Perché, ecco, il mondo dei vg ha un primato peculiare ma tristissimo ossia che la stampa specializzata proprio non lo è, spesso.
Beh, ma il problema è ovvio e radicale.
Il medium è giovane. Che mi risulti, esiste poco o nulla di accademico, che valga a nobilitare il vg e conseguentemente a responsabilizzare il recensore.
Per carità, non è che il mondo della musica o del cinema se la passino proprio bene, atteso che anche lì la critica si è ridotta in massima parte ad opinionismo avvalorato dal mero fascino della penna scrivente.
Però nel vg manca una compagine accademica alla base. Cioè, possiamo stare qui a raccontarci quello che vi pare, mossi dalla passione verso i nostri cari e amati vg, ma la realtà è che il 99% delle recensioni in questo ambito sono analoghe a quelle dei telefonini, piuttosto che dei monitor o dei televisori. Ossia opinioni su prodotti di consumo. Anzi, sono peggio, perché almeno nelle recensioni di prodotti tecnologici c'è un certo appiglio oggettivo orientato dalle specifiche tecniche.
Poi, io non me la prendo manco coi recensori. Parliamo di gente che non può che improvvisarsi in una realtà ancora giovane e sprovvista di una qualche forma di "codificazione" circa il fare critica. Di più, il vg stesso evolve di continuo, spesso portando al limite il dibattito su cosa sia o meno un vg (pensando a robe parainterattive come i walking simulator o la roba a la Cage/Telltale) e su cosa sia un vg "finito" e quindi valutabile (giochi soggetti ad evoluzione stagionale come shooter, beat em up, ecc.).
E, non ultimo, sta gente improvvisatasi recensore, per un medium che si improvvisa e reinventa di continuo, mossa dalla sola passione, spesso è pagata un cazzo di niente, sottoposta a deadline pazzesche perché, ué, mai sia che la recensione esca qualche giorno dopo lo scadere dell'embargo!
Poi sì, c'è gente che potrebbe fare di più e meglio, tipo usare la propria penna (a maggior ragione se capace) e la posizione di vantaggio in seno alla redazione, per fare di più e meglio (Fossetti... cough, cough...! Ualone... cough, cough!).
Ma non accade.
Allora esistono solo 2 opzioni: farne una battaglia ideologica e, conseguentemente, fare uso responsabile del proprio click per leggere/visionare solo gente che tenta la via analitica o la promozione del videogame (o, meglio ancora, il game design, che è il presupposto madre) sul piano accademico (son pochi, ma ci sono, e il successo di Mark Brown ne sta spingendo altri... certo, per ora non parlano Italiano); oppure viverla con leggerezza, fottersene e, di conseguenza, continuare a cliccare gente che """""critica""""" con leggerezza di metodo.