Inizialmente mi sembrava l'annata più debole da molti anni a questa parte, poi, invece, al momento di votare, ho realizzato di avere sul piatto molte opzioni non ovvie tra cui scegliere e per alcune posizioni è davvero una lotta all'ultimo sangue. Soprattutto, ho realizzato che la latitanza dei cosiddetti AAA/kolossal, ha lasciato spazio a giochi estremamente autoriali ricchi di carattere, che hanno occupato varie fasce, dai piccoli indie, passando per le produzioni medie, fino ai quasi-AAA. Grandi giochi, non giochi grandi.
Ragazzi, pensateci, abbiamo avuto il primo rogue-lite ad altissimi valori di produzione e per giunta il primo in veste di TPS prestazionale.
Dopo circa 15 anni, ripeto, 15 anni, abbiamo avuto Psychonauts 2!
Quel mattacchione di Fares che sollevò l'imbarazzo di Geoff Keighley nel 2016 su palco dei Game Awards, è salito su quello stesso palco a ritirare, non senza merito, la più ambita delle statutette per un gioco che non sacrifica un'oncia della sua visione autoriale, ma anzi la esplode oltre ogni limite.
E vogliamo parlare dei ritorni improbabili? Ragazzi, in una sola annata, Ghost'N'Goblin Resurrection, Shin Megami Tensei V e Metroid Dread (sì, esisteva davvero quella leggenda metropolitana di NeoGaf nota come "Dread").
Minchia, persino le delusioni hanno carattere quest'anno. Di merda, ma pur sempre carattere.
Deathloop e Resident Evil Village sbagliano tutto quello che potevano sbagliare, eppure non si può dire che non abbiamo compiuto in maniera coerente la visione dei rispettivi game director, l'
immersive sim fintoné (cit. teokrazia) nel caso di Deathloop, e il luna park per casalinghe del survival horror nel caso di Resident Evil Village.
E come non citare The Forgotten City, che ho scoperto solo negli ultimi giorni: piccolo gioiello dell'investigazione e della narrativa impegnata vertente su etica, diritto e religione, nato come mod di Skyrim, realizzata da un (ormai ex) avvocato e trasformato in un prodotto compiuto e a sé stante, all'esito di un percorso segnato dall'abbandono della precedente carriera e dala totale devozione all'atto creativo.
E sicuramente dimentico di citare altri esempi tra i titoli da me giocati e non. Insomma, è stato un bel 2021, così pieno di carattere che quasi mi vien da guardare annoiato ed incupito a questo 2022 che promette sì kolossal, ma apparentemente tutti devoti alla crescita dimensionale anziché concettuale.
Spero che Elden Ring e il sequel di BOTW (ammesso che esca quest'anno) siano più di quel che incontra l'occhio.
Su Ragnarok c'è da sperare al massimo che stia a GOW2 come GOW 2018 sta a GOW1. Dying Light 2 può essere tutto e il contrario di tutto.
Quanto ad Horizon 2, beh, sapete cosa penso mediamente di Guerrilla.
Redfall? Spero di sbagliarmi, ma sembra il proverbiale chiodo sulla bara di Arkane. La bara è già stata Deathloop.
A prescindere dagli esiti qualitativi, temo tanta prevedibilità e scontatezza sul piano creativo.
Quindi dico, grazie 2021, ma anche vaffanculo perché so che mi renderai davvero difficile stupirmi nel corso di questo 2022.
Tempo di votare nell'altro thread.