Autore Topic: [Review] Watchmen  (Letto 44716 volte)

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Offline ferruccio

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #195 il: 13 Mar 2009, 23:24 »
Sinceramente mi sfugge il "fascista" (ma non ho ancora letto il fumetto, puo' darsi che mi manchi qualche chiave di lettura)

Leggi il fumetto. Alla fine ti sarà chiaro. Non ho visto il film, quindi non voglio rovinarti dettagli interessanti che magari sono solo nel fumetto.

Sul violento e intollerante: e' violento con chi se lo merita, con la feccia che puo' essere usata e non tollera, non perdona, giustizia con pena capitale per tutti.

Mmm... No. Almeno, i "dossier" nel fumetto, che fanno luce sul passato dei personaggi, mettono in evidenza che è proprio uno psicopatico violento.

Paranoico: No, non credo, ce lo vogliono spacciare per paranoico e si gioca su questo fatto, con il mondo esterno che lo giudica un disturbato e lui che si stupisce quando viene etichettato cosi'.

Sì, in effetti il punto del personaggio è che è uno che ha gridato al lupo tutta la vita, ed adesso che il lupo c'è nessuno gli crede. Ma ciò non vuol dire che non sia sempre stato paranoico.

Ma a conti fatti alla fine e' l' unico che si comporta da supereroe, ed e' un personaggio positivo, nel senso lato del termine, cosi' come lo e' Veidt. Sono i due estremi del bene, nel mezzo ci sguazzano tutto gli altri.

Io invece credo che non ci siano supereroi in Watchmen. Anzi, credo che l'idea stessa di Watchmen, è che è il concetto stesso di un supereroe ad essere pessimo, perché di fatto una giustificazione per l'accidia delle persone. In questo senso i supereroi sono "fascisti" (nel senso di mito dell'uomo forte, figura punitrice cui affidare ciò che non si ha il coraggio di affrontare etc.)*. E naturalmente l'opera ha più significati e sfumature, ed è per questo che è una delle più grandi opere narrative del '900. Ma per me il senso politico di Watchmen è il più profondo, ed è devastante, molto più di V, ad esempio, che è più diretto anche se non meno ambiguo.
Il mio timore, per il film, è che quel lato lì sia andato perso.



* Ed è interessante notare come anche Miller sia della stessa idea nelle sue graphic novel su Batman. Solo che, per lui, quel lato autoritario del supereroe non è solo leggittimo, ma addirittura lodevole. Il che dimostra solo la superiorità intellettuale di Moore.
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Offline ferruccio

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #196 il: 13 Mar 2009, 23:30 »
Vero, ma la cosa interessante nel fumetto è che Moore vede in personaggi come Roschach e Veidt l'unica possibilità di muovere le cose avanti. Nel senso che i megalomani sono gli unici che hanno la forza e il "coraggio" (ossessione) per cambiare le cose a questi livelli. I personaggi "buoni" nel racconto sono Night Owl e Silk Spectre, ma sono letteralmente impotenti al di fuori dei loro costumi, la loro ambiguità di fronte alla loro missione li paralizza. Sono in mezzo a Roschach, che è l'idea più primitiva e "stupida" del supereroe, e Veidt, che è l'evoluzione del superuomo che usa il suo potere per creare qualcosa di enorme senza che nessuno se ne accorga.

Così sembra che Moore inneggi al superomismo, e non mi sembra il caso. I personaggi "buoni" sono poco spettacolari nelle loro azioni, quasi patetici (la nerdaggine di Nite Owl :)). Però non calpestano gli altri e sono capaci di agire per amore, e non per odio (Roschach), vanità (Veidt) o razionalità (Mr.M).
Il fatto che solo i megalomani possano cambiare le cose è a mio parere il lato più pessimista di Watchmen, una sorta di dilemma politico/filosofico non risolto (e non risolvibile, cfr. il nodo gordiano). In altre parole: il bene è sempre progressivo, banale e costruito a piccoli passi, mentre il male è roboante. Facile distruggere, difficile fare, no?
« Ultima modifica: 13 Mar 2009, 23:36 da ferruccio »
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Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #197 il: 13 Mar 2009, 23:32 »
In questo senso i supereroi sono "fascisti" (nel senso di mito dell'uomo forte, figura punitrice cui affidare ciò che non si ha il coraggio di affrontare etc.)*.
E infatti la genesi di Rorschach contempla lo stupro ed uccisione di una ragazza nonostante la presenza di testimoni che non abbiano fatto assolutamente nulla per evitarlo, il che ci ricorda un po' anche la sua fine, e la fine di tutte le verità insabbiate della storia, c'è sempre qualcuno che potrebbe, ma non fa niente, e si arriva così a chi poi creda di poter fare tutto di fronte a questa accidia.
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Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #198 il: 13 Mar 2009, 23:41 »


