Sono d'accordo. In passato le idee strane altrui non ti arrivavano quindi te le dovevi andare a cercare in qualche modo e, di solito, a meno che non si viveva in una metropoli, era piuttosto impegnativo farlo. C'erano piccole realtà locali (tipo giù da me per un po' è "andato di moda" uno che diceva che parlava con la madonna) che nascevano e morivano, di solito, nel giro di poco e rimanevano abbastanza circoscritte. Rimarco il fatto che richiedeva impegno e tempo da dedicare e spostamenti e soldi propri da "investire". Una volta ho parlato con uno che crede ai rettiliani e altre robe simili e lui mi diceva che agli inizi si riuniva con altre persone a Napoli ma poi da lì si facevano convegni e incontri in altre parti d'Italia e ci dovevi andare fisicamente e solo lì potevi riuscire a "documentarti" e trovare materiale da condividere. Da quando c'è internet fai tutto con un click, da casa tua e senza spendere un soldo (poi quelli che si fanno fregare soldi ci sono sempre). Puoi inventarti una storia, una setta, una teoria complottista e, se sei abbastanza credibile, ti fai un giro con facilità assurda quando prima, invece, il solo fatto di metterci la faccia diventava un ostacolo per molti.
Sinceramente non so come andrà a finire perchè credo pure che il proliferare incontrollato di teorie e complotti alla fine frammenterà così tanto il potenziale pubblico da rischiare di passare di moda per dedicarsi ad altro.
So che contrasta con i principi di libertà però, secondo me, i provider di servizi dovrebbero in qualche modo ostacolare l'accesso a queste robe, nel senso che un video dei terrapiattisti non dovrebbe comparire tra i video consigliati o trending di youtube, giusto per fare un esempio. Non lo rimuovi perchè la libertà, ecc. ecc. però almeno non lo pubblicizzi.