Donkey Kong Country 1: recuperato una quindicina di anni dopo su virtual console, è stato fatale. Invecchiato malissimo, grafica impastata e poco leggibile, visuale troppo ravvicinata, gameplay fluido ma di carta velina, ad oggi rimane solo la colonna sonora da urlo. Col senno di poi il paragone coi suoi migliori contemporanei è improponibile, ha però il merito di avere dato vita, più di recente, a quel capolavoro assoluto di Country Returns e all'ottimo seguito, entrambi di ben altra pasta in tutto.
LITTLE BIG PLANET: quando ti domandi se il mondo è improvvisamente impazzito o se sei tu a non capire. Installato, provati una manciata di livelli, pucciato l'editor e mai più toccato in vita mia. Sbaglia tutto quello che si può sbagliare in un Platform, dalla fisica, al design anonimo, alle collisioni, ai movimenti e al ritmo di gioco. Non per nulla ormai non lo ricorda quasi più nessuno e anche Sony ha per ora lasciato morire la serie. Un mistero.
RED DEAD REDEMPTION: in realtà mi piacerebbe riprenderlo in mano a dieci anni dall'ultima volta per provare a rivalutarlo. Lasciando da parte eventuali revisionismi, però, la verità è che giocai una buona metà delle missioni principali senza troppo entusiasmo, trovando il tutto un po' noioso e involuto e la storia non troppo interessante, e all'uscita di Mario Galaxy 2 abbandonai l'avventura del povero John Marston per sempre. Qualcosa vorrà pur dire…
SUPER MARIO ODYSSEY: gioco che ho atteso tantissimo (più di BOTW) e amato molto, completandolo al 100% in oltre cento ore di gioco. Ciò detto vederlo in Metacritic alla pari dei Galaxy e sopra il 64 un po' mi urta… forse più per meriti di questi ultimi che per demeriti suoi, credo però che siamo tutti concordi che non ha avuto l'impatto storico, mediatico e il lascito dei migliori episodi della serie. Odyssey è sicuramente più derivativo, meno geniale nel concept e nelle trovate ludiche, con alti e bassi nella costruzione dei mondi e soprattutto infestato da una logica ipertrofica di task / azioni ripetitive quasi completamente sconosciuta ai succitati titoli. Quando ho visto Nintendo inseguire la strada della quantità sulla qualità e sulla misura ho avuto un po' di timore… speriamo che rimanga un unicum.
GEARS OF WAR: comprato al lancio e mai finito, direi che col senno di poi tutti lo ricordano e celebrano più per l'importanza delle meccaniche introdotte che per il gioco in sé. Estetica molto americana, personalmente poco accattivante, che ha criminalmente inaugurato quel mood e stile visivo grigiastro / sanguemmerda / finto maturo che ci saremmo portati come una croce per tutta quella generazione e di cui ancora subiamo qualche rigurgito. Ho tentato di ricominciarlo un paio di volte senza mai appassionarmi al gameplay e al contesto narrativo, anche qui, se nonostante i riavvii non sono mai andato oltre al quinto atto temo ci sia una ragione. L'anno dopo uscì Uncharted 1, che pur con tutti i suoi limiti da esordio, riportò colori, personaggi e relative dinamiche interessanti, umorismo, graficone e carattere e Markus finì nel mio dimenticatoio.
GOD OF WAR PS4: finito lo scorso mese, grande fan della trilogia, ne ho scritto pochi giorni fa sul relativo topic. Rifinito, equilibrato, rinnovato, tutto quello che volete ma è quel tipo di gioco che secondo me non supera la somma delle sue parti. Dove tanto si è guadagnato rispetto al passato, tanto si è perso in termini di epicità, ritmo, leggibilità e feeling dei combattimenti, grandeur scenico e sonoro. Buona ripartenza in attesa di vedere i futuri sviluppi, ma questo stracciamento di vesti colletivo mi pare esagerato.