Così sembra che Moore inneggi al superomismo, e non mi sembra il caso. I personaggi "buoni" sono poco spettacolari nelle loro azioni, quasi patetici (la nerdaggi di Nite Owl :)). Però non calpestano gli altri e sono capaci di agire per amore, e non per odio (Roschach), vanità (Veidt) o razionalità (Mr.M).
Il fatto che solo i megalomani possano cambiare le cose è a mio parere il lato più pessimista di Watchmen, una sorta di dilemma politico/filosofico non risolto (e non risolvibile, cfr. il nodo gordiano). In altre parole: il bene è sempre progressivo, banale e costruito a piccoli passi, mentre il male è roboante. Facile distruggere, difficile fare, no?
Però i personaggi "buoni" calpestano se stessi, e se agiscono lo fanno per soddisfare il proprio bisogno di sentirsi vivi ed emotivamente "mossi".
Non è un caso che Nite Owl ricordi moltissimo Batman in chiave piccolo borghese, e che la sua attività preferita sia il birdwatching, cosa che per sua stessa natura richiede di farlo da una notevole distanza.
Mentre Spettro di Seta fugge da quella che è la sua natura perchè sa perfettamente che se la seguisse rischierebbe di assomigliare alla madre.
In un certo senso loro rappresentano esattamente l'uomo medio che rinunci ai propri desideri, alla propria personale verità per fare ciò che sia più conveniente.

Il discorso della sociopatia di ZionSiva trovo sia molto interessante, perchè in effetti lo stesso Moore si è sempre visto, soprattutto nelle esperienze scolastiche, come il classico sociopatico, l'elemento da allontanare e circoscrivere, e l'antitesi tra Rorschach cercatore di verità e Veidt fabbricante di menzogne proprio nella sua veste di iniziato ai culti solari mi fa pensare che in un certo senso Moore, da sempre grandissimo critico di tutti i rappresentanti di certe tradizioni esoteriche, abbia voluto in quest'opera creare una sorta di proprio alter ego e di nemesi concettuale di quella che sia sempre stata la sua personale visione e "missione" di vita.
Il tutto sempre considerando ovviamente che, come detto, ogni personaggio di Watchmen sia uno stereotipo umano e supereroistico da Moore in primis messo alla berlina, almeno per quanto riguarda il piano inerente la cultura del fumetto.
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Offline ZionSiva

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #199 il: 14 Mar 2009, 00:03 »
Così sembra che Moore inneggi al superomismo, e non mi sembra il caso. I personaggi "buoni" sono poco spettacolari nelle loro azioni, quasi patetici (la nerdaggine di Nite Owl :)). Però non calpestano gli altri e sono capaci di agire per amore, e non per odio (Roschach), vanità (Veidt) o razionalità (Mr.M).
Il fatto che solo i megalomani possano cambiare le cose è a mio parere il lato più pessimista di Watchmen, una sorta di dilemma politico/filosofico non risolto (e non risolvibile, cfr. il nodo gordiano). In altre parole: il bene è sempre progressivo, banale e costruito a piccoli passi, mentre il male è roboante. Facile distruggere, difficile fare, no?

