da Trump piazzandoci lobbisti del carbone a
destra e a
manca.
L'articolo poi sostiene che la responsabilità non sia della classe dirigente ma del popolo. La sensibilità dell'opinione pubblica sul tema sarà bassa, ma, anche solo per alcune
evidenze aneddotiche, non mi lancerei in apologie affrettate.
* Rapporto che comunque si basa su
proiezioni ottimistiche e, ciononostante, è stato ulteriormente
annacquato nell'executive summary (unica parte che ha qualche chance di essere letta da chi conta)