il grande pubblico, spesso manco tifoso, è la rovina del calcio.
Il grande pubblico è mezza Asia e un quarto di Stati Uniti che arrivano a conoscere il tuo brand.
Sono i milioni di persone che non vanno allo stadio ma pagano per vedere le partite in televisione e ti comprano il merchandise.
Al contrario, forse la rovina del calcio sono proprio le curve di disadattati che credono che la squadra sia loro.
A margine...
Bisogna far notare che, con la Super League, i club meno blasonati avrebbero quasi eguali possibilità di progredire meritocraticamente. Il Napoli di quest'anno, il prossimo anno sarebbe entrato in Super League. L'Atalanta di qualche anno fa, probabilmente. Sicuramente il Leicester della vittoria in Premier. E tutte queste avrebbero avuto un boost di entrate che, chi lo sa, avrebbe potuto garantire loro un ulteriore progresso.
Gli altri club è giusto che si contendano una posizione in campionato, in Conference League e in Europa League, fino a non dimostrare di poter fare il salto di qualità. Cosa è successo alle comparse della Champions di questi anni? Qualcuno ha visto il Cluj, il Viktoria Plzen o lo Young Boys vincere grandi trofei e lanciarsi nell'Olimpo del calcio, dopo le loro (a volte ripetute) partecipazioni? Giocano le loro sei partite nel girone, contro squadre importanti, e poi tornano nell'oblio. È sistematico.
A conti fatti, le squadre di prima fascia sono le stesse da decenni, e in genere rimangono le stesse per decenni. Per un motivo: perché hanno una struttura da grande club, con proprietari che investono in linea con le ambizioni. Nel virtuale roster originario della Super League c'erano le migliori squadre degli ultimi cinquant'anni... più PSG e Manchester City. E come ci sono entrate tra le grandi, queste due? Con la meritocrazia, l'impegno e un piano di progressivo miglioramento? Ma quando! Ci sono entrate con i soldi degli sceicchi e compagnia ricca, che hanno garantito una struttura solida.
La meritocrazia dei club minori dura una stagione, magari un paio. Il Verona e la Sampdoria hanno vinto uno scudetto, poi addio. L'Atalanta ha fatto il botto, poi è implosa. Il Leicester ora è a metà classifica. Al contrario, i club storici possono avere un'annata, o un periodo, meno fortunati, ma poi sono sempre lì. In Italia, in Spagna, in Germania e persino in Inghilterra, sono sempre quelle le squadre che vincono. Da decenni. Discorso simile per la Champions League.
Se guardi l'albo d'oro della Champions, devi arrivare al 2003 per trovare una squadra non inclusa nel progetto Super League: il Porto. In Italia, l'ultimo scudetto extra Super League è del 2000: la Roma. Sono passati rispettivamente 20 e 23 anni. A chi stiamo rompendo il sogno, scusate? Questi sono exploit che potrebbero esistere anche con la Super League. Con la differenza che noi, nel frattempo, per vent'anni ci vediamo Liverpool - Real Madrid, non Dinamo Zagabria - Maccabi Haifa.
I disadattati che sono scesi in piazza in Inghilterra, e che giocoforza hanno fatto ritirare dal progetto il Chelsea, e poi gli altri a seguire, potrebbero essere gli stessi che hanno votato la Brexit, occhio. Il popolo non ha sempre ragione. Al contrario, perlopiù non ha gli strumenti per capire quello che succede più in alto.
#RamosMerda