Non ne sono sicuro completamente: io vedo Moore e Miller meno distanti di quanto li veda tu. La chiave è il modo in cui rappresentano il mondo: la NY di Watchmen e la Gotham dei vari Dark Knight non sono posti che meritano eroi molto diversi da quelli che si ritrova. Io ci vedo più che altro una riflessione sull'evoluzione delle civiltà, che è particolarmente efficace quando si parla degli Stati Uniti perché si è costruita una grossa narrativa sulla sua storia fondata sul sangue. Ma tutte le civiltà moderne sono costruite su momenti di violenza inaudita. E a guardare la storia pare impossibile non pensare che possa esserne valsa la pena, che a volte un sacrificio collettivo (e/o individuale) sia l'unico modo per arrivare ad un posto migliore.

Il nodo gordiano c'è di sicuro, ma così come Moore a differenza di Miller non celebra l'idea del supereroe violento, allo stesso tempo non mette in dubbio che il motore della storia sia molto lontano dall'idea intellettuale del "buono" che esiste solo in situazioni in cui non esistono problemi. La sua visione è molto più sfumata, e amara proprio perché non idealizza molto.

Una nota: è completamente sbagliato definire fascista questo tipo di eroe, lo leggo spesso ma credo sia segno di un degrado nell'uso del termine. Nel fascismo c'è un idea di "sistema" che non esiste negli eroi di cui stiamo parlando, sono piuttosto riflessione dell'idea tutta americana del patriota che mette in primo piano la libertà dell'individuo: il Batman di Miller è ai confini dell'anarchia, e il personaggio che ha ispirato Roschach è tale Mr. A, ispirato ai libri di Ayn Rand, la paladina dell'ultraliberalismo statunitese. Sono entrambi immaginari radicalmente antifascisti, anticomunisti ed anticlericali.
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Offline ferruccio

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #200 il: 14 Mar 2009, 00:18 »
Una nota: è completamente sbagliato definire fascista questo tipo di eroe, lo leggo spesso ma credo sia segno di un degrado nell'uso del termine. Nel fascismo c'è un idea di "sistema" che non esiste negli eroi di cui stiamo parlando, sono piuttosto riflessione dell'idea tutta americana del patriota che mette in primo piano la libertà dell'individuo: il Batman di Miller è ai confini dell'anarchia, e il personaggio che ha ispirato Roschach è tale Mr. A, ispirato ai libri di Ayn Rand, la paladina dell'ultraliberalismo statunitese. Sono entrambi immaginari radicalmente antifascisti, anticomunisti ed anticlericali.

Non sono d'accordo. Anche quando è stato "sistema", il fascismo si è sempre dato un'immagine ribelle. Mussolini era Batman. Anche quando è maggioranza, il fascismo dipinge una realtà di pochi puri sotto l'assedio di masse barbare (coff coff... 300). Per me è sbagliato vedere il fascismo come espressione di un solo movimento radicato nella storia (Mussolini, Franco, Hitler), perché non aiuta a comprendere bene certi movimenti di pensiero e azione che non sono per nulla finiti con la seconda guerra mondiale.
Il fascismo è una filosofia basata sul paternalismo e la violenza, sul corporativismo, sul mito dell'uomo forte, sul pessimismo e sul darwinismo sociale. Dick Cheney è fascista, così come Batman. A interpretare strettamente il termine "fascismo" si fa lo stesso errore di quegli israeliani che parlano di non ripetibilità e di totale astrazione dalla storia dell'Olocausto. Perché a mettere da parte come eccezionale un evento storico non ci si accorge di quando quell'evento si ripresenta in forme diverse.
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Offline ZionSiva

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #201 il: 14 Mar 2009, 00:34 »
Non sono d'accordo. Anche quando è stato "sistema", il fascismo si è sempre dato un'immagine ribelle. Mussolini era Batman. Anche quando è maggioranza, il fascismo dipinge una realtà di pochi puri sotto l'assedio di masse barbare (coff coff... 300). Per me è sbagliato vedere il fascismo come espressione di un solo movimento radicato nella storia (Mussolini, Franco, Hitler), perché non aiuta a comprendere bene certi movimenti di pensiero e azione che non sono per nulla finiti con la seconda guerra mondiale.
Il fascismo è una filosofia basata sul paternalismo e la violenza, sul corporativismo, sul mito dell'uomo forte, sul pessimismo e sul darwinismo sociale. Dick Cheney è fascista, così come Batman. A interpretare strettamente il termine "fascismo" si fa lo stesso errore di quegli israeliani che parlano di non ripetibilità e di totale astrazione dalla storia dell'Olocausto. Perché a mettere da parte come eccezionale un evento storico non ci si accorge di quando quell'evento si ripresenta in forme diverse.

