Luci Della Città (Charlie Chaplin, 1931)
Allora, ho visto
The Kid (1921) e
The Gold Rush (1925), quest'anno, 2 film che ho adorato, veramente da storia del cinema.
Luci della Città l'ho trovato più debole rispetto a questi. Ha il pregio di essere breve, di buon ritmo, almeno una scena per gli anni a venire (l'incontro di pugilato) e una idea per rifinire ancora una volta nei libri di storia del cinema.
Si, perchè questo è il primo film accompagnato da musica e suoni sincronizzati suonati da una band. Ovvero, all'epoca c'era già il cinema sonoro, ma Chaplin volle rimanere senza dialoghi e a vedere la prima scena dove, il solito politico panzone americano parla alla cittadina per inaugurare una pomposa statua sulla potenza americana, dalla sua bocca esce una vocina strozzata (probabilmente fatto con una tromba tappata) udibile solo agli spettatori del film, fa capire cosa ne pensasse Chaplin del sonoro (e magari anche dei politici americani).
Quindi nel film quando una campanella suona come nel sopradetto incontro di pugilato, si sente, quando c'è una band a schermo, la musica si sente, quando Chaplin ingoia un fischietto e ogni respiro fa un fischio lo sentiamo ma nessuno nel film parla, anzi persistono ancora le didascalie e tutti i rumori e i suoni del film sono eseguiti o ricreati (se si parla dei rumori) da una band.
E' insieme a credo
Tempi Moderni, quello più apprezzato di Chaplin ma io non sono d'accordo.
Per me
The Kid raccontava una storia più emozionante e
Gold Rush aveva scene molto più memorabili. La quantità di slapstick è pari a quella degli altri ma mi sembra gli viene dato più risalto anche per vie che la storia è proprio una bella favoletta, carina ma veramente basica.
Arsenico E Vecchi Merletti (Frank Capra, 1944)
Continuo inarrestabile il recupero di buoni film vecchi.
Il film narra di 2 dolci sorelle (veramente lo stereotipo delle dolci anziane zie) che uccidono con vino avvelenato gli ospiti del loro B&B, non per sadismo, ma per compassione (oltrettutto ripetuto più volte
"cristiana") verso vecchi anziani rimasti soli nella vita che soggiornano da loro.
Quando lo scopre il nipote, appena sposato, cercherà in tutti i modi di salvare le zie da una condanna, preferendogli il manicomio. Il tutto si complica con la comparsa del fratello di lui, pluriomicida, e del suo chirurgo plastico personale..
Vabbè basta così che la trama è veramente strutturata, cosa incredibile per il fatto che il 90% del film è ambientato nel salotto di questa casa. Il fatto che è una trasposizione da una pièce teatrale è quindi parecchio evidente ed è incredibile come la maggior parte delle scene sono su un unico set tutto collegato (anche l'esterno della casa, con tanto di vista sul ponte di Brooklyn).
In sè c'è poco da dire, commedia nera che più nera non si può, recitata benissimo, magari come quasi tutte le commedie che durano 2 ore, verso la fine si sente che qualcosa poteva essere accorciato ma rimane un film divertentissimo, con un Cary Grant protagonista, incredibilmente sopra le righe ed equilibrato allo stesso tempo.
Casinò (Martin Scorsese, 1995)
Io l'ho sentito come
Il Padrino 2 se si contasse
Goodfellas come
Il Primo Padrino, cioè una versione allungata, ingigantita delle idee espresse nel precedente. E sicuramente più d'autore.
Certo qui si parla più di gioco d'azzardo che di mafia, ma è innegabile che i 2 film si assomigliano e questo non sarebbe mai esistito senza il precedente.
Comunque film memorabile che narra di un mondo che più corrotto non si può (impossibile contare quante volte si vede una banconota passata da una mano all'altra per corrompere), implacabile, recitato da un De Niro da paura (protagonista estremamente inusuale nella sua pignoleria, niente è epico in lui) e da un Joe Pesci che però effettivamente fa ancora Tommy DeVito. Bravissimo, eh, e lo so che in tutti e due i film impersonifica 2 diversi personaggi realmente esistiti ma se i mafiosi italo-americani erano tutti uguali non è colpa di Pesci ma tanto meno mia.
