Io sarò sì e no a sei ore di gioco, dopo il combattimento col Dreadnought, e mi trovo in linea con quanto scrive Marticus.
Le premesse narrative non sono male, secondo me: mi piace l'idea del marchio, della condanna, della spada di Damocle sulle capocce dei protagonisti, ma il dramma viene sviluppato davvero, davvero, davvero male. L'unico minimamente credibile è Sazh, che pure nell'aspetto sembrerebbe una macchietta presa e messa lì. La faccenda della purga fa acqua da tutte le parti, Hope e Vanille sono insopportabili, nessuno si concede una linea di dialogo che non sia "Ooohhh", "Yuppy!!!", "Mammina" e "Seeeraaah!!!". Il momento più alto della sceneggiatura sono i pugni di Lightning (magari li distribuisse un po' a tutti i personaggi, invece di concentrarli solo sull' "eroe").
E poi penso: chiaro, sono gdr giappo. Ma a vederli così, questi personaggi, vivi nelle espressioni, definiti nelle fattezze, il contrasto con la pochezza delle personalità diviene stridulo come un'unghia sulla lavagna.
Il sistema di combattimento sarebbe stato anche accattivante, ma il giudizio in stelle avrebbe dovuto pesare di più e non limitarsi all'accumulo dei punti per le Tecniche. Selezionare manualmente le abilità renderebbe tutto più interessante, ma in alcuni frangenti risulta praticamente impossibile (almeno per me) dato l'elevatissimo dinamismo.
I corridoi non mi disturbano neanche troppo, o meglio, mi disturbano meno di quanto credevo, ma mi sa che si è esagerato con i ritmi orientali: nessun designer in Square ha pensato che forse due ore infilati su un sentiero circondato da cristalli celesti erano un po' troppe?
Infine, le città: scrivevo che mi ero rotto dei personaggini che ripetono all'infinito "Non trovo più Kitty, il mio gattino". Confermo, ma sottovalutavo l'importanza di alternare fasi di combattimento a porti sicuri, dove grattarsi il mento pensando a cosa cucinare per cena. Quest'alternanza tra corridoi infestati e cut-scene, oltre a seppellire il ritmo, dà l'impressione di essere sempre in procinto di arrivare da qualche parte, ma non arrivarci mai. Il che, in un gioco, è fastidiosamente destabilizzante.
Non credo che lo finirò. Anzi, non so per quale contorto processo mentale, si è risvegliata in me la voglia del giocaccio insulso, tipo Eat Lead o Rogue Warrior.