Ma in questo caso non c'è nulla di paternalistico e corporativista, soprattutto in Miller. Al Batman di Miller non interessa che la gente lo consideri un eroe, o che consideri quello che fa giusto. Lui vuole nascondersi nell'ombra e una volta che i criminali sono in gabbia, stare in un'angolo. Non vuole controllare quello che fa la gente, quello è considerato un crimine (comunista o fascista, non cambia). E dico Batman per dire la maggior parte dei super eroi di questo tipo: ecco, la differenza tra Miller e Moore è che il primo si potrebbe dire che abbia "il mito dell'uomo forte" (per quanto mi pare che lui ci giochi molto, visto soprattutto il Batman degli ultimi suoi fumetti, che più che forte è semplicemente uno psicopatico), il secondo manco quello, ma con il fascismo hanno davvero troppi elementi differenti.

Concordo con te quando dici che non si può sottovalutare l'affiorare di alcuni fenomeni sotto guise diverse da quelli che siamo abituati, ma credo non sia neanche utile minimizzare l'impatto di differenze concettuali così forti, si finisce per mischiare realtà molto diverse.
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Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #202 il: 14 Mar 2009, 00:41 »
il Batman di Miller è ai confini dell'anarchia
Ma perchè il sistema è corrotto e "sbagliato".
Ed è qui che viene il concetto di fascismo, cioè l'idea di individuare fortemente, categoricamente e senza possibilità di discussione la falla potenziale del sistema e proporsi come unica soluzione possibile, anzi come una soluzione necessaria da imporre eventualmente anche con la forza.

Ci tengo a precisare che dal mio punto di vista esista comunque il degrado del termine di cui parli, perchè il termine viene utilizzato in maniera generica e pressappochista per indicare qualcosa da stigmatizzare tout court, mentre non ci si rende conto che spesso e volentieri questa attitudine venga calata in un contesto in cui risulti, in un certo senso della psicologia dell'autore in maniera anche un po' infantile, come davvero l'unica possibile di fronte alla dilagante corruzione e mollezza dei costumi, delle leggi e degli animi.
Dunque il supereroe diviene allo stesso tempo terrorista(il massimo dell'anarchia e quindi per qualcuno antifascista per definizione) e fascista, perchè la genesi della sua rivoluzione poggia le basi sia su una situazione di disagio profondo e direttamente proporzionale alla sensibilità psicotica che lo abbia portato a vivere la condizione in maniera ossessiva, sia sul fatto che la società venga dipinta effettivamente come totalmente allo sbando, e quindi in una condizione ideale per avere bisogno dell'eroe salvatutto, che è il puntuale incipit rivoluzionario che muova i fondamenti ideologici di ogni fascismo.

Ma qui entra in gioco proprio la sociopatia di cui parlavi prima, perchè in questo processo l'eroe si convince di tutto questo con una forza direttamente proporzionale al disagio provato e vissuto, spesso generato da un trauma di natura psicologica, e che viene dipinto nei fumetti guarda caso proprio come l'unica forza in grado di farlo emergere da una massa che altrimenti si configuri come perfettamente in grado, malgrado le sofferenze e il disagio, di adattarsi a quella condizione.

L'eroe diviene tale perchè soffre molto più degli altri, e da tale sofferenza cerca la via di fuga, e tale sofferenza è talmente insensata ai suoi occhi che si sviluppa quella ossessione per cui non esista il compromesso, per cui l'ideale sia assoluto, e divenga tale in misura di quanto tutto il resto del mondo sembri piegarsi alla decadenza generale.

