Insomma mi sto recuperando roba di quest'anno e trovando roba fantastica.
Giuro che non sono io. E che vedo film belli e mi viene da scrivere.
Netflix in questi giorni mi ha sorpreso. Sapevo che c'è roba buona ma così di fila, recente, non me l'aspettavo. E tutti con la enne rossa in alto a destra, quindi quanto meno distribuiti a livello mondiale dalla piattaforma.
Ah, cito anche uno che ho trovato brutto,
Da 5 Bloods, l'ultimo di Spike Lee, film che palesemente in piena produzione si è voluto infilare (con tutte le miglior intenzioni del mondo, figuriamoci) nel movimento Black Lives Matter (con un tempismo perfetto, essendo uscito nei giorni dell'assassinio di George Floyd) e ne è venuto fuori un macigno di 2 ore e 40 che a volte è carino, a volte imbarazzante, a volte inspiegabile. Lo sconsiglio volentieri.
Veniamo ai belli (ma belli!):
Mignonnes (Maïmouna Doucouré, 2020)
E' il film che fece tanto scandalo alla sua uscita mondiale su Netflix, indignò tantissimo ed incredibilmente quasi tutte le fazioni (anche se soprattutto certa America
great again), anche per via del brutto poster che usò la piattaforma.
Naturalmente è un film che parla di un bel tema, giustissimo, trito e ritrito ma con argomenti aggiornati: giovani che copiano i brutti esempi degli adulti. Anzi, giovanissimi, visto che nel film le protagoniste hanno 11 anni (anche se soprattutto l’attrice protagonista qualche anno in più ce l'ha) e copiano i movimenti sexy delle pop star americane per creare un gruppo di ballo che, copiando alla lettera i passi, anche quelli più spinti, creano questi grottesco misto tra ammiccamenti sessualizzati e un corpo non ancora formato. Infatti i corpi delle protagoniste vivano quella fase di mezzo tra la perdita dei tratti bambineschi e il non ancora raggiungimento di una sensualità adolescenziale. Quindi naturale che certe inquadrature anche parecchio esplicite, certi balletti e certi vestiti esasperatamente troppo corti possono dare un senso di fastidio, e in quello il film riesce alla grande senza davvero mai fermarsi per un minimo di pudore. Coraggioso quanto necessario, in questo senso.
C'è anche la contrapposizione tra questo mondo e quello islamico, visto che la nostra protagonista è un’immigrata senegalese a Parigi e anche questa parte ci regala almeno un grande momento, quasi horror (senza spoiler dirò solo
BIANCO). Quindi anche qui siamo su un tema forte, scomodo ma necessario con l'aggiunta che si parla di bimbe dalla vita dura, bravissime a recitare quindi difficile volergli male. Ha anche un bella sequenza finale, niente di eccezionale, ma impossibile chiedere di più.
Finirò questa recensione come tutti quelli che l'hanno recensito immagino
"E' incredibile che abbia suscitato tanto scandalo.
Sono sicuro che su Tik Tok le 11enni fanno questo e tanto altro.
Ma non voglio essere arrestato per andare a controllare".
Processo Ai Chicago 7 (2020, Aaron Sorkin)
Giuro che non è l'atmosfera natalizia, altro gran film.
Vi piacciono quei film americani in cui si vede un processo difficile da vincere, con tutte le fasi tipo chiamo quello a deporre, ora tocca all'accusa contrattaccare, obbiezione accolta respinta, l'avvocato difensore bravo ma non perfetto e tutto il resto?
Ecco, questo è uno dei migliori che potreste mai vedere di questo genere.
E’ di Sorkin quindi la tecnica non manca, ma è il tipico film dove non si sente la maniera, tutto gira bene, è un tema molto sentito anche dal regista. Un film perfetto, a volte pecca di un buonismo non necessario (veramente poco, c'è da dire) ma racconta una bellissima storia, una di quelle che doveva essere raccontata e fatto nel migliori dei modi.
C'è anche un bellissimo dibatto su certa sinistra americana, come si tende a spettacolarizzare da sola, anche se il film non dimentica mai da parte stare. Certe scene sono bellissime. Godibilissimo e per tutti.
The Hater (Jan Komasa, 2020)
Film polacco. La Polonia. Ultimamente avete sentito parlare di prodotti di intrattenimento di quel paese? Non saprei......
Cmq è il film giusto al momento giusto, ma il fatto che sia giusto è la sua forza. E' giusto perché parla delle cose giuste. Il protagonista è un giovane polacco che entra in una agenzia di... boh... web...? dove si cerca di screditare personalità online (quindi una youtuber, un politico, ecc..) tramite fake news, meme, account fake e altro. Quindi spargendo odio per la rete. Odio che viene dalla realtà, la Polonia in questi anni sta vivendo un rigetto fascista che potremmo dire che noi siamo messi bene.
Ecco, se magari avete intenzione di guardare il film e non conoscete la storia del sindaco di Danzica, consiglierei di guardarvi il film e poi informarmi sui fatti, resterete stupiti. Quindi avete capito che abbiamo l'argomento giusto. Abbiamo anche la motivazione giusta che spinge il nostro Tomasz a fare tutto questo, la sempre amata figa (e si ritorna sempre lì, a Dorian Grey e alla frase più bella del mondo
"Non esisterebbero guerre se le donne non volessero soggiorni più grandi"). Protagonista che è veramente ben scritto tanto sfaccettato quanto credibile in ogni sua scelta.
Non è un film perfetto perché ogni tanto al nostro gli va tutto troppo bene e quando qualcosa non gli funziona è comunque esposto in maniera un pò schematica, si capisce che è per non rendere il film troppo lineare. Niente di drammatico, comunque. Emblematica una scena verso il finale che guardandola ho pensato "ora probabilmente metterà un piano sequenza" ed effettivamente parte, che è molto bello ma anche un minimo goffo soprattutto nella fermezza della camera. C'è anche la parte videogiochi (figuriamoci se mancava) e una certa critica giustissima ai loro comunisti col rolex che assomigliano tantissimo ai nostri.
Naturalmente consigliato, il tema principale del film è caldo caldo e comunque nel finale mi ha sorpreso, non perché originalissimo, ma me l'aspettavo diverso.