Miscredenti, WET aveva un suo perchè.
Condivido e non è solo per una questione di gusti personali. IMO si tratta di un gioco tutto sommato di nicchia e nato senza tante pretese, che però sta gradualmente rivelando tutta la sua potenza ‘comunicativa’, non solo a livello di design e ispirazione pulp, ma anche sotto il profilo delle scelte di gameplay. E non lo dico esclusivamente alla luce del trailer di
Devil’s Third, ma anche dopo aver visto progetti come
Shank (
http://www.youtube.com/watch?v=detp4sbX9Xc), che paga evidente dazio, sotto diversi aspetti (finanche scelte musicali), al titolo Bathesda, tanto da sembrare uno
Wet in 2D con stile cartoonesco.
Il "pulp" del gioco mi fa pensare più ad una versione ripulita di no more heroes.
Hmm, non so, a livello di design, io personalmente non vedo pressoché nessuna analogia con il pulp di
No More Heroes, mi sembrano proprio due figurazioni che fanno capo a immaginari di riferimento assai differenti. Anche togliendo la scelta stilistico-tecnica del cel-shading (che poi c’era anche in
Wet, anche se integrata in maniera marginale), Travis Touchdown è un surreale psycho-NERD, in fissa con le ninfette 'moe', che gira con una katana laser in stile fanboy di
Star Wars e va in sella a una moto assurda, che pare uscita da un anime sci-fi anni ’80 (tipo
Megazone 23 o
Genesis Climber Mosepada). I killer da uccidere sono altresì onirici, con giocatori di football americano che guidano mech simili a quelli di
Gurren Lagann o 'ganguro' vestite da liceali.
L’approccio di base, insomma, mi pare estremizzato, parodistico, folle, totalmente antitetico a qualsivoglia forma di realismo ('realismo' in ambito videoludico, s'intende) e assai legato alla cultura manga-anime nipponica (con forti dosi di autoironia, questo sì), tanto che il carachter design è stato affidato a Yuusuke Kozaki, noto per aver creato gli allucinati personaggi dell’anime
Speed Grapher.
In
Devil’s Third, come in
Wet, invece, non mi pare di vedere questi aspetti visivi parossistici, surreali e di derivazione anime, mi sembra piuttosto che il tutto strizzi potentemente l’occhio agli elementi visivi più ‘vintage-cool’ di quella rielaborazione filmica del cinema di genere anni ’70 portata avanti (in tempi recenti) da Tarantino e dai suoi epigoni. Tanto che il titolo, da quanto presentato in video, mi pare uno dei giochi nipponici dal look meno ‘giapponese’ che ho visto negli ultimi anni.