E questo è davvero secondo me il motore delle rivoluzioni, del cambiamento, ma spesso queste rivoluzioni hanno coinciso poi proprio con la creazione di sistemi di tipo fascista/comunista.
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Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #203 il: 14 Mar 2009, 00:46 »


Ma in questo caso non c'è nulla di paternalistico e corporativista, soprattutto in Miller. Al Batman di Miller non interessa che la gente lo consideri un eroe, o che consideri quello che fa giusto. Lui vuole nascondersi nell'ombra e una volta che i criminali sono in gabbia, stare in un'angolo. Non vuole controllare quello che fa la gente, quello è considerato un crimine (comunista o fascista, non cambia). E dico Batman per dire la maggior parte dei super eroi di questo tipo: ecco, la differenza tra Miller e Moore è che il primo si potrebbe dire che abbia "il mito dell'uomo forte" (per quanto mi pare che lui ci giochi molto, visto soprattutto il Batman degli ultimi suoi fumetti, che più che forte è semplicemente uno psicopatico), il secondo manco quello, ma con il fascismo hanno davvero troppi elementi differenti.

 
Non posso condividere qui.Il Batman di Miller, come quello di The Dark Knight, è un mentore, crea la sua combriccola di eroi pronti ad aiutarlo, li addestra militarmente, li indirizza, li disciplina ridigamente, e quando si tratta di scendere sul campo, in groppa al nero cavallo, va in giro a risvegliare le coscienze per far si che sia la gente innanzitutto a compiere la rivoluzione, a salutarlo come un condottiero, questo credo sia innegabile e nero su bianco proprio in Return of the Dark knight.
Allo stesso modo V di V for Vendetta è un terrorista, quindi si scontra contro un sistema chiaramente fascista e dittatoriale e ne vive ai margini, ma prende una ragazza e ne fa la propria erede iniziandola a dei "misteri"("Colpisciti, trasfigurati") utilizzando un metodo del tutto assolutistico, e lui stesso si configura come un mentore totalmente identificato con il proprio ideale, il quale nel mentre della sua opera solitaria, ancora una volta miri a risvegliare le coscienze, a mostrare la verità della corruzione del sistema corrente, e a preparare la rivoluzione per un sistema migliore.
E in entrambi i casi le due figure sono estremamente "paternali" con i propri adepti, e nel caso di Batman la sua squadra di eroi è organizzata come una organizzazione militare, quindi c'è anche la corporatività.
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Offline ferruccio

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #204 il: 14 Mar 2009, 00:46 »
Ecco. Xibal l'ha detto meglio di me.

E proprio riguardo all'ultima parte del suo post, uno spunto di riflessione: perché V alla fine decide di morire?

EDIT: WOWOWOWOWOW, aspetta. Mi stai mettendo sullo stesso piano Batman e V?
E allora Mozart?

Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #205 il: 14 Mar 2009, 00:51 »


EDIT: WOWOWOWOWOW, aspetta. Mi stai mettendo sullo stesso piano Batman e V?
No no attenzione, sto prendendo dei punti comuni che ritengo siano presenti per quanto riguarda la componente politica, che in Moore è innegabilmente fortemente presente(non è un caso che V e Watchmen siano entrambi ambientati durante il regno della Thatcher) come in Miller.
Ma a parte questo in V ci sono elementi fortissimi di esoterismo e di dottrina "iniziatica" che lo estraniano totalmente sia dalla mera figura di Batman, sia dallo scopo rispettivo che con le loro opere si prefiggano Miller e Moore.
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Offline ferruccio

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #206 il: 14 Mar 2009, 00:55 »
Scritto il post prima di leggere la tua risposta, ma non lo cancello. Eccolo:

Batman, in Dark Knight, addestra e aizza. V fa conoscere la storia di Valerie a Evey. Batman vuol fare pulizia (concetto fascista). V vuole distruggere la dittatura. Batman sogna una società pulita, V sogna le rose.
Batman, insomma, è l'ordine del manganello, e il suo scopo non è risvegliare le coscienze, ma creare ronde, se mi permettete un piccolo eccesso.
V è la necessità della violenza in tempi oppressivi. Come la resistenza antifascista italiana e francese: si tratta di reazioni violente che devono esistere anche se incompatibili con la democrazia. E, non appena il nemico cade, devono morire.
Il nemico di Batman è immortale e la sua è una guerra senza fine (vi ricorda niente il concetto di guerra senza fine? :)).
E allora Mozart?

