Il tema mi interessa parecchio, in quanto sono dell'idea che con la fine commerciale (dal punto di vista ludico) dell'Amiga si sia chiusa una parentesi importante del mondo del videogioco.
Per ragioni legate al suo straordinario successo in Europa (e un po' meno negli USA: non a caso LucasArts fu tra le prime ad abbandonare la baracca
) gli sviluppatori delle nostre parti riuscirono a realizzare una serie di capolavori pressochè infinita... e forti (in parecchi) di un background legato alla "demoscene" et similia riuscirono a coniugare l'eccellenza nel gamedesign a quella tecnica, il che non è che fosse un male, anzi!
Erano anni profondamente diversi da quelli che stiamo vivendo. E diversa era anche l'industria del videogioco.
Chiunque (beh... quasi!
) avesse un po' di buona volontà e di talento poteva creare un potenziale hit nella tranquillità della sua cameretta... il famigerato bedroom coding... una filosofia diametralmente opposta a quella tuttora vigente nel mondo delle console, dove senza un (costoso) kit di sviluppo non vai da nessuna parte.
E' anche vero che oggi sarebbe impensabile scrivere un gioco di qualità "commerciale" in queste condizioni...
Il bello di Amiga è che non finiva mai di stupirti... quando pensavi che i programmatori avessero tirato fuori tutto il possibile dalla macchina quasi come per miracolo saltava fuori l'ultima demo o il gioco più recente che sfruttava il copper per darti decine di colori o scriveva direttamente nei registri di Paula e ta-dah! vai con l'audio a 7 voci del mai troppo lodato Chris Huelsbeck.
Cosa ci rimane di tutto ciò, oggi?
Il grosso delle produzioni che contano sono nipponiche o nella migliore delle ipotesi americane. Faccio personalmente fatica (ma gradisco suggerimenti!!!
) a fare i nomi di 5 grandi gamedesigner europei... ci è rimasto Moulyneux (o come diavolo si scrive), fors'anche il papà di Rayman... ma sono il nulla rispetto a quello che sfornava l'Europa di fine anni '80 inizi '90, per non parlare del Giappone (di ieri e di oggi).
Con la morte di Amiga (e di Commodore) si è davvero chiusa un'era... e onestamente non posso che domandarmi cosa sarebbe successo se la pirateria non avesse stroncato le tante validissime software house "cresciute" con Amiga (penso a Cinemaware, penso a Thalion...) e al tempo stesso se a dirigere il colosso statunitense ci fossero state persone più competenti dei vari DiLullo e Medhi Ali...