Riguardo l'articolo di RPS:
Quantum Conundrum è ovviamente un titolo che è stato realizzato con un budget ridottissimo (al punto che gli stessi due protagonisti NON sono mai visibili nel gioco, se non attraverso artworks ed una certa furbata che non spoilero), quindi il fatto chei corridoi di raccordo "copincollati" siano usati come gag l'ho trovato divertente.
Verso metà gioco inizia dirti
"eh, qua forse ci sono già passato"; dopo un pò la cosa si ripete e realizzi il problema. Poi a un certo punto il gioco ci scherza sopra, ed è sia buffo che spiazzante.
Riguardo il problema delle
"cue" sonore, succede TRE VOLTE TRE in tutto il gioco, ed in situazioni che -ad un giocatore normale- non richiedono piu di 3 tentativi. Se da un lato questa cosa spezza la sospensione d'incredulità (come fa il 90% degli altri videogiochi, dove le frasi si ripetono a strafottere) è anche ben pensata perché il narratore ti dice esattamente qual'è il momento di fare una determinata azione (pur non dicendoti quale) in un contesto in cui altrimenti si andrebbe quasi a casaccio. Non rende quella situazioni "troppo facili", le rende "non frustranti" imho.
Il tipo di
RPS secondo me dovrebbe prima camomillarsi, poi finire il gioco (dai che ce la fai!) e poi magari scrivere il pezzo.
Perché QC ha i suoi bei difetti, ma NON sono quelli.