ovvero di quando un samurai si trovava circondato da nemici, e tutti attaccavano all'unisono ed egli doveva improvvisare una difesa. Ad esempio, era molto disonorevole se durante un combattimento tra due samurai intervenisse da lontano un arciere a distanza.
Quindi stai, dicendo, in pratica, che storicamente un samurai non partecipava a guerre e battaglie, ma solo a duelli.
O che durante una battaglia campale, si attaccassero rigorosamente uno contro uno.
Scusate l'intromissione, poi torno ad eclissarmi.
No, sto dicendo che quando a Kodama, gli ottanta samurai di Sokekuni Sou diedero il benvenuto ai mongoli, non sapevano che tipo di nemici fossero, per tali motivi erano nemici ignoti pieni di barba trucchi
Tendenzialmente quando c'erano battaglie campali le ideologie andavano a farsi fottere. Ma si cercò instancabilmente di portare in guerra un volto umano. Sì molte volte.
Alcuni rispettavano questo codice, altri no. Il primo codice d'onore di cui si ha memoria storica, che il samurai cercò di vivere intensamente, era noto come kyuba no michi (la via dell'arco e del cavallo) detto pure yumiya toru mi no narai (le pratiche di coloro che usano l'arco e la freccia).
Parte di questo codice aveva alcune formalità che dovevano essere seguite scrupolosamente sul campo di battaglia, con l'idea che la guerra potesse essere condotta in modo civile e gentile. Tuttavia, mentre questo suonava bene nei poemi storici, come L'Heike Monogatori, la realtà della guerra era molto diversa, quindi no. Durante le battaglie campali no. Del resto basta leggere un paio di battaglie stra-famose per capire che l'onore dei samurai stava da una parte, ma il resto (cioè la guerra) stava dall'altra. Per esempio, ci fu una battaglia in cui il Clan Minamoto attaccò con tutta la sua forza il Clan Taira se non ricordo male, spingendo i suoi nemici in una stretta valle chiusa e poi facendoli calpestare da buoi con torce di pino attaccate alle loro corna. Super samurai.
Ci furono battaglie in cui venne detto ai nemici, tramite emissario,
"Domani ci troveremo sul campo di battaglia, e ci fronteggieremo con onore nella prima carica"
Omisero di dire che loro avevano i fucili però.
Quelli caricarono.
Puoi immaginare il risultato.
Appunto, quindi mi sfugge perchè tu abbia interpretato la mancanza di lock on con l'idea di delineare lo spaesamento di un soldato di fronte ad uno scontro impari, quando nella realtà storica i samurai sorsero e si moltiplicarono proprio durante le guerre, interne, per l'espansione dei propri domini, e dunque gli scontri uno contro molti erano di gran lunga più frequenti di quelli uno contro uno, esattamente come in occidente la guerra era diversa da un duello, senza bisogno di scomodare l' autoincensamento nipponico o il gusto per la dramatization tipico del nostro esotismo coloniale, e come dimostrato ampiamente anche dal bagaglio tecnico di qualsiasi koryu seria che in qualche modo sia giunta fino a noi.
Casomai, al contrario, se vogliamo romanzarci sopra, è proprio la mancanza di lock on quella che maggiormente si attaglia alla dimensione di un guerriero dell'epoca, che sul campo doveva applicare senza soluzione di continuità quelli che successivamente verranno definiti mushin e zanshin, cogliendo tutto senza concentrarsi su nulla, e viceversa.
Buon proseguimento a tutti
Perché la storia non è unidirezionale. Mai.
Nonostante ci sia una storia dei samurai idealizzata, e una scuola specifica di teorici come Nitobe, in molte occasioni i samurai si affrontavano in duello, durante le battaglie dei clan, e nessuna truppa semplice, osava mettersi in mezzo. Accadde in molte occasioni, non sempre. Ma accadde.
I pochi resoconti rimasti mostrano del resto quanto fossero stati vaghi i valori della classe guerriera.
"Un esame attento delle testimonianze relative alla presunta moralità dei samurai non rivelano l'esistenza di un sistema etico unico, ampiamente accettato, specifico per bushi in nessun punto della storia giapponese pre-moderna". Inoltre, verosimilmente, i guerrieri si concentravano sulla vittoria e sulla loro sopravvivenza: la battaglia non si prestava a codici d'onore particolarmente controproducenti per le fazioni coinvolte. Però tutto questo non significa che le cose fossero sempre - e solo - così.
La condizione mentale e spirituale (riduttivo a dir poco ma per far capire) mushin e zashin, avvengono quando pratichiamo un confronto singolo, erano state inizialmente concepite per lo scontro individuale, troviamo questi termini nei testi di iaido (disciplina dell'estrazione della spada - staccata dal bushi poiché un mondo a parte) derivazione a sua volta dello iaijutsu, nel kobudo, nel budo, nel kenjustu e di molte altre discipline. Va puntualizzato che all'epoca tutte queste discipline erano insegnate come un unico corpo marziale. Successivamente, sono state "divise" per compiacenze sportive, federazioni, ed altro.
Per esempio nella "Via del Tiro con l'arco" quelle condizioni mentali/fisiche/spirituali erano raggiunte focalizzando il bersaglio come un solo nemico singolo, non di gruppo. L'estensione massima dello spirito è raggiunta dal tiratore quando la freccia viene scoccata in direzione di un presunto nemico individuale.
Quindi:
- Il lock-on assente è (per me) romanticamente legato al fatto che il nostro iniziale spaesamento da samurai possa equipararsi al fatto di combattere di fatto, nemici che operano in maniera del tutto diversa rispetto a noi, e ai nostri precetti morali, quindi siamo costretti a fletterci di conseguenza, schivando, correndo, riducendo le distanze, facendo uso di bombe fumogene, armi da lancio, come i kunai o le frecce, gli alveari, o i barili esplosivi. Anche interrompere il combattimento e scappare via, cercando una zona sicura, anche nasconderci nella erba delle pampas. Che non è molto onorevole e molto samurai, ma si fa di tutto per sopravvivere.
Io le guerre campali le vedo anche un po' in maniera romantica, come il film di Kadokawa, non solo piscio e merda.
TFP Link :: https://www.youtube.com/watch?v=FxuhmeDLTiI