Ma è chiaro che non si può valutare Heavy Rain secondo i parametri del videogioco classico.
Dopo i pipponi che sono stati scritti sulle metainception autoreferenziali nerdoludiche transeunti di Kojima?
Dopo che c'è gente che ha passato un'ora a guardare il mare sulla spiaggia di Dear Esther, scatenando persino in me la voglia di gridare "ma vai fuori a giocare"?
Mmmmah.
Heavy Rain è stato in grado di farmi sentire responsabile di preparare una pizza al microonde, e di cambiare il pannolino a una neonata. Di farlo nel modo giusto, senza poter pensare "tanto se sbaglio ho ancora energia, anzi, magari sfrutto il damage boost per evitare l'ostacolo successivo".
E questo senso di connessione me lo poteva dare, tra tutti i medium, solo un videogioco.
Meglio "Press X to Jason" che "Press A for Awesome".
Devo decidermi a finirlo, Heavy Rain. L'ho lasciato perché ci giocavo all'una di notte, e l'angoscia raggiungeva livelli quasi Silenthilliani.