Sparata tutta d’un fiato nel fine settimana. Spoiler su esiti e contenuti.
Allora, complessivamente piaciuta, come gusto personale sono folle di Maccio (il lavoro che fa sui registri comunicativi e forme idiomatiche è pazzesco), Guzzanti e Raffaele sono creature mitologiche da palcoscenico, Forrest è l’amico cazzone che abbiamo tutti e che movimenta le feste sparando puttanate a raffica. Il resto non pervenuto, il ragazzo giovane simpaticone ma nulla più.
Detto questo, a mio modo di vedere la formula alla seconda reiterazione dimostra già non poche criticità.
Paradossalmente l’accresciuta qualità del cast ha danneggiato ritmo e tenore medi. Se tu metti nello stesso contesto mostri sacri quali Guzzanti, Raffaele e Maccio con un modello di comicità basato sul numero personale attentivo il risultato è quello di un rallentamento e poca interazione specifica. Particolare poi il fatto che proprio questi tre siano arrivati alla fine ma di fatto siano stati sovente latenti e passivi, tipo la Raffaele che per 2 episodi non ha fatto proprio niente. Ovvio che una volta partiti questi fanno faville con personaggi e numeri risaputi però cosa rimane della specificità interattiva del programma?
Direttamente collegato a questo, la comicità artistica è da sempre un acclarato presidio del proprio ego. La comicità (così come l’horror, il gusto e la cultura genericamente intesa ecc.) è una propria visione del mondo, per cui alcune scelte sono un vero e proprio manifesto e relativo giudizio dell’offerta altrui. Ho percepito la difficoltà da parte di alcuni proprio all’appassionarsi al senso dell’umorismo dei concorrenti, in particolare Maccio è davvero uno che avrebbe potuto continuare ore e ore senza ridere, proprio perché scarsamente divertito. Altro segnale di un format in cui, probabilmente, la sommatoria di buoni elementi sulla carta non si traduca necessariamente in uno spettacolo valido.
Ecco perché, tecnicamente, funzionano di più personaggi come Forrest, Lillo e battutisti seriali in chiave situazionista, a prescindere dal fatto che possa preferire altro. Gente divertente e divertita capace di trasformare ogni discorso in battuta e particolarmente agile sul piano delle interazioni. Ecco, per il futuro e un’ipotetica terza stagione si rende necessaria una riflessione sul tipologia di spettacolo che si voglia offrire visto che, nelle 3 ore di montaggio su 6 di durata complessiva (quindi già filtrato da tempi morti) ho percepito ogni tanto stanchezza e mancanza di brio. L’introduzione di Lillo e altri correttivi mi sono sembrati una sottolineatura di questa cosa, nel tentativo di mitigare.
Anche a questo giro ho trovato un po’ discutibile il criterio di assegnazione delle ammonizioni/espulsioni. Ok l’errore di mettersi il nastro adesivo per bloccare le espressioni facciali, però per quanto mi riguarda infilarsi la cravatta in bocca oppure urlare come scarico delle tensione è ugualmente significativo. Oltre al fatto che, sorrisi e risate palesi a parte, certa gente praticamente aveva smorfie a mo’ di sorrisino in modo frequente, mentre Maccio è stato ammonito per molto meno. La sensazione è quella di una regia per portare avanti in modo omogeneo un po’ tutti. E vabbè.
Opinione impopolare: per me alla fine la Raffaele è come se “avesse deciso” di ridere. Lo ha fatto in quanto stanca, forse annoiata, per un senso di liberazione e proprio con il padre nobile della comicità contemporanea. Se ne percepiva la devozione e anche il “debole” e credo che abbia deciso di uscirsene così, non sconfitta da Maccio ma rendendo onore al maestro.
Comunque sempre piacevole.