C'è un dialogo specifico, diciamo quando Abby e Lev stanno andando all'ospedale ed incontrano una pattuglia nemica di Serafiti (che si riferiscono al fuggitivo chiamandolo Lily prima di affrontarli, è un dialogo ambientale e non una cutscene), dopo averli uccisi Lev chiede proprio ad Abby 'vuoi sapere come mai mi chiamassero in quel modo' ed Abby dice un secco 'no'.
Diciamo che la curiosità è leggittima, assolutissimamente, magari si poteva gestire in maniera più esplicita ma diciamo che unendo vari dettagli diventa chiara la natura di Lev.
Io devo essere sincero, fino a poco prima non ero ancora 'affezionato' al personaggio e quindi mi era un pò indifferente, dopo alcuni momenti chiave (il ponte prima e il dialogo con Yara su di lui e il tentativo di risollevarlo di morale prima di scoprire che si stava dirigendo all'isola) ammetto di aver empatizzato con lui, da lì ho rivalutato anche il 'no' di Abby, o perlomeno l'ho interpretato come un 'date le circostanze sono più preoccupato di quel che può essere la sopravvivenza di un bambino, sebbene molto forte e capace di difendersi, piuttosto che della sua identità di genere, in fondo è solo un bambino, che a dire il vero sta affrontando ed ha affrontato una serie di drammi con possibili conseguenze psicologiche non da poco (il condizionamento che, poverino, subiva quando stava nel villaggio, i 'demoni' in sé, madre e sorella che di lì a poco sarebbero morte... insomma infanzia bruciata, e in tutto questo un carattere inizialmente molto molto riservato e distaccato)'.
Ripeto, dipende al solito dai punti di vista.. perché da un lato può essere un modo estremamente delicato di accennare/abbozzare un tema senza calcare la mano, dall'altro avrebbero potuto essere più espliciti proprio perché il tema è stato inserito.
Diciamo che resto con questo mio dubbio sulle due possibili vedute riguardo questa cosa