Il senso è che se già nel 20059 ebbero un effetto boomerang, figurarsi oggi. Unito al fatto che con RE5 la narrazione prende una piega pressoché irrecuperabile, è più plausibile che nel post RE4 reboot decidano di imboccare una direzione completamente diversa.
Dato che mi par di capire che l'arco del 7-8 è chiuso, probabilmente sarà proprio dal quinto che la saga ripartirà...
Se ne capirà di più, vedendo dove andranno a parare col gioco in uscita.
Ps. io ricordo distintamente polemiche anche sul quarto, ne ho letto sicuramente ai tempi sebbene in rete non trovi nulla. Del resto, l'idea naif di usare come tema una regione specifica e la razza autoctona, nasce lì. Stranamente poi col sesto mollarono il colpo :'D.
Il problema di RE5 fu legato essenzialmente al discorso di rappresentazione di popolazione ed ambienti africani. Quando gli fu formalmente chiesto [da giornalisti di videogiochi di colore] a quale parte dell'Africa i vari concept designers di Capcom si fossero ispirati, ci furono risposte evasive dai capoccia di CPS2, ilari per certi versi.
"I nostri artisti si sono basati su materiale visto in alcuni villaggi"
"Quindi vi siete recati in loco? Quali villaggi se possiamo saperlo..."
"...ah no, ci siamo basati su materiale fornito da alcuni nostri collaboratori africani"
"Giornalisti che erano in Africa? In quale parte? possiamo sapere i loro nomi per piacere?"
"...ah no, collaboratori che hanno mandato il materiale ai nostri designers"
"Ma erano africani?"
Vi risparmio il resto.
Insomma su Gamasutra ne uscì una gamba. Il villaggio di Kikiju prima dell'infezione, è uno steretotipo molto razzista: mosche, negri che ti guardano storto, sporcizia e piattole, un gatto che viene massacrato in un sacchetto di liuta. Un gatto si spera, neri con occhi vitrei, e non si capisce se sono già infettati o no.
Chiaramente, come scrisse Alton Chris nel 2020 nella sua succosa tesi, che trovate qui:
TFP Link :: https://yorkspace.library.yorku.ca/xmlui/bitstream/handle/10315/37790/Alton_Chris_A_2020_PhD.pdf?sequence=2&isAllowed=yRE deve creare in provetta un ambiente che si presti a scatenare l'orrore nella storia, altrimenti il giochino si scassa, in altre parole deve costruire qualcosa - in termini di ambientazioni - di abbastanza "alieno" al giocatore, al punto da trasmettere una certa incomunicabilità quasi genetica degli ambienti circostanti, Pueblo fa impressione perché è un villaggino spagnolo, trasfigurato nell'orrore. Kikiju è un pezzo dell'Africa nera, sfuggito al colonialismo bianchiccio, la prima volta che piazzi piede sull'isola di Alex Wesker [in RE Revelations 2] percepisci l'aria russa, da ex-cortina di ferro. I nemici ti urlano addosso in russo, gli autoparlanti ti sparano motivetti "lavorativi" con nénie filorusse, è veramente un luogo opprimente, sporco, malsano, cirillico. Quando giochi The Village, sei in Romania, in Moldavia. Poi magari Capcom è brava (?) a fare la furbetta con la nazione "Edonia", ma sono chiaramente russi o est europa nel caso The Village.
Io credo che Mikami avesse usato l'idea spagnola solo perché si prestava bene, nel suo essere "sfruttabile" per il contesto. Alla fin fine Leon è Iena Plinsky, invece che la valigetta, la figlia. Si vede che la sua idea è quella, un grosso manifesto omaggiante di cultura americana. Poi però Capcom con il 5 ha infilato cose...che con la fantasia non c'entrano poi molto. RE4 che io ricordi, non ha mai "infastidito" il popolo spagnolo, Pueblo è ovviamente un luogo fittizio, uscito da Creepshow o da un film di Stuart Gordon, sembra uscito da un House of The Dead. Innocua, bonaria, tamarra, eccessivamente "horror". Troppo scema per essere presa sul serio. Ad una certa diventa Castelvanias dai.
MA quando sbatti in faccia al videogiocatore che vuole menare e sparare, senza tanti fronzoli, un intero popolo da crivellare, perché infetto (o semplicemente...negro?) ecco che sorgono problemi. Quando fai vedere ambienti squallidi e degradati, quando fai vedere questi "infetti" compiere violenza su una donna bianca, bionda, insomma, giochi con il fuoco.
E' solo fantasia, certo, ma capisco che alcuni si siano un po' incazzati con i gonnellini di paglia degli indigeni. Sembrava di stare dentro un fumettaccio degli anni 50, filo razzista per giunta. Io lo stereotipo della Venezia sporca, con il gatto che mangia affianco dell'albergatore vecchio e puzzone, con i buchi nel soffitto da cui cola acqua piovana, vista in Spiderman Coming Home, mi ha dato un po' fastidio.
Un po' tanto a dirla tutta. E d'accordo che è rappresentazione, e d'accordo che Venezia è un po' sporchina, ma non gradisco troppo quando dalla fantasia si passa alla rappresentazione, senza sfumature.