il Batman di Miller è ai confini dell'anarchia
Ma perchè il sistema è corrotto e "sbagliato".
Ed è qui che viene il concetto di fascismo, cioè l'idea di individuare fortemente, categoricamente e senza possibilità di discussione la falla potenziale del sistema e proporsi come unica soluzione possibile, anzi come una soluzione necessaria da imporre eventualmente anche con la forza.
Ci tengo a precisare che dal mio punto di vista esista comunque il degrado del termine di cui parli, perchè il termine viene utilizzato in maniera generica e pressappochista per indicare qualcosa da stigmatizzare tout court, mentre non ci si rende conto che spesso e volentieri questa attitudine venga calata in un contesto in cui risulti, in un certo senso della psicologia dell'autore in maniera anche un po' infantile, come davvero l'unica possibile di fronte alla dilagante corruzione e mollezza dei costumi, delle leggi e degli animi.
Dunque il supereroe diviene allo stesso tempo terrorista(il massimo dell'anarchia e quindi per qualcuno antifascista per definizione) e fascista, perchè la genesi della sua rivoluzione poggia le basi sia su una situazione di disagio profondo e direttamente proporzionale alla sensibilità psicotica che lo abbia portato a vivere la condizione in maniera ossessiva, sia sul fatto che la società venga dipinta effettivamente come totalmente allo sbando, e quindi in una condizione ideale per avere bisogno dell'eroe salvatutto, che è il puntuale incipit rivoluzionario che muova i fondamenti ideologici di ogni fascismo.
Ma qui entra in gioco proprio la sociopatia di cui parlavi prima, perchè in questo processo l'eroe si convince di tutto questo con una forza direttamente proporzionale al disagio provato e vissuto, spesso generato da un trauma di natura psicologica, e che viene dipinto nei fumetti guarda caso proprio come l'unica forza in grado di farlo emergere da una massa che altrimenti si configuri come perfettamente in grado, malgrado le sofferenze e il disagio, di adattarsi a quella condizione.
L'eroe diviene tale perchè soffre molto più degli altri, e da tale sofferenza cerca la via di fuga, e tale sofferenza è talmente insensata ai suoi occhi che si sviluppa quella ossessione per cui non esista il compromesso, per cui l'ideale sia assoluto, e divenga tale in misura di quanto tutto il resto del mondo sembri piegarsi alla decadenza generale.
E questo è davvero secondo me il motore delle rivoluzioni, del cambiamento, ma spesso queste rivoluzioni hanno coinciso poi proprio con la creazione di sistemi di tipo fascista/comunista.