Offline Xibal

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #207 il: 14 Mar 2009, 01:00 »
perché V alla fine decide di morire?

La differenza fondamentale per me è che i V ci siano componenti fortissime del concetto di trasfigurazione, V compie un percorso che lo porta a spogliarsi totalmente delle connotazioni umane per diventare una idea assoluta, per cui il suo scopo dall'inizio è quello di avere un successore, di tramandare il messaggio, conta solo quello, non tanto sconfiggere il sistema attuale, quanto formare delle coscienze in grado di combattere contro ogni forma di sistema sbagliato, la presenza della maschera e il fatto che il suo volto non conti testimonia come la sua esistenza terrena lasci il passo al veicolamento di una idea, che come tale diventa immortale solo se tramandata.

Batman fondamentalmente è sempre stato uno che trovi nella vendetta la sua unica ragione di vita, dunque è uno che DEVE vivere fino a che il corpo gli regga, che non deve mai smettere di combattere, perchè lui vuole combattere, deve farlo a tutti i costi per vivere, se smettesse di combattere morirebbe.
E allora non è previsto che muoia, è previsto che viva l'idea della morte continuamente, come un samurai, ma deve fare di tutto per non morire, per vivere il più a lungo possibile e perpetrare la propria tragica vendetta, ripetere continuamente, ogni giorno che passa, la situazione in cui di fronte ad un crimine, lui non resti lì impotente a guardare, ma agisca.

Trovo che il suo sia una sorta di giorno della marmotta, ogni giorno si sveglia e ripete quella scena, con attori diversi, in momenti diversi, e ogni volta lui è li che non rimane fermo a guardare, che si muove, che salva i suoi genitori.
E per far questo ti devi svegliare il giorno dopo.
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Offline ZionSiva

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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #208 il: 14 Mar 2009, 01:07 »

Non posso condividere qui.Il Batman di Miller, come quello di The Dark Knight, è un mentore, crea la sua combriccola di eroi pronti ad aiutarlo, li addestra militarmente, li indirizza, li disciplina ridigamente, e quando si tratta di scendere sul campo, in groppa al nero cavallo, va in giro a risvegliare le coscienze per far si che sia la gente innanzitutto a compiere la rivoluzione, a salutarlo come un condottiero, questo credo sia innegabile e nero su bianco proprio in Return of the Dark knight.
Allo stesso modo V di V for Vendetta è un terrorista, quindi si scontra contro un sistema chiaramente fascista e dittatoriale e ne vive ai margini, ma prende una ragazza e ne fa la propria erede iniziandola a dei "misteri"("Colpisciti, trasfigurati") utilizzando un metodo del tutto assolutistico, e lui stesso si configura come un mentore totalmente identificato con il proprio ideale, il quale nel mentre della sua opera solitaria, ancora una volta miri a risvegliare le coscienze, a mostrare la verità della corruzione del sistema corrente, e a preparare la rivoluzione per un sistema migliore.
E in entrambi i casi le due figure sono estremamente "paternali" con i propri adepti, e nel caso di Batman la sua squadra di eroi è organizzata come una organizzazione militare, quindi c'è anche la corporatività.

Ma in questo modo puoi dire che anche i partigiani eran fascisti ^__^

Qualunque gruppo che combatte contro un sistema ha delle caratteristiche associative, una retorica che unisce il gruppo contro un Nemico, e un sistema di leadership. La caratteristica distintiva del fascismo è che su di questo costruisce un regime assolutista dove il leader è la legge, e la legge è tutto. Questi supereroi lo evitano: distruggono un sistema/nemico, ma non costruiscono nulla sopra di esso, lasciano quel compito alla volontà della gente mettendosi da parte. Questa non può essere una differenza irrilevante.
 
Batman costruisce il suo piccolo esercito per creare la famiglia che non ha mai avuto (e in particolare in Miller il rapporto con Robin non è paternale, è proprio omoerotico), ma non cerca di diventare un idolo delle masse, al limite preferisce, in maniera perversa, terrorizzare le masse, ma mai vuole diventare legge. Cerca di intervenire in situazioni estreme.

