Bene, penso di aver lasciato decantare a sufficienza "l'esperienza".
Uncharted 4 ti aggancia al volo con una delle presentazioni a video più compatte, credibili, immersive e raffinate di sempre. Naughty Dog si è presa il tempo necessario per "studiare" PS4 e infine scodellare, senza dubbio, il nuovo standard di riferimento grafico sull'ammiraglia Sony. Quando a metà gioco e oltre ti riscopri ancora a premere R2 e a muovere la telecamera alla ricerca di dettagli e bellezze nascoste nelle straordinarie texture, un motivo ci sarà. Bellezza e varietà. La cifra di ND è evidentissima, innegabile. Anche e forse soprattutto dal punto di vista artistico.
Il gioco è un flusso ininterrotto di azione, esplorazione e cut-scene realizzate splendidamente in-engine e in real-time, così da incrementare in modo netto la sensazione di immersione cinematica. Punti Bonus per le tecniche di streaming e pre-caricamento in background totalmente invisibili al giocatore: dopo quella iniziale, non vi è una sola schermata di caricamento. Nulla. Come in un film, meglio di un film.
Voglio spezzare una lancia in favore della componente sonora: ho giocato Uncharted 4 interamente in cuffia, come mia abitudine, usando le mie Sharkoon X-Tatic 5.1 - cuffie che - almeno sulla carta - si ripromettono di ricreare la spazialità e la profondità di un tradizionale sistema HT discreto. Coi dovuti distinguo, e grazie all'evoluta calibrazione delle sorgenti sonore offerte da ND (già viste in TLOU Remastered), il quadro sonoro è maestoso, possibilmente al pari della magnificenza visiva: un mixaggio sapiente, rumori ambientali e naturali credibili e dinamici (l'ululare del vento, il rimbombo di una caverna) e "gustosi" rumori di arma da fuoco con una reale e tangibile sensazione di colpire, di esserci. Abbattere un nemico con una Barok .44 non potrebbe essere più gratificante.
L'OST accompagna il gioco in modo adeguato, anche se forse si mantiene un po' troppo "discreta", a tratti quasi minimale. Rare, ma ben marcate, le eccezioni in cui si eleva a protagonista.
Il doppiaggio italiano è al solito "di riferimento", con un plauso particolare alla voce di
Nadine Ross, sensuale e spietata, ferocemente determinata
.
Dal punto di vista della giocabilità, lo ritengo il capitolo più "flessibile" e maneggevole: Nate si muove e si controlla con naturalezza, i comandi rispondono senza ritardo e difficilmente ci si "incastra" nello scenario. Il gunplay - affrontato a Difficile - è vario, flessibile, verticale ed appagante. Si muore - pure spesso - ma non è mai frustrante, nè scorretto: il retry immediato non lascia spazio allo scoramento.
Dal punto di vista della narrazione, e dello sviluppo dei personaggi, personalmente ho riscontrato una totale maturazione da parte di ND nel sapersi scegliere i tempi e i modi per raccontare la storia di Nate, senza lasciarsi "ingabbiare" dall'esigenza di stupire, di "rilanciare" continuamente. Stop & Go in piena maturità. Il tratteggio dei personaggi è eccezionale. Il vero protagonista, a mio avviso, è
Sam, il fratello di Nate. Una figura umana reale, credibile, perfettamente delineata nelle proprie debolezze e nella propria forza. Magnifico
. Particolarmente riusciti anche i ruoli "femminili".
Senza nemmeno affrontare il discorso multiplayer (provato solo in fase beta), che di suo aggiunge valore e spessore ad un gioco già "notevole", mi soffermo sull'unico punto di debolezza che ho personalmente riscontrato: la durata eccessiva. Giocando a Difficile, ci ho messo 20+ ore a completare il gioco. La narrazione nella parte finale è probabilmente un po' troppo "rarefatta", sfilacciata, laddove "stringendo" forse si sarebbe potuto mantere un ritmo più compatto e meno affaticante.
Vero anche che se avessi la possibilità di togliere qualcosa, non saprei con certezza dove andare a tagliare, perché - considerate nel loro insieme - tutte le parti hanno un loro motivo d'essere.
All in all, comunque, un vero capolavoro, e sicura pietra miliare del genere: un punto d'arrivo perfetto e perfettamente conclusivo per un franchise a suo modo storico. Non mi associo a coloro che si sono dichiarati "delusi" dall'epilogo: a mio avviso riesce - attraverso la consueta delicatezza - a dare un senso compiuto alle mirabolanti avventure di Nate ed Elena, eroi non per caso.