Tutto gira sul gioco d'azzardo in una casinò a Las Vegas gestito dalla mafia e di quanto la regola principale sia
"più giochi e più perdi", hai voglia a pensare alle probabilità. Ed infatti le scene che più ho adorato sono quelle inerenti a quel mondo fatto di bari da scoprire, gestione del personale e nuovi modi per fare soldi.
Insomma film anche di spessore ma la sensazione a fine visione di aver visto qualcosa di meno importante rispetto a
Goodfellas comunque mi è rimasta.
Pinocchio (Matteo Garrone, 2019)
Visto al cinema.
Difficile mettere per iscritto le sensazioni che mi ha procurato questo film comunque partiamo dal fatto che l'ho trovato bellissimo.
Un adattamento rispettoso e fedele all'opera originale, alla magia (e follia) che aveva. 2 ore di film in cui hanno cercato di infilare tutto il possibile quello entrava del libro e hanno inserito tanto, ed incredibilmente mantenendo un ritmo sostenuto ma mai frettoloso, anzi ogni scena ha il suo respiro, con una dinamica dei tempi micidiale.
E in questo gioco di essere più fedeli possibili, grande intelligenza ad esaltare le cose giuste, ovvero quello che rendono il libro tutt'ora moderno quindi senza tempo anche in una evidente voglia di dare importanza a certi personaggi come Geppetto interpretato da Benigni (bravissimo) e la volpe interpretato da Ceccherini a discapito di altri come La Fatina e Lucignolo, non trascurati (ogni personaggi ha, ripeto, i giusti spazi) ma sicuramente meno sotto i riflettori.
Vabbè, inutile dire che la messa in scena è magnifica, quasi completamente artigianale, avvolte povera ma predisposta con intelligenza, come per esempio il paese dei balocchi, povero, ma perfetto per rappresentare il vuoto del divertimento fine a se stesso.
Menzione speciale per la parte del Mangiafuoco e i burattini. Stupenda, con questi burattini reali, di legno ma con attori dentro, bellissimi da vedere, che quando si abbracciano con Pinocchio senti proprio il toc del legno che si tocca.
Ah, per esaltare ancora la messa in scena Pinocchio per tutto il film... scricchiola. Cioè se alza il braccio senti il rumore del legno muoversi o se corre senti il cigolio. Fenomenale per ritornare al fatto che Garrone c'ha tenuto ad una messa in scena più reale possibile (e rendere reale la fantasia non è quello che cerchiamo quando entriamo al cinema o leggiamo un libro?).
Poi, come ne
Il Racconto Dei Racconti (che alla luce di questo era una prova generale) Garrone esalta ancora l'Italia rurale con i suoi borghi e i suoi paesaggi. Sembra quasi parte della sua poetica, la salvaguardia della bellezza italiana fuori dalle città, anche solo per il fatto che nelle città ci interpreta film non proprio ottimisti (e che fanno vedere il brutto, dell'animo ed estetico, dell'Italia) come
Dogman.
Anche solo una inquadratura semplice come Pinocchio che cammina di spalle in una stradina immersa nel verde è bellissima e simbolica allo stesso tempo. Si, perché Pinocchio è un viaggio verso la maturità attraverso le tentazioni della vita e questo il film lo coglie in pieno. Davvero, una immagine da occhi lucidi.
Anche per la colonna sonora di Dario Marianelli, non variegata, ma con un tema portante meraviglioso, dolcissimo.
Insomma filmone. Sicuramente più da bambini che per adulti ma comunque riesce a rapirti a tutte l'età per il suo fascino ed intelligenza.
Ho scritto tanto, che mi andava, anche se potevo scrivere una sola considerazione, cioè
"2 ore di film, sala piena di bimbi, non è volata una mosca, completamente rapiti" e sarebbe andato bene lo stesso.