Citazione
L'eroe diviene tale perchè soffre molto più degli altri, e da tale sofferenza cerca la via di fuga, e tale sofferenza è talmente insensata ai suoi occhi che si sviluppa quella ossessione per cui non esista il compromesso, per cui l'ideale sia assoluto, e divenga tale in misura di quanto tutto il resto del mondo sembri piegarsi alla decadenza generale.

E questo è davvero secondo me il motore delle rivoluzioni, del cambiamento, ma spesso queste rivoluzioni hanno coinciso poi proprio con la creazione di sistemi di tipo fascista/comunista.

Vero, ed è per questo che non si possono definire questi eroi come fascisti: i loro nemici di solito invece lo sono, perché cercano di soggiogare la gente sotto al loro volere e alle loro regole.

Il paradigma di questo eroe è la convivenza della loro idea di giusto con la consapevolezza dei limiti che non possono travalicare (il classico "grandi poteri = grandi responsabilità). Il fascino dei fumetti di Miller e Moore è nel modo in cui esplorano questi aspetti etici, ci giocano creando situazioni paradossali. V per Vendetta è esemplare:ho sempre visto la fine di V come un'implicita ammissione della sua incapacità di offrire una soluzione per il futuro, come se la sua esistenza fosse solo ed unicamente utile a compiere una missione. Inoltre lui crea un simbolo (il suo volto) per smuovere le masse, ma crede che l'unico modo per evitare che il simbolo stesso non diventi legge (totalitario/fascista), o peggio che la gente gli chieda di diventare un leader, è distruggersi.  
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Re: [Review] Watchmen
« Risposta #209 il: 14 Mar 2009, 01:23 »


Ma in questo modo puoi dire che anche i partigiani eran fascisti ^__^

Qualunque gruppo che combatte contro un sistema ha delle caratteristiche associative, una retorica che unisce il gruppo contro un Nemico, e un sistema di leadership. La caratteristica distintiva del fascismo è che su di questo costruisce un regime assolutista dove il leader è la legge, e la legge è tutto. Questi supereroi lo evitano: distruggono un sistema/nemico, ma non costruiscono nulla sopra di esso, lasciano quel compito alla volontà della gente mettendosi da parte. Questa non può essere una differenza irrilevante.
 

Ma in Watchmen uno dei leit motiv dei giustizieri è proprio quello di salvare la gente da se stessa, quindi per quanto i supereroi non passino da avatar del pathos a bolso rappresentante della politica del paese, pena la fine del fumetto(sempre di un fumetto parliamo:)), comunque la loro visione è che le masse non siano qualcosa da proteggere dal male, ma che siano della feccia che debba essere rieducata secondo dei principi, esattamente quello che si propose di fare il fascismo italiano per esempio.
Mentre in Watchmen quindi i supereroi sono inseriti in un contesto in cui, prima del decreto Keene, di fatto rappresentano i manganelli del governo e parte della loro autodistruzione viene proprio dal mancato controllo del governo sulla loro discrezionalità, in Batman si racconta praticamente solo la fase precedente, quella in cui l'eroe rivoluzionario debba ancora imporsi come tale e viva ai margini di essa perchè ancora incapace di mostrare la sua verità ad una grande fetta di persone.

Il fatto che Batman non lasci assolutamente che altri all'infuori di lui decidano cosa sia giusto si vede proprio nella dicotomia con Superman nello stesso fumetto, dove da una parte abbiamo un orfano di genitori, dall'altra uno con i genitori che abbiano condizionato pesantemente tutta la sua vita, e infatti alla fine avremo un giustiziere solitario da un lato e uno che cerchi fortissimamente qualcuno che gli dica cosa fare dall'altra.
Mentre Superman accetta di diventare uno strumento del governo, e quindi accetta che sia qualcun altro a decidere cosa sia giusto, Batman si fa una grassa risata, solo lui può decidere cosa sia giusto perchè solo lui ha una chiara visione di cosa sia giusto e solo di se stesso può fidarsi, mentre Superman non è  riuscito mai nemmeno a farsi una sega senza il consenso dei suoi pii tutori terrestri.
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