Ok, mi sto avvicinando alla conclusione della mia esperienza con questo gioco ed è tempo di bilanci.
Cosa ho fatto: ho finito il gioco, collezionato tutte le lettere KONG, finito tutti i livelli K e sono al secondo livello del mondo bonus.
Come avevo già accennato nel topic dello yearbook, la bellezza di questo gioco mi ha causato un vero e proprio shock culturale. Da quanti anni non giocavo un platform 2D così ambizioso, opulento, ispirato e rifinito? Verrebbe da dire dal precedente episodio della serie, ma non riesco nemmeno ad enfatizzare quanto Tropical Freeze mi sia piaciuto più di Returns.
Ovviamente sono anni che non gioco a Returns, per cui il confronto tra i due titoli va un po' a sensazioni e ricordi. Ma quando dico che Tropical mi pare superiore mi riferisco in particolare ai seguenti aspetti:
-La direzione artistica e la messa in scena sono pazzesche. Il gioco è più libero dall'obbligo di titillare il senso di nostalgia del giocatore (come faceva giustamente Returns) e di conseguenza i temi stilistici dei mondi sono ancora più originali di prima. Lo spettacolo è ricchissimo, ogni singolo filo di erba si muove, di continuo passano o si muovono elementi sullo sfondo (velieri, animali ecc. ecc.), i baobab della savana oscillano a tempo di musica, i livelli cambiano e vengono sconvolti in modo dinamico. Semplicemente una gioia per gli occhi ad ogni momento.
L'ambizione del gioco a essere un nuovo classico è particolarmente evidente nella colonna sonora: quella di Kenji Yamamoto si basava molto sull'effetto nostalgia ma non riusciva mai a raggiungere l'autenticità dei brani di David Wise che si ascoltano in questo titolo. Incredibile la qualità e la ricchezza di una OST che raramente tenta di sfruttare l'effetto nostalgia (si pensi alla trollata di "nascondere" il remix Stickerbush Symphony in un livello dove per tutto il tempo si sente la "musica dei livelli con razzo") ma anzi sforna brani eccezionali ogni due per tre.
-Le idee ludiche vengono riversate a ritmo costante, ogni livello ha una sua identità precisa ed il ritmo risulta quasi sempre ben bilanciato. Non è la prima volta che lo linko, ma, al riguardo, non posso esimermi dal consigliare il video di Mark Brown:
https://www.youtube.com/watch?v=JqHcE6B4OP4-Il bilanciamento generale di controlli e progressione del gioco (leggasi curva di difficoltà) mi è parso magistrale e ben superiore al prequel.
Non so bene puntare il dito, ma ricordo che Returns mi aveva dato alcune sensazioni spiacevoli sia nei controlli del "barile-razzo" sia nel tempismo stretto dei "salti-con-rimbalzo sui nemici". Ricordo che quando arrivavo a livelli con razzo o con carrello provavo spesso frustrazione e conseguentemente tentazione di mollare il gioco. Qui non ho mai provato quelle sensazioni e non credo sia dovuto ad una maggiore esperienza da parte mia, bensì ad un lavoro di cesellatura da parte dei Retro sui controlli e sulla difficoltà.
Per quanto riguarda i boss, penso che siamo tutti d'accordo ad evidenziare il miglioramento netto dal primo al secondo gioco.
Insomma, mi sono trovato davanti ad un'ambizione, una rifinitura e dei valori produttivi che oramai solo Nintendo riversa in questo genere. Anzi, il paradosso è che un titolo così clamoroso venga da un team occidentale di Nintendo e che non abbia "Mario" nel titolo. Se è vero che i "New Mario" forniscono level design di ottimo livello, è anche vero che questo genere non dovrebbe basarsi unicamente sulla cura artigianale delle meccaniche ma anche regalare un forte impatto immaginifico ed un senso di progressione e del ritmo come quello di una grande avventura. Tropical Freeze ed i Mario di un tempo certamente lo fanno: sono innanzitutto delle grandi avventure.
Finisco cercando col lanternino le imperfezioni del titolo. Il bilanciamento della difficoltà ha ancora qualcosa di singolare: perché il livello 2-K è il più difficile del gioco? Perché il boss del secondo mondo è il più bastardo del gioco a pari merito con quello finale?
Poi, i primi tre mondi sono talmente sconvolgenti che il quarto e sopratutto il quinto segnano inevitabilmente un leggero calo. Guarda caso in concomitanza -penso al quinto mondo- con la OST di Wise che sembra aver finito le idee (e te credo! quel matto ha voluto fare una OST con brani memorabili che non si ripetono mai!).
Ah, ho già detto che la trollata di quel bastardo di David Wise sulla presenza-assenza di Stickerbush Symphony se la potevano risparmiare?